GIGI DATOME GIGANTE DI FUMETTO

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Gigi Datome
Il gigante del campetto
Il battello a vapore, Piemme, Milano, 2023
pp.96, euro 14,90

 

Gigi Datome gigante di fumetto

di Anna Calonico

 

Alzi la mano chi non conosce Gigi Datome.

Non vedo mani alzate ma ricordo ugualmente che si tratta di un campione del basket italiano che ha giocato anche in NBA, vincitore dello scudetto di quest’anno, capitano della nazionale, e ora anche ideatore di una storia a fumetti per ragazzi.

Gigi Datome

Scritta insieme a Marco Magnone e illustrata da Danilo Loizedda, si intitola Il gigante del campetto, ed è chiaro chi è il gigante e di che tipo di campetto si tratta. Protagonisti sono Gianna, una ragazza che ama i manga, e Cesare, puntato dai compagni perché in sovrappeso. Inutile dire che i due sono destinati ad essere presi in giro, soprattutto dal momento in cui decidono di giocare a basket in un torneo 3×3: a Gianna piacerebbe stare in squadra con Tiziano, il bello/bullo della scuola su cui vorrebbe fare colpo. A Cesare l’idea di giocare quel biondino piace molto meno, ma cosa non farebbe per fare piacere all’amica! Purtroppo, però, una ragazza e un “ciccione” che credono di poter sfidare degli sportivi provoca l’ilarità negli avversari, e che umiliazione quando proprio Tiziano li deride a gran voce!

Senza arrendersi, Gianna e Cesare vorrebbero allenarsi seriamente, ma il campetto è sempre occupato da altre squadre, e la mattina presto… c’è un gigante.

Non racconto altro della trama, ma è chiaro che il gigante Gigi li prende sotto la sua protezione: «Quelli non sanno proprio cos’è un campetto» «Cioè? » «Il posto dove ognuno, anche se non è nessuno, può diventare qualcuno».

Ho scordato una cosa importante: Datome ama i libri. Per tale motivo ha deciso di scriverne uno, e vi inserisce una simpatica scena in libreria: il gigante accompagna i due amici a cercare un libro che li rappresenti, e poi chiede a Cesare di cercare un libro per Gianna, e a Gianna di trovarne uno per Cesare. Questo, naturalmente, per impartire una lezione di vita da applicare anche sul campo da gioco: «Il campo è uguale, nessuno vince o perde da solo. Dovete pensare non solo con la vostra testa, ma anche con la testa dei vostri compagni. E dovete fidarvi, passare la palla significa credere in chi la riceve. Ogni vera squadra è più della somma dei suoi giocatori».

Si tratta di un libello delizioso, con una trama un po’ scontata ma piacevole, una lettura leggera e spassosa. È l’ennesima storia di formazione, ma questa volta, invece di passare sui banchi di scuola, si svolge su un campo di pallacanestro, ad indicare come uno sport di squadra possa aiutare a maturare insegnando disciplina, serietà, costanza, impegno, rispetto, empatia.

Le immagini, l’elemento più importante di un fumetto, non sono a colori, ma le mille sfumature di bianco e nero rendono bene paesaggi, emozioni, e anche lo scorrere del tempo, che in una partita ha un certo valore! Il tratto è piuttosto semplice, ma le figure sono pulite e immediate, senza fronzoli, ed esprimono bene il dinamismo delle azioni sul campo.

Credo che Datome sia riuscito nel suo intento educativo e viene voglia di uscire con un pallone a spicchi arancione! Spero che, ora che è fresco di pensione, trovi il tempo per inventarsi altre vicende da tradurre in fumetto; del resto, è lui stesso ad insegnarci che «Chi se ne importa se sbagli, l’importante è che non smetti di provarci». Credo che per i ragazzi sia importante prendere tra le mani un libro (ben fatto) di uno sportivo, e Datome è persona gentile e positiva. Lo si capisce fin dalla prefazione: «Mi sono emozionato moltissimo quando mi hanno proposto di scrivere un libro per voi giovani sportivi. Quello che state vivendo è un periodo magico, e ancora oggi lo porto dentro di me con tanto affetto. Magico non vuol dire facile, so anche questo: è un periodo in cui ci si comincia a fare mille domande e si incontrano i primi piccoli problemi della vita. E si deve provare a risolverli: talvolta con l’aiuto di un adulto che ci guida verso la scelta giusta, talvolta da soli, come ci si aspetta da piccole grandi donne e piccoli grandi uomini come voi. E proprio come accade in questo libro».