I cieli ritagliati di Roberto Coccolo

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di Silva Bon

 

In copertina, su uno sfondo azzurro cielo, un quadro di Salvador Dalì, dal titolo “Ragazza alla finestra”, un olio su tela del 1925, conservato presso il Museo National Centro de Arte Reina Sofia di Madrid. La ragazza è dipinta di spalle, appoggiata a una stretta finestra aperta sul mare, l’orizzonte chiuso da una striscia di terra, forse un promontorio, come Punta Salvore … I colori sono tenui, sinfonia di toni grigi, beige, azzurro polvere; il cielo rannuvolato si specchia in un mare quasi immoto.

Il quadro, scelto da Roberto Coccolo, autore di questa silloge di poesie, raccolte sotto il titolo Ritagli di cielo, per l’appunto, è emblematico e del tutto rappresentativo dello sguardo sul mondo, delle atmosfere, delle immagini, che l’Autore trasporta nel suo mondo poetico, così complesso, ricco, conflittuale.

Infatti il libro è una bella raccolta di una settantina di testi poetici, suddivisi in tre parti: Esordi, Intermittenze, Trieste, e in fine la Dedica, che conglobano anche due poesie premiate alla XII e XIII Edizione del Premio Letterario Golfo di Trieste. Si tratta di Città perduta e Inverno in Istria. Precede una densa Prefazione di Fulvio Senardi.

Le cifre della poesia di Roberto Coccolo sono il tempo e lo spazio, che a volte si fermano immoti, contemplativi, incantati come in un quadro metafisico di Giorgio De Chirico e colgono il male di vivere, la noia urbana, l’inutilità dell’affanno.

La riflessione poetica è mutuata attraverso immagini, ricordi, impressioni del tempo andato, dei tempi della vita, che riaffiorano e sono ri – vissuti con un pessimismo di fondo, dove la follia, la trasgressione, il lampo della morte si trasformano anche in maschere grottesche. La grande sensibilità dell’Autore “vede” intorno a sé anche l’invisibile; confessa l’impossibilità di vivere; la vita piena è sogno, chimera, segnata dall’impotenza del fare. E pur essendo viva ancora la speranza e la proiezione stanca e disincantata in un futuro, nonostante tutto sempre atteso e sognato, permane viva, omologante, la nostalgia del passato, di un Eden perduto, lontano, onirico, rivisitato lago in cui si acquieta il tumulto quotidiano fastidioso e reietto.

L’ “io” poetico è anonimo e nascosto, ma emerge prepotente nelle pennellate impressioniste delle strade, delle piazzette, degli angoli più remoti e meno frequentati di una città solare e decadente, che poi si scopre essere Trieste, luogo dell’anima amato, odiato, dai colori sfumati, dove solo il rosso dei tramonti sembra commuovere, sinonimo della parabola della vita.

Lo spazio/tempo è intermittente, presenta momenti di discontinuità, di disconnessione dalla razionalità, tra contraddittori lampi di giudizi lucidi, ricordi estenuanti e dolcissimi di donne lontane, rimpianti di un mondo perfetto ormai perduto. I treni della/nella notte corrono con ansia incalzante e parlano della casualità delle stazioni, degli incontri fugaci, in poesie che con ritmo serrato svelano una amarezza di fondo a volte quasi insostenibile:

Vortice// Attimi/ centrifugati precipitati/ nel vortice del tempo/ restituiti in un racconto/ trasformato deformato/ con tenace inconsapevole/ inganno/ la felicità ricreata/ è fiore senza profumo/ frutto senza sapore/ affabulante fuga/ che attraversa il tempo./

E ancora:

Iterazioni// Di tanti sogni racconto/ l’ingenua fine/ e delle tue calze rosa/ il balzo saltellante/ Delle mie parole/ l’infinito andirivieni// Iterazioni previste/ di una natura astuta/ che dei miei slanci/ conosceva già l’inerzia/ ed il senile disincanto// Ma il mio cuore/ avido di errori/ ancora insegue un desiderio/ sia pure guardato a vista.//

Lo spleen metafisico pervade un mondo guardato con attenzione, “dal di fuori”, in confronto contrapposto:

Via della Cattedrale// Moltitudine di tegole rosse/ ed oltre, il mare./ in una stanza assonnata,/ uno sbadiglio di luce/ trafigge una donna/ che lega tra i capelli/ i nodi di un futuro incerto./ Appena il giorno apre gli occhi,/ faticoso trascina il carro delle umane pene./ Nelle case di fronte/ si celano i segreti/ d’incompiuti sguardi./ La fatica di vivere/ non scrive poesie/ e le finestre chiuse/ fissano il mondo/ come muti specchi.//

Copertina:

 

Roberto Coccolo

Ritagli di cielo

Hammerle Editori, Trieste 2016

pag. 95, euro 12,00