In balia degli eventi

| | |

di Silva Bon

 

 

Dove si legge delle ricadute a cascata di sofferenze, deportazioni, deprivazioni, che i civili, cittadini inermi ed estranei al circo tragico della guerra, sono costretti a subire e sopportare quando scoppia un conflitto armato.

L’autore del Diario può assumere la connotazione di un simbolo, di un esempio delle vicissitudini che hanno affrontato durante la prima guerra mondiale decine di migliaia di immigrati italiani residenti a Trieste (ma anche a Gorizia, in Istria, nel Litorale Austriaco, e in altri Land interni), divenuti improvvisamente nemici pericolosi e indesiderati, al momento della dichiarazione di guerra del Regno d’Italia all’Austria Ungheria nel maggio 1915.

In particolare Pietro Crichiutti è il protagonista delle vicende di peregrinazioni sofferte in ospedali, campi di concentramento, asili, conventi tra Trieste, Wagna, Katzenau, Milano, Udine, Firenze, Pausula, Macerata, tra il 23 maggio 1915 e il 14 marzo 1919. Lui, giunto a Trieste nel 1899, qui lavora come infermiere al Civico ospedale, l’attuale Ospedale Maggiore, presso la Terza divisione psichiatrica; ma ben presto viene adibito alla Cancelleria del reparto per i lavori di scritturazione, addetto alla copia dei documenti sanitari, anche grazie alla sua bella grafia, ordinata e leggibile. Colpito da una seria malattia nella primavera del 1915, si vede costretto a necessarie degenze ospedaliere e a lunghe cure domiciliari, che gli impediscono di prendere provvedimenti attivi e iniziative personali di reazione al momento in cui, da semplice lavoratore straniero in Austria, come suddito di uno stato nemico e aggressore, diventa perseguibile e perseguitato.

Si deve a Neva Biondi e a Franco Cecotti il rinvenimento del Diario, ancora qualche anno fa: in realtà si tratta di due versioni, ben venti quaderni, consegnati da Maria Cerquenich, moglie di Crichiutti, al Museo di Storia Patria presso i Civici Musei di Trieste. La scoperta ha permesso la valorizzazione e quindi la pubblicazione dei materiali, frutto della lunga, assidua, paziente opera di scritturazione e appuntazione di Pietro Crichiutti, profugo in Austria e in Italia.

I due curatori sono ricercatori e collaboratori dell’Istituto regionale per la storia del movimento di liberazione nel Friuli Venezia Giulia (di cui Franco Cecotti è stato anche presidente dal 2003 al 2007) e hanno pubblicato monografie e saggi sulla prima guerra mondiale, sull’emigrazione e sulla storia dei confini adriatici ed europei. La loro lunga esperienza assicura alla presente operazione culturale un approccio scientifico e didattico esemplare, evidente non solo dalla lettura dell’ Introduzione premessa al Diario, ma dalla stessa composizione e curatela del volume.

Essa presenta, tra l’altro, anche le illustrazioni a colori, opera ingenua e naif di Pietro Crichiutti, contenute nei quaderni: si tratta di disegni e di grafici prodotti nell’immediato dopoguerra, acquarelli che ricordano scorci, piazze, luoghi delle Marche dove lui ha soggiornato; immagini dei viaggi nei campi di prigionia; treni che vanno via da Trieste e ritornano; e una bella fotografia, un ritratto ambientato in una baracca del campo di Wagna, dove si vede Crichiutti, stanco e affaticato, appoggiato a un bastone, seduto su un letto misero con dietro uno sfondo precario e sofferto. In prima e in quarta di copertina due illustrazioni vivaci e ricche di particolari eloquenti: la sede del quotidiano Il Piccolo di Trieste, incendiato il 23 maggio 1915, dopo l’annuncio della dichiarazione di guerra da parte dell’Italia e la Pianta dell’Asilo profughi di santa Maria Novella a Firenze, dove l’Autore è stato ospitato per un breve, tormentato periodo.

Il valore di questo libro sta, a mio avviso, nella volontà, da parte dei curatori, di evidenziare la storia esemplare di un uomo semplice, caduto in balia di eventi, di circostanze, di forze che tendono ad oggettivarlo: nello sguardo dal basso, nello spazio e nella voce che è stata data ad una persona umile, semplice, ma attenta a cogliere la realtà attorno e consapevole del momento storico che sta vivendo, si coglie l’opportunità di lettura.

Il confronto con questa storia ricca e umana permette di ricostruire avvenimenti sottaciuti e aggiungere un tassello di memoria di vite spesso dimenticate.

 

 

 

 

Pietro Crichiutti

Diario di un regnicolo 1915-1919

Trieste, Wagna, Katzenau, Udine,

Firenze, Macerata

(a cura di Neva Biondi e Franco Cecotti)

IRSML F.V.G., Trieste 2016

  1. 198, euro 20