Giorgio Bassani dal particolare all’universale

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Secondo l’immaginario bassaniano la poesia si presenta quasi come un canto soggiacente, una voce lirica che alimenta la costruzione letteraria nel suo complesso

di Silvia Datteroni

 

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Pubblicato nella collana Bassaniana di Giorgio Pozzi Editore (Ravenna 2020), con il patrocinio della Fondazione Giorgio Bassani e il contributo del Department of Modern Languages della University of Mississippi, Dal particolare all’universale. I libri di poesia di Giorgio Bassani, curato da Valerio Cappozzo, costituisce il primo studio sistematico sulla poesia di Giorgio Bassani, essenziale per inquadrare la sua figura nel Novecento letterario.

«Noi, credo, teniamo della natura disgraziata dei poeti, tutti senso e lotta». La citazione bassaniana, contenuta nei diari Da una prigione, acquisisce un valore quasi programmatico all’interno del complesso sistema di occorrenze lessicali e frequenze concettuali rintracciabili nell’opera dello scrittore. In svariate occasioni, infatti, Giorgio Bassani dettaglia una precisa idea di poetica: presenta, insiste, scandaglia il senso ultimo di una poesia crocianamente intesa, come spazio di esperienza della coscienza intuitiva. Si tratta di un’intuizione estetica alla base del processo creativo, che nel caso di Bassani coincide sia con l’esperienza narrativa, sia con quella poetica.

Secondo l’immaginario bassaniano il poeta non è un mero esecutore di versi, giacché la poesia si presenta quasi come un canto soggiacente, una voce lirica che alimenta la costruzione letteraria nel suo complesso. Lo dichiara più e più volte nelle interviste, identificando la figura dello scrittore a quella del poeta: «uno scrittore vero – un poeta diciamo»; «ogni scrittore vero, diciamo ogni poeta». Ribadendo così una urgenza etica di fondo che lo spinge a un’identificazione completa tra poesia e scrittura: «io non cambio mai penna. Non ho una penna per la prosa, una penna per la poesia… sono sempre io».

Questo cortocircuito tra generi letterari, cifra inconfondibile dell’opera di Bassani, è stato costantemente riaffermato e da lui difeso nel corso della sua traiettoria artistica e opportunamente investigato dalla critica bassaniana. Il libro Dal particolare all’universale. I libri di poesia di Giorgio Bassani, curato da Valerio Cappozzo, si inserisce negli studi sulla poesia del ferrarese delineando nuove e stimolanti prospettive critiche alla luce del ritrovamento di materiale archivistico inedito contenuto nel Fondo eredi Bassani, recentemente ordinato e digitalizzato. Il valore di questo libro, dal titolo espressamente crociano, è direttamente proporzionale all’importanza e al peso ricoperto dalla poesia nella produzione bassaniana: il volume, infatti, da un lato ripropone, approfondendoli, alcuni aspetti generali e imprescindibili della poetica dell’autore, dall’altro invece suggerisce nuove e specifiche linee di interpretazione di un’esperienza che solo in apparenza è da considerarsi secondaria. La struttura bipartita del libro, suddiviso nelle due sezioni Il particolare e l’universale, se da un lato riprende strategicamente una citazione di Benedetto Croce, dall’altro riflette idealmente l’operazione letteraria portata avanti da Bassani quando dice: «si parte quasi dal niente-niente, per arrivare al resto, a tutto il resto».

Il volume ha un approccio analitico che alterna il momento esegetico a quello ermeneutico. Così nella prima sezione, vengono raccolti interventi che indagano l’occasione poetica della produzione lirica bassaniana, mentre nella seconda le riflessioni si concentrano sostanzialmente attorno all’intenzione poetica dello scrittore. Partendo da un’analisi puntuale della poesia di Bassani si procede quindi, progressivamente, verso uno studio sul valore universale dell’esperienza lirica, alla luce di un’esigenza etica dello scrittore, quella di “capire” e “far capire” il proprio linguaggio e la propria poetica. L’arco di tempo considerato in questo volume va dal 1945 al 1981 e copre le fasi dell’intera produzione artistica del ferrarese. I contributi degli autori hanno il merito di ricostruire le tappe principali di un discorso intellettuale che va delineandosi in funzione di una tensione poetica costante e costantemente dichiarata dallo scrittore ferrarese.

Cappozzo, nell’introduzione al volume, si premura di ricordarlo attraverso una dichiarazione dello stesso Bassani: «non avrei mai potuto scrivere i miei romanzi senza aver scritto prima le poesie che ho composto durante la guerra».

