Un intreccio di tocchi, colori e luci

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pensieri a colori: una mostra al Kulturni center Lojze Bratuž di Gorizia

Jasna Merkù, Marina Legovini e Maša Bersan Mašuk

di Nelida Nemec

 

Dal catalogo dell’esposizione, che rimarrà aperta fino al 10 maggio:

 

Quando il nostro sguardo scorre sulle loro opere pittoriche gode innanzi tutto della magia degli intrecci cromatici e della luce, che accentuano l’armonia della composizione, dopodiché va alla ricerca del messaggio racchiuso nella bidimensionalità del linguaggio figurativo come espressione della loro interiorità e della loro ricchezza spirituale, per abbandonarsi alla fine completamente alla bellezza di un sentimento di dolcezza ed armonia. Lo sguardo scivola, lentamente, con sentimento, naturalezza e devozione, nel desiderio di cogliere ogni minimo particolare, ogni minimo tratto, ogni pennellata, ogni linea, ogni più piccolo segno. Abbandonarsi al colore, che per un pittore è il più importante mezzo espressivo, come risulta anche dalle significative riflessioni fatte a questo proposito dal grande pittore francese Paul Cézanne, il quale scrisse che, nel momento in cui gli artisti dipingono e disegnano, il colore si armonizza e il quadro diventa sempre più chiaro e che nel momento in cui il colore raggiunge tutta la sua ricchezza, la forma perviene alla propria compiutezza. Abbandonarsi alle sensazioni, dedicarsi all’osservazione, ad una lunga osservazione, che lentamente e gradualmente mette sempre più in luce anche il modo di guardare del pittore, che è, come ebbe a dire il grande filosofo francese Maurice Merleau-Ponty, pura rivelazione, pura creazione, creazione di sempre nuove forme, sempre nuovi messaggi provenienti dal profondo dell’io. Soltanto il pittore – questo il pensiero di Merleau-Ponty – ha il diritto di guardare ogni cosa senza essere tenuto a esprimere un giudizio. Senza essere tenuto a fornire spiegazioni e motivazioni. Lo spettatore è colui che scopre e vive in sé queste visioni sempre nuove che l’artista, avvalendosi di varie tecniche, stende su diversi supporti pittorici, ispirandosi ad una tradizione artistica figurativa o astratta, alla tradizione dell’ambiente in cui vive e lavora o alle più recenti ricerche visuali che introducono nuovi approcci e nuove tecnologie. Sperimenta dal vivo la propria ricerca artistica, l’espressione artistica sua propria, il proprio tratto pittorico, il proprio segno distintivo, la propria tavolozza.

Ciò vale anche per tre pittrici, ovvero le artiste Jasna Merkù, Marina Legovini e Maša Bersan Mašuk, una scelta delle cui opere è esposta nelle sale del Kulturni center Lojze Bratuž di Gorizia. Ciascuna per sé, ciascuna a modo suo. Con un linguaggio figurativo personale e riconoscibile, che parla da sé. Con tecniche e tematiche che sembrano confezionate su misura per ciascuna di loro e per ciascuna a modo suo. Con un messaggio che promana dal quadro.

La pittrice Jasna Merkù ricerca la propria poetica figurativa mediante l’annotazione astrattizzata delle reminiscenze dell’ambiente in cui vive ed opera in maniera bidimensionale e piatta, con l’adozione di diversi approcci tecnologici e con la varietà espressiva del supporto pittorico, che spesso è realizzato con carta, il più delle volte fatta a mano, in diverse sfumature di colore e in diverse strutture. Il campo figurativo è limpido, arioso, spazialmente concepito e strutturato in modo tale da accogliere la sovrapposizione di sempre nuovi strati e forme, che intrecciano fra di loro un interessante dialogo ritmico. Quest’ultimo può fare affidamento su un’armonica scala cromatica e su elementi stilizzati che possono far riferimento a oggetti della sfera personale, anche del paesaggio carsico, che è osservato e vissuto attraverso lo spettro astratto della realtà fenomenica con una connotazione simbolica, che con la propria ponderata distribuzione nello spazio prende vita in modo particolarmente espressivo e persuasivo. Un incitamento che fa presa con la propria ponderatezza, con la propria delicatezza ed armonia. Con il senso di pace che promana da rapporti tra superfici piane.

