Fulmini a fumetti

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di Anna Calonico

 

Si chiamava Nikola Tesla, e secondo le fonti di informazione, come la vecchia enciclopedia o il più moderno Wikipedia, era «un inventore, un fisico e un ingegnere elettrico» (Chiedo venia, per comodità ho scelto la versione online), ma per noi che preferiamo le discipline umanistiche questa definizione è un po’ arida.

O forse lo è per tutti: possibile che l’esistenza di una persona possa riassumersi soltanto nel suo mestiere?

No. Per quanto si sia distinto nella sua professione, Nikola Tesla non era soltanto un inventore, e se avete dei dubbi in proposito vi consiglio di leggere Tesla, il signore dei fulmini. Le origini, un fumetto recente edito da Hammerle Editori. Ideato e disegnato da Živorad Zico Mišić, si tratta di un progetto dell’Associazione Culturale Giovanile Serba di Trieste ACGS insieme alla Comunità Religiosa Serbo Ortodossa di Trieste e promosso dal Consolato Generale della Repubblica di Serbia di Trieste.

La volontà era naturalmente quella di celebrare il grande personaggio serbo e, a mio parere, l’idea migliore di quest’opera per farlo è stata raccontare l’inventore molto prima che diventasse tale: la storia narrata in questo volume (di cui aspettiamo con ansia il seguito) è quella del piccolo, e poi del giovane Nikola, quando ancora famoso non era.

La cosa stupefacente è che un genio del suo calibro è nato e vissuto in un ambiente quanto più lontano non poteva essere dal mondo della fisica e dell’ingegneria elettrica: quello rurale. Il bambino Tesla, infatti, viene da una famiglia di contadini. Milutin Tesla era sacerdote ortodosso della Lika, e Georgina Puka Mandić, invece, lei sì veniva da una famiglia di “inventori” di strumenti agricoli, ma chi avrebbe potuto immaginare che il loro secondogenito arrivasse a livelli simili?

Il primogenito era Danilo, chiamato Dane, una figura importantissima nella vita del nostro Nikola, e non credo sia un caso se la prima parte del volume ha le vignette a sfondo bianco fino alla sua morte e dopo il fattaccio lo sfondo è nero: per il nostro protagonista la spensieratezza della gioventù è finita e iniziano le ombre, i problemi e i sacrifici.

Una scelta stilistica interessante, quindi, ma non certo l’unica.

Per esempio, ho molto apprezzato le vignette a piena pagina che bene infondono sentimenti intensi come l’angoscia del protagonista a letto, malato di colera, con la morte tutto intorno a lui (p.71), o la tristezza infinita della famiglia che piange per la morte di Dane (p.61): un’immagine che spezza il cuore! Molto eloquente la scelta di Zico che dipinge tutto di nero lasciando in bianco soltanto i contorni dei personaggi, i loro visi addolorati e le lacrime che scendono copiose. Tutto molto semplice e suggestivo, senza sfumature per addolcire il momento più crudo di tutta l’opera.

Molto forti sono anche scene come quella del giovane Nikola con la valigia, davanti a casa, pronto a partire per l’università di Graz: si viene colpiti da un senso di ineluttabilità, come se il destino fosse davvero già scritto e non si potesse fare nulla per cambiarlo (p.74). Noi che sappiamo com’è andata la sua vita vediamo quel momento come l’inizio, come qualcosa di grandioso, anche se il protagonista non ha ancora idea di cosa gli succederà. Oppure va ricordata la vignetta di Tesla seduto, abbattuto dai rimorsi, mentre su di lui aleggia il ritratto della giovane donna morta per amor suo: come esprimere meglio il senso di colpa che attanaglia mente, cuore e anima tutta? (p.111).

Ci sono poi altre vignette che colpiscono l’attenzione di qualsiasi lettore: si tratta delle riproduzioni di famose fotografie di Tesla. Un esempio facile è la sua immagine nella “stanza dei fulmini” seduto tranquillo con un quaderno sulle ginocchia mentre sopra la sua testa serpeggia una scarica di fulmini (p.32).

Non a caso, l’originale fotografico è stato riprodotto in poster e cartoline in vendita durante l’esposizione in Porto Vecchio e qui nel volume viene ripetuta anche alla fine, con una diversa colorazione e una significativa citazione dell’inventore: «Lo scopo di un inventore è essenzialmente salvare vite. Se egli riesce a sfruttare le forze naturali, se migliora le apparecchiature o fornisce nuovi conforti e convenienze, aggiunge sicurezza alla nostra esistenza» (pp.114-115).

Quella di riprodurre le foto famose non è però l’ultima trovata di Zico per quest’opera,  infatti, chi leggeva i fumetti da ragazzino ricorda sicuramente gli scambi di battute nei classici balloons, ma qui i dialoghi sono ridotti al minimo e la storia non la raccontano i personaggi, ma la narra l’autore.

Mi viene da pensare che, per esempio, un fumetto di Dylan Dog senza i vari “Giuda ballerino” e senza le battute di Groucho sarebbe ben poca cosa, un raccontino leggero e lontano dalla sensibilità dei lettori, ma qui, senz’altro per merito di Misić, l’effetto ottenuto non è per nulla quello di estraniarci dalla storia, bensì di farci entrare nel pieno della vicenda e di emozionarci come se la storia ci fosse narrata davanti al fuoco in una nevosa giornata d’inverno.

Un fumetto non è un romanzo, lo sappiamo bene, e ci sono amanti dei romanzi che disdegnano i fumetti per la loro narrazione frammentata. Personalmente non ci penso proprio a concedere il premio all’una o all’altra tipologia, perché si tratta sempre di storie raccontate, solo in maniera differente e a volte può essere migliore l’una, a volte rende di più l’altra. Forse, la biografia di Tesla potrebbe essere interessante ma un pochino “asciutta”, se non addirittura noiosa, in forma di romanzo. Il volume della Hammerle ha invece il merito di averla resa emozionante, perché è indubbio che i volti disegnati da Misić, con occhi e bocca chiusi o più o meno sgranati ma sempre espressivi, sanno esprimere in pieno i sentimenti, i paesaggi particolareggiati ci rendono partecipi dei vari accadimenti, e persino le stagioni ci invitano a sentire come stanno i personaggi: è primavera, c’è il sole e sembra quasi di essere accarezzati dal sole nei momenti felici, mentre è calata la sera, oppure piove incessantemente, in quasi tutti i momenti più cupi e davvero si sente il freddo nelle ossa. Pur essendo in bianco e nero, questa biografia a fumetti mostra tante sfumature della vita dello scienziato, segno, come conferma nella prefazione Mario Cerne, presidente dell’Accademia del Fumetto di Trieste, che l’autore ha studiato a fondo per questo lavoro. Una ulteriore prova ce la svela invece Andrea Granbassi, professore di fisica teorica e direttore del Laboratorio Interdisciplinare per le Scienze Naturali e Umanistiche della SISSA, secondo cui l’opera di Zico porta avanti le intenzioni della mostra dell’autunno 2021: diffondere la conoscenza di Tesla e del suo operato anche oltre le nozioni di base che fanno parte di una cultura generale, e soprattutto espanderla anche ad un pubblico più ampio, fatto non solo di cultori della materia.

 

 

Živorad Zico Mišić

Tesla. Il signore dei fulmini

Le origini

Hammerle editori, Trieste 2022

  1. 116, euro 23,00