Il Giorno postumo di Parini

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di Fulvio Senardi

 

Scriveva nel 1892 Giosuè Carducci: «il secolo che noi vediamo finire ascenderà nelle storie d’Italia alto senza pari per la gloria del pensiero e dell’azione civile.  Sarà lo stesso per l’arte, in specie per la poesia? A castigo di certi orgogli e di certi spregi, riguardiamo un poco, spregiudicatamente e soprattutto con informata coscienza, nel secolo passato al Goldoni, al Parini, all’Alfieri. Quanta, in tanta bassezza di opinioni politiche,  in tanta miseria di idee d’opinioni e di costumi, quanta, nelle opere di quei tre, larghezza, continuità, intensità, efficacia immediata e rinnovante». E continuava, appoggiandosi a Settembrini, in un altro passo della sua Storia del “Giorno” di Giuseppe Parini, «la poesia del Parini ci annunzia il più grande avvenimento della rivoluzione latina, il cadere dell’aristocrazia […] nessuno ha dato al mondo il quadro d’una grande corruzione di un ordine civile che indi a poco muore». Stimolanti messe a fuoco: anche nel periodo di maggior bassezza dello spirito nazionale, possono sorgere degli uomini che indicano, magari con le armi taglienti della satira, dove debba incidere il bisturi della coscienza civile, invocando magari, in forma implicita, questa la visione di Settembrini, il superamento della diffusa corruzione di un’élite, che il letterato napoletano ha chiamato con il suo nome storico, l’aristocrazia.

È dunque morto il messaggio di Parini, nella misura in cui appare così condizionato dalle circostanze storiche? Non ne sono convinto; immagino che in molti operino, così vivaci come in me stesso, dei processi discorsivi che mi conducono a riflessioni certo amare, ma non forse inutili: cosa avrebbe detto il Parini (o Manzoni, o Dante) di fronte a tutto ciò? E questo tutto è il Paese in cui viviamo e nel quale la sferza morale del Parini non cesserebbe un attimo – se fosse tra noi con ancora vibranti il suo impegno civile la sua irriducibilità morale – di sibilare. E Dante? Quanti dei dannati avrebbero i volti di chi ci parla dagli schermi azzurrini della TV oppure occhieggia dalle pagine dei giornali, o peggio ancora, siede tronfio sugli scranni degli Alti Consessi della nostra Repubblica? Altro che  l’Inferno raccontatoci dal giornalista Cazzullo, così vuoto, per non compromettersi, di presenze attuali scelte fra i “mostri” della nostra epoca, quanto sovrabbondante di pezzulli esplicativi, scopiazzati da wikipedia, sulla allusioni mitologiche del Sommo Poeta. Mi dà occasione per scrivere tutto ciò l’uscita di un altro volume della splendida Edizione nazionale delle Opere del Parini (Il Giorno. Il Mattino, il Meriggio, il Vespro, la Notte a cura di Roberto Leporatti, con il commento di Edoardo Esposito e Antonio Di Silvestro, Fabrizio Serra editore). Un libro apparso nel 1801, due anni dopo la morte del Poeta, per la cura di un suo discepolo Francesco Reina, e che riuniva per la prima volta oltre al Mattino e al Mezzogiorno (ribattezzato Il Meriggio nel volume del Reina), pubblicati già a metà degli anni Sessanta, Il Vespro e La Notte, dando così inizio, spiega Leporatti, ad «una tradizione editoriale inevitabilmente soggetta […] alla contaminazione di redazioni e testimoni, a stampa e autografi, nonché all’arbitrio dei singoli curatori». Si rimanda alla lucida introduzione per cogliere la complessità di operazioni filologiche così fini come quella messa in atto nel presente libro, obbligato a muoversi all’interno di ciò che appare, per Il Vespro e La Notte, un cantiere pariniano ancora aperto; per altro, come conclude Leporatti, l’impegno di restituire una versione autorevole e autorizzata da plausibili testimoni del testo del Giorno, ha fatto riferimento all’edizione pariniana curata da Dante Isella nel 1969 e pubblicata da Ricciardi, rispetto alla quale «il presente lavoro non può che riconoscersi, umilmente, come una sua revisione, piuttosto che come una vera e propria nuova edizione».

 

Giuseppe Parini

Il Giorno

Il Mattino, il Meriggio,

il Vespro, la Notte

a cura di Roberto Leporatti

Fabrizio Serra editore, Pisa-Roma 2021

  1. 309, euro 84,00 (brossura)