IN ALBANIA DURANTE LA GUERRA

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Benedetta Moro

 

Nato in Emilia-Romagna, Ruggero Ferraiolo ha vissuto gran parte della sua vita in giro per il mondo, ritrovandosi poi a lavorare nel campo della Proprietà Industriale e Intellettuale tra Trieste e Milano. C’è un periodo, però, che sicuramente ha inciso nel suo immaginario.

A tredici anni con la madre e i fratelli raggiunge il padre bancario a Tirana. Era il 1940 e il capitolo orribile della seconda guerra mondiale era da poco iniziato. Per sei lunghi anni Ferraiolo resta nella capitale albanese e questo lasso di tempo lo segna sicuramente, tanto che i ricordi diventano un fiume in piena, evidentemente pronto, quest’anno, ad adagiarsi sulle pagine del libro Tirana 1940 – 1946 (Europa Edizioni, pp. 73, €12,90).

Chi conosce la storia sa che nel ’39 l’Italia di Mussolini occupò l’Albania. E proprio così inizia il volume, ricordando precisamente la data dell’8 aprile, quello che fu l’ultimo re d’Albania, Zog, e il libro di Montanelli che stava uscendo in quel periodo in Italia, Albania una e mille.

Ferraiolo arriva prima a Durazzo, dopo un viaggio in nave. Allo sbarco, il primo incontro con il padre che attendeva il resto della famiglia su un molo “di un’umanità indaffarata in mezzo a casse, mucchi di merci, camion e carretti fermi e in movimento, asinelli stracarichi in attesa paziente di una frustrata per rimettersi in cammino”. Certo, i Balcani, in quel periodo, non corrispondevano al luogo ameno dove vivere con bambini, ma il capofamiglia Ferraiolo “era un tipo inquieto e un po’ avventuroso, voleva far carriera e la cosa gli andava bene”. I piccoli avevano già girato abbastanza l’Italia, ormai erano abituati ai traslochi. E da qui incomincia l’avventura albanese dell’autore che, con semplicità, racconta le sue diverse sistemazioni. Ferraiolo vive moltissime nuove situazioni, ciascuna caratterizzata da dettagli interessanti, che aiutano il lettore a capire la vera atmosfera e il contesto storico del tempo.

Ferraiolo parla della scuola, del “Liceo Italiano Francesco Crispi”, così come dell’Organizzatore italiano per la cultura in Albania, “studioso di storia e ambiente albanesi”, Sestilio Montanelli, il padre di Indro. E delle classi, miste, formate da italiani, greci, kosovari, macedoni, albanesi, di religione musulmana, cattolica e ortodossa, ma ritenuti, e loro stessi si sentivano, tutti uguali.

Quella Tirana bucolica, dalla natura meravigliosa verrà però abbandonata brevemente da Ferraiolo con la madre e i fratelli, dopo i primi esiti negativi dell’attacco di Mussolini alla Grecia. Ma questo ritorno in Italia fu un lampo, tanto che nel ’41, quando la Germania intervenne nel contenzioso, Ruggero rientrò in Albania. Ed ecco quindi i ricordi dei bei momenti trascorsi a caccia con il padre tra le pendici dei Dajiti e delle forti amicizie con i compagni di scuola.

Intanto il partito nazionalista e quello comunista prendevano sempre più piede, gli animi iniziavano a riscaldarsi contro l’Italia, nonostante che comunque in Albania la situazione sembrasse apparentemente tranquilla. La fine del fascismo era alle porte e il 25 luglio arrivò.

L’Albania italiana si sentiva ormai abbandonata dal proprio Stato e attendeva, attendeva. Ruggero visse tutti quei momenti, così come l’arrivo dei tedeschi, le cadute delle bombe americane. Di italiani, sembravano rimanere solo lui e la sua famiglia: diversi sono gli episodi che l’autore racconta con passione e, forse, ancora con un po’ di timore. Finché arriva la liberazione dai tedeschi, che Ferraiolo visse sulla sua pelle, trovandosi al centro della zona calda dopo mesi di dure restrizioni, eventi spiacevoli, fucilate, morti di suoi amici e l’accusa di ospitare partigiani in casa.

Ferraiolo lasciò l’Albania poco dopo l’instaurazione del regime comunista, in seguito alla nascita dell’ultima sorellina. Era arrivato il momento di tornare. La nave Sandrina li aspettava a Durazzo, direzione Italia. La nostalgia e l’emozione ritornano però nell’ultima pagina, quando Ruggero negli anni ’90 ritorna in Albania, tra le case abitate un tempo, dove nessuno ora immagina il passato di quelle mura.

 

Ruggero Ferraiolo, Tirana 1940 – 1946, Europa Edizioni, Roma 2015, pp. 78, Euro 12,90