Homo digitalis e homo sapiens

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di Giuseppe O. Longo

 

Le Cinque Leggi di cui ci parla Varanini riguardano il rapporto dell’uomo con le macchine digitali. Partendo da Leopardi e Goethe, l’autore esamina le posizioni di Kant, Leibniz, Frege, Turing, Pascal… fino alle macchine a guida autonoma di Elon Musk. In conclusione, il mondo digitale di oggi è il frutto più maturo del pensiero illuministico, dominato dalla dea Ragione, benché una propaganda interessata lo presenti come una rottura radicale rispetto al passato. Le Cinque Leggi, che limitano gravemente le libertà individuali e la convivenza sociale, sono: I: Ti arrenderai a un codice straniero; II: Preferirai la macchina a te stesso; III: Non sarai più cittadino, sarai suddito o tecnico; IV: Lascerai alla macchina il governo; V: Vorrai essere macchina. Enunciate con enfasi messianica, queste leggi costituiscono un’epitome della cultura digitale e annunciano il progetto di macchine destinate a occupare sempre e ovunque il posto di noi esseri umani.

I profeti del digitale non perdono occasione di ricordare ai cittadini la loro ignoranza, la loro inettitudine e la loro incapacità di capire: il progresso digitale è presentato come una fatale manifestazione di vere e proprie Leggi di Natura che non lasciano alcun margine di libera scelta. Di qui a presentare il progresso come dinamismo salvifico il passo è breve: è così dolce farsi guidare dalle macchine, e ancora più allettante è la prospettiva di trasformarsi in macchina, senza più responsabilità, cullandosi in una beata inconsapevolezza. Le macchine sono la nuova forma di governo e il tecnocrate è la nuova figura dominante, mentre il cittadino è ridotto a utente passivo e obbediente. Ma di fronte all’algida onnipresenza delle macchine digitali e degli algoritmi, alcuni uomini saggi si sono impegnati a recuperare la nostra umanità.

L’essenza del libro è riassunta in due succose pagine (274-75) dove Homo digitalis e Homo sapiens sono messi a confronto. Il primo accetta la superiorità delle macchine, anzi preferisce la macchina a sé stesso fino al punto di volersi trasformare in macchina. Homo digitalis incrementa le proprie conoscenze, compresa la conoscenza di sé, affidandosi agli algoritmi, senza rendersi conto che l’immagine che gli viene restituita del mondo e di sé è il prodotto di un codice scritto da qualche tecnico ignoto. Per Homo sapiens esistono strumenti e linguaggi diversi per conoscere il mondo e sé stessi, di cui quello adottato da Homo digitalis non è certo l’unico. Homo sapiens non concede alla macchina una fiducia incondizionata, mentre Homo digitalis considera il linguaggio dei numeri superiore ad ogni altro linguaggio e il pensiero computante superiore ad ogni altra forma di pensiero, riconducendo di conseguenza il mondo alla sua descrizione logico-formale. Homo sapiens conosce e pratica la narrazione, la forma più completa di restituzione del mondo e del sé, una forma che ricerca costantemente il senso e che rispecchia la storia millenaria e continuamente rinnovata dell’uomo nel mondo. Per Homo sapiens il computer non è l’unica macchina possibile, dato che egli vive in un mondo dagli orizzonti aperti, che gli consente di inventare sempre nuove macchine e nuovi linguaggi. In questo mondo fonti di conoscenza sono, accanto alla logica e alla matematica, l’arte, la musica, la poesia, la letteratura. Homo digitalis ha rimosso la Storia, la propria e quella del mondo, e vive in un eterno presente con lo sguardo rivolto al futuro, al progresso, trascurando tutto ciò che risale al passato, alla memoria, al ricordo, all’emozione dell’essere nel mondo. La narrazione non fa appello solo alla ragione, ma chiama in causa il coraggio, il desiderio, la saggezza e ciò che sopratutto contraddistingue l’essere umano: la scintilla della coscienza. Gli strumenti digitali rischiano di trasformare il cittadino in un mero utente inconsapevole di servizi e di mondi già costruiti. Bisogna dunque trasgredire le Cinque Leggi, e per farlo è necessario conoscerle.

 

 

 

Francesco Varanini

Le Cinque Leggi Bronzee

dell’Era Digitale. E perché

conviene trasgredirle

Guerini e Associati, Milano, 2020

  1. 318, euro 24,50