Bruno Chersicla

| | |

Una presenza costante pur nel silenzio di Trieste

di Maria Luisa Runti

 

Il 3 maggio 2013 ci ha lasciati Bruno Cheriscla, uno dei maggiori artisti nel panorama dell’arte a livello mondiale. Pittore, scultore, scenografo e jazzista. Personali a Chicago, Miami, Lubiana, Toronto, Atlanta, Losanna, in molte città europee e italiane nonché nella sua Trieste dove nacque e con cui, pur vivendo in Brianza, mantenne sempre uno stretto contatto affettivo. Ed è proprio a Trieste che, nel 2001, conquistò un posto nel Guinness dei primati per il dipinto più grande del mondo, realizzato in Piazza Unità d’Italia. Ricordo le nostre vivaci discussioni sull’arte e sulla politica, sulla sua Trieste tanto amata e mai scordata, alla gioia con cui vi tornava rifugiandosi nella casetta della sua mamma. Un “eremo” di pace, serenità e lavoro. Molti dei suoi progetti nacquero là, fra centinaia di libri, fotografie ed i suoi amati strumenti musicali sui quali ho avuto la gioia di ascoltarlo suonare.

Era un’isola felice nel mondo e pur al di fuori dal mondo. È stato un grande, vero uomo, un artista geniale e innovativo, sempre alla ricerca di trasmettere il bello di ciò che conta ed in parte esiste ancora. Si è battuto per l’arte, le persone e gli animali (amava i gatti: i suoi Talco e Silver furono protagonisti di alcuni magnifici disegni) . Un grande perché semplice, diretto, umano. Uno scrutatore di menti e di anime. Un mitteleuropeo che si è formato con la frequentazione di grandi artisti, personali predilezioni ed intuizioni fantastiche.

Ha lasciato un vuoto enorme ma la sua eredità è ricchissima e preziosa. Gallerie italiane ed europee si sono mosse e si muovono tuttora per omaggiare e ricordare la sua grande arte. Una commemorazione fatta con collezioni private ha avuto luogo alla “Gallery” di Houston dove Chersicla aveva esposto già negli anni 90. La Galleria Ghiggini 1822 di Varese gli ha dedicato una grande mostra antologica: “Memoria, forma e colore”. Un’esposizione di sculture tra ritratti, figure allegoriche, forme geometriche, animali e strumenti, realizzate in legno okoume’ dipinto. La Pro Loco di Turriaco ha esposto 33 disegni ed acquerelli in cui egli raccontava, tappa dopo tappa, il lungo viaggio intrapreso in treno da Mosca a Vladivostok, alla luce del suo vissuto ed in seguito riproposti alla famosa Galleria Bolzani di Milano. A cura del Comune di Parma, sono state esposte una trentina di sculture in una chiesa sconsacrata, dove ha avuto luogo anche un concerto jazz con il pianista di fama internazionale Gino Marcelli e Gianni Satta alla tromba. Ben sapendo che Chersicla era anima poliedrica, Parma ha voluto rendergli questo ulteriore omaggio! Anche il Comune di Muggia, nell’estate scorsa, gli ha dedicato una rassegna dei suoi “Ritratti triestini” (v. Il Ponte rosso n. 26).

A Trieste nessuno, ad oggi, ha voluto dedicargli una grande mostra retrospettiva. Il Salone degli Incanti sarebbe stato perfetto. Diversi tentativi da parte del mondo dell’arte triestino andati a vuoto… molte delle sue sculture ed altre opere, fra cui alcuni ritratti delle mente, andate a ruba in una grande asta. Pensare che nel 2009 aveva creato di proposito venti tavole acquarellate per festeggiare il 90° anniversario della Lega Navale a Trieste: “Trieste, ipotesi di realtà” dove l’artista illustrava una città diversa mettendo a confronto gli edifici ed il mare. Ardite figure in un continuo diversificarsi a guisa di scultura; fantastica matrice architettonica in un ricorrente scoprire prospettico degli scorci che la città può assumere in un tripudio di cromie ed allegorici significati.

Sempre gli ha risposto il silenzio.

 

Foto: Maria Luisa Runti