Cantanti: femminile plurale

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Un libro che presenta i profili delle migliori interpreti della musica di tutti i tempi, di tutti i generi e di tutti i paesi

di Anna Calonico

 

Libri e musica, secondo me, sono sempre stati una delle accoppiate migliori dei piaceri della vita.

Per questo, tra tanti volumi esposti su colorati scaffali delle librerie, mi ha colpito il volume a cura di Fiorella Mannoia Quello che le donne dicono: è uno degli ormai innumerevoli libri che si possono inserire nel filone Storie della buonanotte per bambine ribelli. Sono stati pubblicati testi sui più importanti personaggi famosi, su scienziati e inventori, sui quadri, sui film, sugli sportivi, sugli eventi storici… Ed ecco, era ora che ne uscisse uno sulla musica. Per la precisione, sulle donne cantanti.

Spendo soltanto due parole su questo genere di pubblicazioni: in senso negativo vorrei dire che forse stanno cominciando a stufare, dato che anche uno stesso argomento viene riproposto in mille salse diverse, tipo prima i cento grandi della storia, poi i cento grandi della storia in versione esclusivamente femminile, poi magari i cento eventi storici più significativi.

In senso positivo, invece, devo ammettere che riescono ad ottenere un certo pubblico. Certo non si tratta di un vero e proprio romanzo con una trama e dei personaggi, ma i vari capitoli sono dedicati ognuno ad una cantante e attirano l’attenzione dei ragazzi perché raccontano, a grandi linee, la vita del personaggio, o magari si soffermano su un unico fatto importante, per concentrare l’emozione del dramma che ha formato la musicista di cui si parla, come nel caso della recentemente compianta Tina Turner, di cui viene raccontato il momento in cui trova il coraggio di lasciare il compagno violento per diventare l’artista di fama mondiale che amiamo: «Se ti alzi e te ne vai, la vita ti si spalancherà davanti, pare che abbia detto una volta, ma sono significative anche le parole di quest’opera: Quanto è facile e doloroso smettere di esistere per una donna […] Mi ci sono voluti sedici anni per capirlo, ma di una cosa sono sicura: non torno più indietro. Adesso vengo prima io» (p.117).

Inoltre, il libro curato dalla Mannoia presenta riquadri che svelano in poche parole la biografia dell’artista, disegni che la rendono quasi viva davanti ai nostri occhi, un paio di citazioni in carattere più grande rispetto al resto del testo che ne puntualizzano la personalità, a volte come vere e proprie massime di vita, come «Vi dico che cos’è per me la libertà: non aver paura», come diceva Nina Simone, oppure «Non svenderti: sei tutto quello che hai» di Janis Joplin, Infine, c’è il suggerimento audio che, bèh, quello è il pezzo forte di ogni capitolo!

Ma riprendiamo dal principio: Fiorella Mannoia, cantante italiana dalla folta e riccia capigliatura rossa, che conosciamo per brani come Il cielo d’Irlanda, Come si cambia e Oh che sarà e per la reinterpretazione della celeberrima Sally di Vasco, ha deciso di riunire in una piccola bibbia le migliori interpreti della musica di tutti i tempi, di tutti i generi e di tutti i paesi in Quello che le donne dicono, titolo che ricorda la sua più celebre canzone. Il sottotitolo recita La musica è una cosa da ragazze, che naturalmente è un’esagerazione, ma aprendo questo libro si viene letteralmente assaliti da voci e note musicali di grande rilevanza, e per qualche istante, così piacevolmente circondati da capolavori in gonnella, viene quasi da darle ragione, perché chi mai può smentire la grandezza di Maria Callas o di Edith Piaf?

I testi sono di Roberta Marasco, le illustrazioni di Eleonora Antonioni, il volume fa parte di un progetto che aiuta Amref Health Africa, e mentre lo leggiamo possiamo ascoltare l’omonima playlist che contiene un brano per ognuna delle artiste menzionate.

