Guerra e dopoguerra di Elsa

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di Marina Silvestri

 

Elsa Fonda, interprete, autrice e regista, definisce i ricordi raccolti in questo libro «schegge d’anima”. Un libro luminoso come l’aria, «la luminosità miracolata che avvolgeva anche le pietre», profondo come il mare di Pirano, la cittadina istriana che fu costretta a lasciare, venendo profuga a Trieste dove l’inserimento sarà difficile: «Trieste era grande e ostile, la città mi guardava ma non mi vedeva». La cresta sulla zampa, è la parabola della famiglia Fonda, cattolica di sentimenti comunisti, il calvario e la solitudine della condizione di esule. «La scrittura di Elsa Fonda – osserva nell’introduzione Livia de Savorgnani Zanmarchi – un italiano impreziosito da frequenti forme dialettali che conferiscono al romanzo momenti di vivacità, di intimità e quotidianità – è un luogo di un impegno etico attraverso il quale la scrittrice lega la forma della propria parola al destino sociale suo e degli altri».

Coinvolgenti sono le pagine che restituiscono il paesaggio, i colori, i profumi della campagna e della costa, il mutare delle stagioni, l’attesa dei giorni di festa nei quali la comunità si specchiava nelle proprie radici. Le voci dei vicoli e delle piazzette, i bagni, le saline di Sicciole, che volevano dire «calore che faceva impazzire, luce che abbagliava e bocca arsa. Pace stregata». Dalle gioie e le prime ferite dell’infanzia, al difficile rapporto con la madre (che nascondeva una tragedia) avara di carezze, alla scoperta dell’amore. La libertà intesa dal padre (che credeva nell’internazionalismo e nella fratellanza, presidente del Comitato popolare di liberazione, poi delle Cooperative) come giustizia sociale e riscatto nello studio, diventa per l’autrice ricerca di indipendenza e spiritualità: si scontra con la famiglia, gli amici, la religione. Costante un tormento interiore: «Mi allenavo a sentirmi perduta», scrive nel ricostruire la “gestazione” della sua orgogliosa personalità, di lei che pensava di dover obbedire e basta.

Lucide, calibrate, prive di enfasi le parole che restituiscono il clima politico, il regime fascista, la guerra, i partigiani, la liberazione. Pochi tratti di penna: «Al canto dell’Internazionale i responsabili degli antifascisti entrarono in comune. Il vecchio compagno Sema, magrissimo, uscito dal domicilio coatto, prese la parola: “Cari compagni, non è ancora finita”. Era stata facile scelta la resistenza: uniti imbracciare il fucile per scacciare lo straniero e non per conquistare un fantomatico impero. Sarebbe stata più difficile la resistenza contro il nemico che covava dentro ciascuno. Non bisogna mai credere di essere liberi per sempre». Il figlio di Antonio Sema, Paolo, che «assomigliava a Lenin» era preside del liceo scientifico promosso nel 1944 dal Cln, che Elsa frequentò per qualche anno; chiusa la classe, dovette spostarsi prima al liceo di Capodistria, dove con Fulvio Tomizza condivise l’interesse per il teatro e la recitazione, poi a Rovigno.

Un romanzo-documento in cui il mito e la storia fanno da contrappunto alle vicende del Novecento. Attraverso vecchi diari e temi scolastici conservati gelosamente, Elsa Fonda parla del disappunto della gente lascata sola dall’Italia, in balia “dei grandi”, che si dibatteva come i pesci nella rete, mentre la federazione jugoslava ostacolava la comunità italiana. «L’atto lacerante della partenza, era l’ultimo sforzo per conservare l’essenziale: l’identità». Andarsene per non fare ritorno, abbandonare il “luccichio del mare sulle case”, l’incanto di una terra antica, plasmata dalle popolazioni che vi erano approdate, e dall’orgoglio di Venezia da cui lo stemma con la zampa di gallo con la cresta, “simbolo di soldati impennacchiati e superbi, che aveva giustificato vanità aggressive per conquiste efferate ormai metafora di universale disfacimento».

«Un libro forte, poetico doloroso e capace di andare inaspettatamente e dolorosamente in fondo alla verità – ha scritto Claudio Magris – una verità che non è soltanto individuale, ma è allo stesso tempo individuale e collettiva, storica».

 

 

 

Elsa Fonda

La cresta sulla zampa

Hammerle editori, Trieste 2022

  1. 252, euro 15,00)