CINEMA: L’inganno (Sofia Coppola, USA, 2017)

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INGANNO

L’inganno (Sofia Coppola, USA, 2017) Valutazione: 2/5

di Pierpaolo De Pazzi

 

Per la sua opera peggiore, la dotata regista figlia d’arte si aggrappa ad un remake di quello che fu un bel film, La notte brava del soldato Jonathan (Don Siegel, USA, 1971).

La guerra di Secessione sconvolge il Sud degli USA quando le giovani educande di un collegio femminile soccorrono un caporale nordista ferito. Ripulito, l’uomo scatena la tempesta ormonale e la rivalità tra allieve e docenti: si arriva così, attraverso alcuni momenti involontariamente comici, a un esito drammatico.

La recitazione è manieristica nelle tre protagoniste principali, Nicole Kidman, Kirsten Dunst, Elle Fanning, mentre Colin Farrell fa rimpiangere Clint Eastwood in ogni inquadratura e non riesce mai ad essere tanto mefistofelico da giustificare completamente le azioni della sorellanza, come forse avrebbe voluto la regista.

Dove il film fallisce completamente è in quello che si riconosce come maggior talento della regista, la capacità di rendere le psicologie dei personaggi, specie femminili, contemplandone silenzi, tic, sguardi, invidie e solidarietà. Inutilmente cercheremmo in questo film la finezza con cui nella prima, promettentissima opera, “Il giardino delle vergini suicide”, la Coppola analizzava un’analoga condizione femminile chiusa ed adolescenziale, o la magica leggerezza con cui ci portava a simpatizzare con la Dunst in “Marie Antoinette”: per non parlare della struggente malinconia di “Lost in translation”.

Lasciando perdere le opere più riuscite, possiamo elogiare la bellissima fotografia del francese Philippe Le Sourd, che ci offre un manuale di messa a fuoco e sfocatura di nebbioline, boschi e giardini, ma anche una capacità di resa degli interni illuminati da luce naturale che riporta agli occhi il pittoricismo del Kubrick di Barry Lyndon. Peccato che questa sapienza tecnica resti in questa occasione fine a se stessa.