DOPO UNA LUNGA ATTESA UGO GUARINO NELLA SUA TRIESTE

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di Corrado Premuda

 

 

È interessante osservare le reazioni del pubblico che visita una mostra. Commenti, discussioni, perplessità, entusiasmi condiscono il nostro giro, lo arricchiscono, a volte possono interferire e condizionarci, nel bene o nel male. Visitando la mostra “L’alfabeto essenziale di Ugo Guarino” al museo Revoltella di Trieste (realizzata dal Comune di Trieste in collaborazione con la Fondazione Rizzoli Corriere della Sera di Milano e curata da Francesca Tramma e Silvia Magistrali). (ho avuto come casuali compagni anche due bambini. Il loro entusiasmo, la curiosità e il divertimento con cui hanno guardato i lavori dell’artista triestino, ridendo di certe immagini e ponendo domande di fronte ad altre, mi ha fatto notare da subito quanti diversi piani di lettura può offrire questa mostra.

Si inizia con una stanza dedicata alle foto che raccontano una vita trascorsa nell’arte: Guarino con le sue tele, al lavoro con le sue sculture nelle officine meccaniche di Monza, i murales per le strade di Trieste e nel parco di San Giovanni, gli eventi organizzati nell’ambito della nuova psichiatria, le inaugurazioni di mostre in luoghi più o meno insoliti e alternativi. Sul pavimento sfila la proiezione di un pensiero scritto dall’artista e sono le parole luminose a catturare l’attenzione dei bambini, dal momento che il movimento (delle lettere, in questo caso) è gioco.

Salite le scale si incontra un manifesto di Guarino: la gabbia lasciata aperta con le impronte di piedi e scarpe che prendono tutte le direzioni. “La libertà è terapeutica” è il titolo, frase emblema della riforma dei centri di salute mentale partita da Trieste e a cui l’artista partecipa negli anni con impegno e generosità creativa. Le orme, riprese dall’opera appesa e riprodotte per terra e sui gradini, invitano i visitatori a passare nelle altre sale e vengono solcate con precisione dai due bambini, ansiosi di non saltare neanche un passo.

“Inconscio urbano” è la sezione dedicata a disegni, illustrazioni e caricature che, con semplici ed efficaci tratti a inchiostro nero, commentano e irridono l’uomo e la sua società, fino a un’emblematica piazza deserta, versione moderna di quelle celebri di De Chirico, priva dei colori del pittore metafisico ma pregna dello stesso senso di straniamento. “Il futuro è già cominciato” racconta invece di un’attrazione per lo spazio, per la possibile conquista del cielo da parte dell’uomo, per il mito del robot che ritorna anche nelle sculture in acciaio verniciato, opere che potrebbero arredare una camera dei giochi e che infatti ricevono il vivace apprezzamento dei due bimbi anche nelle varianti animalesche.

Le piccole salette indagano il lato pittorico di Guarino con grandi tele in cui i segni nel colore lasciano intravvedere scorci urbani, figure umane, animali imbalsamati o scuoiati. Tre lavori realizzati con vernice spray mostrano un motociclista, una dattilografa e la regina di Saba assemblati come un insieme di forme geometriche, arrotondati e semplificati come le armature dei robot.

Si ritorna alla grafica nella sezione “Lettere al Corriere” in cui l’intensa attività di autore di vignette per il Corriere della Sera è affiancata alle immagini del provocatorio foglio Il Fiammifero, diretto dallo stesso Guarino, e poi alla fortunata collaborazione con La Cittadella, storica rivista umoristica triestina diretta da Carpinteri e Faraguna: la vena dissacrante e amara dell’artista sovverte l’ordine prestabilito (famiglia, scuola, lavoro, rapporto uomo – donna, ordine pubblico) o indulge con tenera ironia sulle sorti dell’umanità.

Sui pannelli le immagini proiettate documentano opere non esposte in mostra o grandi murales ideati da Guarino che un tempo rallegravano i muri dell’ex ospedale psichiatrico di San Giovanni a Trieste: in città resta oggi la grande nave dipinta in via Tor Bandena.

“La roba miglior per far leger xe nero su bianco”, la massima dell’artista sembra trovare d’accordo i due giovanissimi visitatori che dimostrano di preferire i disegni a pennarello e inchiostro alle illustrazioni colorate per le irriverenti riletture dei classici Cuore e Pinocchio.

Arrivati alla fine della mostra ci dispiace che l’avventura sia già finita, ma ci aspetta il catalogo pubblicato da Corraini Edizioni, un libro raffinato e utile curato – come la mostra – da Silvia Magistrali e Francesca Tramma, strumento per approfondire la sorprendente carriera di Ugo Guarino. Vi si trovano anche interessanti considerazioni dell’artista: “Il disegno è la più rigorosa, la meno narcisistica delle espressioni”. Intanto in via Diaz risuonano le voci dei due bambini che leggono e commentano, ormai da esperti, le vignette riprodotte sul muro esterno del museo Revoltella.

 

 

 

L’alfabeto essenziale di Ugo Guarino

A cura di Francesca Tramma e Silvia Magistrali

Museo Revoltella

Via A. Diaz, 27

Trieste

  1. 040 675 4350 / 4158

revoltella@comune.trieste.it

 

periodo:

25 giugno 2015

11 ottobre 2015

 

Orario:

Tutti i giorni dalle 10 alle 19

La cassa chiude alle 18.15

MARTEDÌ CHIUSO

 

Biglietti:

Intero 7,00 €

Ridotto 5,00 €

Ridotto scolastico: 3,00 € a partecipante