Divagazioni sull’uovo

| | |

Un saporito volumetto di Giovanni Nucci

di Pierluigi Sabatti

 

L’uovo ha ispirato nei millenni miti e credenze, basta ricordare l’uovo “cosmico”, posto in alcune antiche civiltà all’origine del mondo: nella cosmologia egizia il dio Ptah, creatore dell’uomo, è rappresentato mentre tiene tra le mani un uovo; sempre nell’antico Egitto, l’uovo come simbolo di vita è consacrato alla dea Iside; i Fenici usavano come emblema un serpente eretto con un uovo in bocca; gli antichi Persiani, durante alcune cerimonie religiose, erano soliti scambiarsi uova colorate: le più semplici dipinte di rosso, le più ricche in oro.

L’uovo è celebrato anche nella cultura cristiana. Nell’uscita del pulcino dall’uovo i primi cristiani raffiguravano un’espressiva simbologia della resurrezione di Cristo: nelle tombe dei martiri a Roma si sono trovate uova di marmo. In seguito divenne un rito portare in chiesa le uova il giorno di Pasqua, perché fossero benedette: il legame delle uova con la festa più importante del Cristianesimo è divenuto sempre più forte, fino a dar vita alla grande tradizione dell’uovo pasquale di cioccolato.

Dunque l’uovo, nella sua forma perfetta, senza principio né fine come una sfera, e nel quale, tuttavia, è ben distinguibile una direzione, o orientamento, lungo un asse verticale attorno al quale si sviluppa la sua simmetria cilindrica, è un simbolo universale di fecondità, di vita eterna e di resurrezione.

Ed è inevitabile che l’uovo sia fonte di ispirazione per artisti e pensatori. E ad esso è dedicato questo elegante e sapido volumetto di Giovanni Nucci E due uova molto sode.

Come definirlo? Impossibile, si può dire con certezza che non è un libro di cucina, anche se principia con le frittate alle cipolle, per continuare con le uova benedict, e quelle alla coque, e quelle al piatto per concludere con le uova sode, passando per il soufflé. Certo, qualche indicazione su come si cucinino viene lasciata cadere perché è parte della narrazione, ma in realtà le uova sono un pretesto per ritrarre personaggi noti, come Fellini o i fratelli Marx, e meno noti come il “sommo poeta” Carlo Sperati, citato ne Il portaborse di Daniele Lucchetti, che ha per protagonista Nanni Moretti. Poeta al quale Nucci dedica un ampio spazio riproponendo le sue “otto storielle diseguali”.

Ma che cosa tiene insieme questi e tanti altri personaggi che animano il libro: le uova che, come tengono insieme quei pasticci di spaghetti che sanno fare così bene a Napoli, nei quali, dentro, puoi trovarci di tutto, così amalgamano tutti i protagonisti di questa inusuale narrazione in sette pezzi, in parte sono usciti sul supplemento «Domenica» de «Il Sole 24 ore». Ora tutti riuniti “offrono – ha scritto una lettrice su “ibs.it” – una visione di insieme differente. Sono uova? No sono fotografie dell’esistenza, immagini, scatti, pensieri, stimoli per la riflessione. In questo senso “generano” come le uova, ma generano idee, strapazzano il cervello”.

Lo strapazzano con ironia, a cominciare dalla citazione in esergo di Munari: “L’uovo ha una forma perfetta benché sia fatto con il culo”, per poi andare a quella di Aldo Buzzi: “L’uovo è oggi il nutrimento più a buon mercato. Ha la proprietà di essere maschile al singolare e femminile al plurale. Al venditore di uova potrei chiedere: “Mi dia il primo di quelle due uova”. Se poi volessi sapere il grado di freschezza delle uova, lo stesso venditore mi indicherebbe tre cartelli: “fresche”, “freschissime”, “da bere”; da cui risulta che le uova fresche sono le meno fresche”.

Ma, via via che la serie di racconti si dipana, la frittata di cipolle offre lo spunto per descrivere la Roma degli Anni Cinquanta bellissima e luminosa, dove si muovevano Fellini, Manganelli, Gadda, don Sturzo, Ciampi e Germi e dove scendeva da Santa Margherita Ligure Guido Alberti, attore e imprenditore, cofondatore dello Strega con i Bellonci, dopo aver fatto sosta a Campiglia per mangiarsi appunto una frittata con le cipolle.