Proviamo, quindi, ad alzare il volume e immergiamoci nella lettura: Ogni cantante – perché tutti i brani sono scritti in prima persona come fosse un monologo – non ci racconta soltanto la sua vita, ma, per esempio, come ha fatto a sfondare in un ambiente prettamente maschile, come la rapper afghana Sonita Alizadeh, divenuta famosa per una canzone che denunciava la sua vendita per un matrimonio; oppure come ha imparato ad accettare un corpo che non corrisponde ai canoni di bellezza del mondo, come nel caso di Billie Eilish. Qualche altra spiega come è sopravvissuta ad una vita di violenza o come ha trovato nella musica la forza di opporsi alla brutalità di un regime dittatoriale o di una società razzista: abbiamo infatti Elis Regina, Mercedes Sosa e Tracy Chapman, solo per citare le prime che mi sono venute in mente ma che, cosa tristissima da ammettere, non sono le uniche. E poi c’è chi ha deciso di utilizzare la musica come mezzo di espressione per diffondere messaggi di pace, di speranza, di salvezza, e, tra esse, come non citare Joan Baez?

Insomma, donne «dirompenti, coraggiose, libere», come le definisce la Mannoia nell’introduzione. Qualcuna, devo ammetterlo, non la conoscevo, qualche altra è stata una piacevole riscoperta, e infine ci sono delle ovvie conferme: Billie Holiday, Annie Lennox, Patti Smith e le già citate Callas, Tina Turner, Janis Joplin.

Non mancano ovviamente le icone degli ultimi anni, come Lady Gaga, Beyoncè e Rihanna, ci sono anche un paio di connazionali, ed è stato interessante leggere la loro voce e magari scoprire, o ricordare, qualcosa di loro che negli anni era andato perduto. Per esempio, di Patty Pravo viene riportato alla luce l’esordio al Piper: «Sono maledetta perché sono libera, e questo alle donne non lo perdona nessuno. […] La gente vede una bambola, perché è quello che desidera vedere, ma questa bambola fa la linguaccia appena si distraggono, non possono vestirla e pettinarla come vogliono, non possono farle dire quello che vorrebbero sentire da lei» (p. 113).

Invece, per Loredana Bertè torniamo indietro a quella partecipazione a Sanremo che fece tanto discutere perché si presentò sul palco dell’Ariston con un finto pancione. Le parole che leggiamo sul libro sembrano proprio pronunciate dalla Bertè che conosciamo: «Chi si indigna per il mio pancione finto sotto il vestito pensa a tutte le madri senza una protezione, a tutte le madri indifese che hanno bisogno di aiuto? Chi storce la bocca in platea lo fa per le mamme? Per le ragazze che buttano via i sogni per fare posto ai pannolini e ai biberon? C’è una donna incinta sul palco di Sanremo e quella donna non si è fatta da parte. È questo che li infastidisce tanto?» (p.69)

C’è del femminismo in questo volume, e Cyndi Lauper, come sua usanza, ne parla in maniera leggera: «Il femminismo è divertente. È divertente essere donna e poter essere libera». In queste pagine si parla tanto di lottare per rendersi indipendenti e trovare il proprio posto nel mondo, si incita le lettrici a seguire i loro sogni: «Credo di aver capito una cosa; quando dai voce alle tue idee finisci per circondarti di persone che ti somigliano e la pensano come te. Se le difendi con convinzione, quelle stesse idee non ti isolano, anzi, ti rendono più forte. E danno un senso alla tua vita» (p.139). E si incoraggiano le donne a sostenersi per trovare una voce comune, come dice Tori Amos: «Le donne devono organizzarsi, resistere e combattere insieme». Parafrasando Patti Smith, potremmo dire quindi che women have the power!

Non dimentichiamo, però, che prima di tutto è un libro che parla di musica: musica che salva, musica che diverte, che cancella la solitudine e la paura, che rompe barriere e pregiudizi, che unisce, e che va ascoltata e cantata ad alto volume.

 

 

Quello che le donne dicono

La musica è una cosa da ragazze

a cura di Fiorella Mannoia

Feltrinelli, Milano 2022

pp.168, euro 18.00