La pittrice e designer Marina Legovini nella sua fase creativa più recente sviscera in maniera estremamente sensibile i segreti della tecnica ad acquerello, che consente un eccezionale gioco di sfumature cromatiche sul bianco della carta e offre ampie possibilità espressive con un solo tratto naturale dove non c’è posto per aggiunte o sottrazioni. Siamo di fronte alla trasmissione estremamente raffinata di un messaggio nel linguaggio figurativo, che la Legovini esprime con grande delicatezza in una visione figurativa astrattizzata, ma pur sempre sufficientemente riconoscibile e piena di delicati tocchi e pennellate che vibrano dell’energia della natura. E spesso anche dell’energia dell’acqua e del paesaggio, che è per l’artista una ricca fonte di contenuti per quanto riguarda sia le scelte compositive sia quelle cromatiche. Le sue opere irradiano calore nonché la piacevolezza e la dolcezza dell’ambiente che l’artista rende con uno sguardo di scorcio, che però offre molti piccoli dettagli ed una fantastica danza di luci e riflessi. Di sfumature cromatiche in migliaia di gradazioni. Parla con accento lirico e con grazia, tuttavia anche il registro drammatico nei dettagli non le è estraneo. Parla con l’ispirazione che attinge dalla natura. Dall’acqua e dai suoi riflessi, dal sole e dai suoi raggi che si spandono sulla carta.

La pittrice Maša Bersan Mašuk si esprime tanto nella pittura da cavalletto (tecnica mista su tela o altri supporti) quanto pure nella pittura murale su ampie superfici, anche soffitti, soprattutto a tema sacrale, che le permette di esprimersi sia con un registro più intimo, sia pure con accenti monumentali, ma sempre in modo da poter dare sfogo al ricco mondo della propria fantasia, mondo nel quale si intrecciano tanto motivi figurativi che vegetativi, mentre la sua attenzione si sofferma su ogni dettaglio, sia naturale che ambientale, che lei abbia inserito nella propria narrazione pittorica. Il suo linguaggio attinge ai principi del patrimonio artistico figurativo, con una particolare accentuazione del disegno, che modella e implementa gli interventi cromatici. Ama l’armonia e l’ordine, ma anche gli accenti drammatici che significativamente completino ed evidenzino la singola figura o il gruppo figurale. La confessione dell’artista è profonda, vissuta, appassionata e produce un effetto di eccezionale monumentalità, pure se affonda le sue radici in dettagli anche minimi. Al contempo la confessione è anche eccezionalmente meditata, ponderata, sebbene si avvertano i segni della sua vulcanica esplosività.

La mostra delle tre artiste, creatrici, pittrici offre una gamma di proposte ed esperienze pittoriche, ma nello stesso tempo anche un fil rouge che le accomuna e che si può sintetizzare nei termini di schiettezza e devozione. Ciascuna di loro con il proprio linguaggio si rivolge a noi, lanciandoci un messaggio bi bellezza e di amore, un linguaggio che è universale e fa presa anche in questi tempi, nei quali ben altri messaggi visivi ci vengono rivolti in maniera sempre più aggressiva. Tuttavia la pittura resta attuale proprio come lo era decenni fa, quando Merleau-Ponty scrisse: “Tutta la storia moderna della pittura e i suoi sforzi di liberarsi dall’illusionismo e di raggiungere le sue proprie dimensioni hanno un significato metafisico costruito sulla base di elementi propri di ciascuna filosofia quali la percezione, il corpo, il linguaggio, il mondo, il significato, con la differenza che essi sono articolati in una prospettiva nuova”. La prospettiva del tempo di oggi e dell’odierno modo di intendere le cose.

 

 

 

 

Didascalie immagini:

 

Jasna Merkù

La bisbetica indomita II

tecnica mista, 2017

 

Marina Legovini

Tempi di un anelito

olio su tela 2019

 

Maša Bersan Mašuk

Zamera

Tecnica mista su tela, 2019