DICE ALICE

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Percezioni e storie di donne

Dice Alice di Silva Bon

 

A cura di Gabriella Musetti è da poco uscito per i tipi della Casa editrice Vita Activa di Trieste, giugno 2015: Dice Alice, un percorso di scrittura autobiografica svolto alla Casa Internazionale delle Donne di Trieste. Ricordo le Autrici, rigorosamente in ordine alfabetico: Elena Garlando, Carmen Gasparotto, Mariella Grande, Silvana Lampariello Rosei, Marina Lenzari, Amalia Peresson, Mariaelena Porzio, Alda Rosaldi, Anna Rosani, Lucia Starace, Hélène Stavro.

Gabriella Musetti, poeta e critica letteraria, non è nuova alla conduzioni di gruppi di donne, che condividono il piacere della lettura e della scrittura: un vizio, alle volte, così valutato almeno da alcune, che vivono con un senso di isolamento, se non proprio di “colpa”, il segreto personale di scritturazioni di pagine di diario, di racconti, e fermano sulla carta idee, flussi di pensiero, creazioni fantastiche, sensazioni e vissuti esperenziali personali, traumi, sofferenze, felicità, incanti …

E’ questo un modo per lasciare traccia di sé, un modo sotterraneo per affermare la propria personalità, per poter verificare, in un momento di disponibilità altro, gli stati d’animo personali di prima, anche di tanto tempo prima, quando si abbia il desiderio, la curiosità, di rivisitare il percorso di vita individuale, da dove si è partiti, dove si è arrivati, proprio in quel momento topico della riscoperta, della verifica, della restituzione.

All’interno del gruppo di scrittura, che si dà l’obiettivo di fare esperienze di produzione letteraria consapevole e matura, attenta così alla forma, alla struttura, come ai contenuti, le donne mettono in comune la loro passione, l’abilità, la vena scrittoria, la capacità di prodursi, di darsi, di mettersi in gioco, in un lavoro che a volte diventa anche liberatorio, un vero outing, dove sta anche la loro anima, tutta intera. Si tratta di un momento ludico consapevole e serissimo, molto defatigante, che a volte prosciuga; ma anche di ore di lavoro; di pensiero condiviso; di silenzi e di ascolti reciproci laboriosi, attenti; di confronto costruttivo che apre alla conoscenza profonda delle altre partecipanti del gruppo; di scoperte che vincono pregiudizi o presunzioni; di costruzione di vincoli amicali e di solidarietà finalizzati allo scopo condiviso di “produrre un libro collettaneo”.

L’esperienza comune vissuta all’interno del gruppo supera il momento della solitudine, il momento isolato di una scrittura assolutamente personale, esclusiva. Si mettono insieme, nello spazio che accoglie logisticamente, i “cuori pensanti”, le menti elaborano trame in attimi che vanno all’unisono, in una sintonia che rispetta l’individualità della singola persona.

Percezioni e storie di donne: recita il sottotitolo e proprio di questo esercizio assolutamente libero, spontaneo, soggettivo, si può prendere atto in questa ultima raccolta di scritti femminili. Le donne scrivono così: percezioni per cercare di razionalizzare le pulsioni. Dalla pancia, dal cuore, alla testa. Parole calde, mai neutre, sempre connotate. Un mondo femminile pieno di cose da fare, faccende da sbrigare, ricco di inquietudini, pensieri, idee che scoppiano nella mente, si accavallano, creano urgenze.

Perché la vita, le vite umane sono passaggi, parabole, che si attraversano, anche con fatica, ma i conti si fanno alla fine, il giorno in cui con felicità, con serenità, si può dire che si è tutto esperito, non ci sono rimpianti, le cose dovevano andare così, e lo sguardo resta positivo, ottimista, ancora aperto alle future, possibili esperienze. Così i duri passaggi quotidiani si annullano nella sintesi di un bilancio che vede dall’alto tutto il travaglio passato; sfumano le asperità; si ricostruisce intero un mosaico che ha un senso, dà senso al proprio vissuto.

Il libro collettaneo si snoda in tre sezioni: Casa, I 5 Sensi, Racconti, sezioni intese come momenti nodali in cui sono raccolte trame tanto diverse e speciali. Ma soprattutto la memoria, intrisa di nostalgia dolce e malinconica; humour e ironia; una scrittura colta, sapiente, strutturata, oppure anche a volte un po’ naïf; dialoghi e flussi di pensiero; background e fughe in avanti; speranze di armonia futura …

I luoghi esperenziali: paesi di montagna, centri di campagna, grandi città, periferie metropolitane, in un caleidoscopio di vissuti personali profondamente diversi, ma resi omogenei dalle note emotive; dai legami biologici e parentali ben conosciuti, riconoscibili; dalle scansioni dei ritmi dei corpi femminili; dai colori, dagli odori, dai ricordi vividi e impetuosi.

Bella l’esperienza del gruppo di scrittura, felice e costruttiva, soprattutto quando, come anche in questo caso, è finalizzata alla costruzione di un obiettivo concreto, realizzato nella produzione di un libro, di questo libro, da leggere come una inattesa scoperta. Un ricco, generoso dono.