Le uova Benedict ci portano invece nel mondo anglosassone. Preferite da Marilyn Monroe e Agata Christie, sarebbero uova in camicia, però nobilitate da una causa civile intentata dai signori John e Jeffrey Benedict che volevano riconosciuta la proprietà intellettuale sulle uova Benedict risalente nel linguaggio familiare al 1794. Causa persa perché le origini di questo nome sono molteplici.

Il confronto tra il ripieno delle uova e quello del tacchino di Natale che il misterioso personaggio Emilio Gualdi propone nella trasmissione inglese Morning Story, fine Anni Quaranta, spiazza lo scafato conduttore americano in trasferta a Londra, William Kerry, e forse è una causa della precoce fine della trasmissione.

Gli otto formidabili racconti del poeta Carlo Sperati “italiano, cattolico, omosessuale, misantropo prima ancora che misogino, trasandato almeno quanto disadattato a qualsiasi socialità” che vive rinchiuso a Opicina, che Nucci toglie dall’oblio, offrono, grazie alle uova, inarrivabili spunti filosofici, ne citiamo solo alcuni: un uomo senza Dio è come un uovo senza tuorlo; le limitazioni alimentari (come i vegetariani) uccidono il matriarcato cattolico che sul cibo fonda il suo potere amoroso; la maionese, perché venga bene, richiede una pazienza infinita e una rara abilità nel versare l’olio e mentre si sbatte l’uovo. La maionese diventa così un esercizio spirituale.

Ma chi è Carlo Sperati? Anche lui è un mistero. Ai lettori la scoperta. Ricorda un po’ Valentino Zeichen.

Il soufflé poi, che tradisce, afflosciandosi, chi lo prepara rappresenta il declino dell’Occidente, del nostro mondo.

Ma è il Bardo che conclude questa serie di racconti-articoli-resoconti con l’uovo che Amleto porta in tasca, perché Shakespeare riesce a parlare di “un qualsiasi adesso” che descrive con grande efficacia: “Ah, è questo il nodo… Ecco il pensiero che fa così longevi i nostri mali. Già, chi udrebbe, per anni, il ridacchiare del tempo, quel galoppo da padrone, e i dileggi del mondo, quelle sferze che schioccano sui fianchi, e l’arroganza, i soprusi e lo scherno dei potenti, le angosce di un amore disprezzato, i passi da lumaca della legge, l’insolenza dei pubblici ufficiali, i calci e le pedate che il valore riceve puntualmente dagli indegni, quando a darsi quietanza basterebbe la firma di un pugnale?». E dite, cari lettori, se non descrive il nostro oggi.

Ma, per rassicurarci, Nucci propone un ulteriore epilogo “improprio” con le surreali battute dei fratelli Marx che danno il titolo a questo godibilissimo volumetto.

E due uova molto sode fanno parte di una nuova collana della rinata Italosvevo che “propone volumetti intelligenti e anticonvenzionali per contenere quella letteratura, di grande tradizione italiana, che non appartiene alla narrativa e difficilmente trova spazio nelle case editrici. Volumi di piccolo formato molto curati nella veste grafica. Con questo nuovo progetto editoriale Italosvevo si rifà alla storica tradizione letteraria di Trieste e che tuttora ne fa una delle città più attive e ferventi, per esportarla in tutto il Paese. Il progetto della Italosvevo, rilevata Alberto Gaffi, la cui direzione editoriale è affidata a Giovanni Nucci, è di andare a cogliere questo fermento là dov’è storicamente, con un occhio di riguardo alla realtà triestina, pubblicando però indistintamente autori italiani e, se necessario, stranieri”.

Infine, due righe sull’autore: Giovanni Nucci, poeta e scrittore, ha esordito nel 1999 con una serie di racconti per bambini dove ha riscritto dei miti greci e romani per la collana «Le Banane Oro» pubblicata da Mondadori.
 È stato a lungo editor per le Edizioni E/O dove ha diretto la collana per ragazzi «il Baleno». Ha poi lavorato come consulente per Mondadori Ragazzi, Adelphi, Laterza. È direttore editoriale della casa editrice Italosvevo e consulente editoriale per l’editore Gaffi.
 Cura per conto della Fiera Internazionale del Libro per Ragazzi di Bologna la programmazione del “Caffè degli autori”. A lungo ha scritto nelle pagine del lunedì del quotidiano L’Unità dedicate all’editoria per bambini e ragazzi. Ha scritto anche su La Stampa e sul Domenicale del Sole 24 ore

 

 

 

 

Giovanni Nucci

E due uova molto sode

edizioni ItaloSvevo, Roma

  1. 120, euro14