Due short stories

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di Annalisa Perini

 

Per gentile concessione dell’editore Adriano Battello e per la cortese disponibilità dell’Autrice presentiamo di seguito due brevi racconti che fanno parte del volume recensito alla pagina precedente.

 

 

Rebus

 

Mi sono innamorato di te perché non avevo niente da fare

Luigi Tenco

 

 

Per il soffio tra il fumo della sigaretta e il cucchiaio di sciroppo per la tosse.

 

Per l’attesa silenziosa dell’incertezza del riccio davanti ai fanali in una strada troppo stretta.

 

Per l’apnea d’incoscienza tra il parcheggio al buio e la brina sul vetro agli albori del mattino.

 

Per il sospiro tra la pasta al dente da scolare e il passarsi di mano l’olio e il parmigiano.

 

Per i piatti nell’acquaio e le contraddizioni dell’acquario.

 

Per i libri, quelli giusti, portati via senza sceglierli, preparando una valigia.

 

Per ogni fuga tra le piastrelle di un comfort apparente e la necessità di tornare all’essenziale.

 

Per ogni parola fuori misura cacciata d’impeto in un fremito d’ali o colpita in volo a metà, senza pietà.

 

Per la differenza tra consuetudine e famigliarità, tra inappagato e frugale.

 

Per la tragica comicità del reale, l’ironia del dettaglio, l’inclusione e astrazione dei rebus della complicità.

 

 

 

Carico e scarico  

 

Vecchia batteria addormentata sul sedile destro posteriore.

Magari un giorno due morsetti, i poli giusti, incantesimi d’ampere: ripartirà. Due paia di stivali consumati, raddoppio di punte e tacchi.

Impicci il naso tra le mie cose, in un parcheggio.

Duetto di proteste, in versi opposti, a ogni articolo di questo mio caparbio mercatino dell’usato, improvvisato, nell’occhio di bue di quel lampione.

Sai che non tornano indietro, vero?

Sì.

E non basta riempire di entità materiali ogni pertugio di questa tana, che non è la vita, e non è infinita, per proteggersi di più.

Lavori dalle otto alle otto tu, dici, eppure la tua auto è perfetta.

E la tua casa. Al profumo di limone.

 

Chissà la mia.

 

Mi strattoni dalle mani una forma, non so nemmeno cosa sia.

Nel bagagliaio ha perso la sua sostanza originaria.

 

Cosa fai degli stivali allora?

 

Eri voltato. Ne ho buttato via uno per paio, separati dal compagno.
L’ho fatto per essere certa di gettare gli altri due.

 

(Adesso prova a dire che non ho coraggio).