Nella prima parte Cappozzo ha chiesto a tre scrittori di introdurre il lettore nell’atmosfera poetica bassaniana: Giorgio Montefoschi tratta del paesaggio poetico del ferrarese; Paolo di Paolo individua il Bassani più intimo, colui che nasconde dietro alla narrativa i suoi versi; Flavio Santi, fa un’analisi della prima silloge poetica, Storie dei poveri amanti (1945). Gli ultimi due saggi di questa sezione sono di Sergio Parussa, che indaga la produzione poetica dagli esordi al 1950, mentre lo stesso Cappozzo scrive sulle sillogi del 1974 e del 1978, Epitaffio e In gran segreto. La seconda sezione del volume, affronta lo studio della poesia di Giorgio Bassani in relazione ai suoi maestri, Benedetto Croce, Giorgio Morandi, Roberto Longhi; sia attraverso gli scambi epistolari con gli amici bolognesi Francesco Arcangeli, Antonio Rinaldi, Attilio Bertolucci; sia analizzando le interviste rilasciate dallo scrittore sia soffermandosi sugli anni dell’impegno editoriale nel ruolo di redattore della rivista Botteghe Oscure.

Attraverso questi studi teorico-critici e filologici, il volume rintraccia il tono lirico di Bassani, ovvero quel ritmo «puro, poetico» che echeggia nell’intera opera del ferrarese, conferendogli una proiezione lirica universale. In tal senso, sono di particolare interesse anche le Appendici contenute nel volume che si soffermano sull’accoglienza dei libri di poesia di Bassani da parte della critica più illustre (Montale, Pasolini, Garboli, Ginzburg, Siciliano); sulla ricezione nordamericana della poesia di Bassani, con le traduzioni in inglese, ed infine merita una doverosa menzione lo studio critico-filologico condotto sul manoscritto inedito della raccolta Te lucis ante. La scelta di porlo a chiusura del volume ne sottolinea la coerenza strutturale interna che riconduce al punto di partenza. Si tratta, infatti, del «suo libro più importante», come dichiara lo stesso Bassani: «non avrei mai potuto scrivere niente, se non avessi, prima, scritto, Te lucis ante».

La poesia di Bassani è caratterizzata dall’essere un momento parallelo e complementare alla scrittura narrativa, nel quale, però, lo scrittore si vede obbligato a impiegare categorie temporali diverse, inevitabilmente personali. Nella poesia la contemplazione del passato porta direttamente a un presente estraneo alla prosa: «il presente […] mi costa: per arrivare al presente […] ho tentato di esorcizzare la difficoltà nella lirica». Non è un caso che nel 1973 esca la prima edizione dell’opera narrativa completa, Il romanzo di Ferrara, e subito dopo nel 1974 la sua antologia poetica Epitaffio: due opere complementari, provenienti dalla stessa realtà letteraria, umana ed etica. Nel 1991, in Un’intervista inedita, lo scrittore enfatizza un fatto essenziale della sua poetica, affermando: «Nel volume che raccoglie tutte o quasi le mie poesie, In rima e senza […], ho cercato di dire ciò che non ero riuscito a dire (di me, in particolare) nel Romanzo di Ferrara».

Senza dubbio Dal particolare all’universale. I libri di poesia di Giorgio Bassani costituisce un prezioso quanto necessario contributo scientifico agli studi sulla sua poetica, un libro che ci farà finalmente riconsiderare i suoi versi come punto di partenza e linfa vitale dell’intera opera letteraria dello scrittore ferrarese.

 

 

Silvia Datteroni

Silvia Datteroni, presidente della Società Dante Alighieri di Granada, è dottore in Lenguas, Textos y Contextos per l’Università di Granada e dottore in Italianistica per l’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”. Studiosa di Giorgio Bassani, si è occupata in particolar modo della ricezione dello scrittore ferrarese nel mondo ispanico. Ha inoltre avviato il lavoro di riordino e digitalizzazione del Fondo eredi Bassani. Tra le sue pubblicazioni bassaniane segnaliamo: L’ascia ch’io ti ricordi. Historia(s) y memoria en Giorgio Bassani (Hybris: revista de filosofía, 8/2017); Un clásico timido. Giorgio Bassani in Spagna: dalla Transizione democratica a oggi e Giorgio Bassani e i lettori argentini (entrambi in Cahiers d’études italiennes. Da Ferrara a Buenos Aires: contributi sulla ricezione italiana e internazionale di Giorgio Bassani, 26/2018); La ricezione di Giorgio Bassani in Spagna (RSEI: Revista de la Sociedad de Estudios de Italianistas, 12/2018); Giorgio Bassani nella Spagna post-franchista (Cento anni di Giorgio Bassani, a cura di Giulio Ferroni e Clizia Guerrieri. Roma: Edizioni di Storia e Letteratura, 2019).

 

copertina:

 

Dal particolare all’universale

I libri di poesia di Giorgio Bassani

a cura di Valerio Cappozzo

Giorgio Pozzi editore, Ravenna 2020

  1. 488, euro 35,00