In ognuno è il confine

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di Marina Silvestri

 

Un libro come punto di partenza per ricostruire la complessa e ricca personalità di Gino Brazzoduro, figura esemplare di intellettuale di frontiera. Pericle Camuffo dedica all’autore fiumano un volume in cui affianca a una disamina del lavoro poetico, una scelta di lettere tratte dai carteggi con Paolo Santarcangeli e Fulvio Tomizza, amicizie nate grazie alla mediazione di Biagio Marin: Gino Brazzoduro. Per una moderna cultura di frontiera (Luglio Editore, p. 178, euro 13.00, con il patrocinio dell’IRCI).

Centrali nel lavoro di Camuffo, docente di comunicazione interculturale, sono gli articoli che lo stesso Brazzoduro ha redatto sulla sua esperienza personale. Un uomo definito da Elvio Guagnini «un grande mediatore fra la cultura italiana, slovena e tedesca e fautore del dialogo e di un’analisi controcorrente e antinazionalistica del rapporto fra italiani e slavi a Trieste».

Nato a Fiume nel 1925, discendete da una famiglia di origine veneziana, Brazzoduro, dopo il conseguimento della licenza liceale si laurea in ingegneria alla Scuola Normale di  Pisa. Riparato in Italia nel 1945, lavora alla Società Italsider di cui diviene un dirigente di alto livello. Trasferito a Trieste, per cercare risposte ai motivi che hanno portato in queste terre lacerazioni e lutti dove prima convivevano culture diverse, si avvicina alla lingua e alla cultura slovena di cui forte era rimasta in lui nei ricordi l’impronta del canto udito in chiesa e nei cori; amante delle musica considerata «la più vera madrelingua».

Scrive Brazzoduro parlando di quella che definisce la sua “curiosità”: «Sullo sfondo dei miei anni d’infanzia avvertivo vagamente anche la presenza quasi impalpabile di altre lingue quasi pollini disperdersi nell’aria. […] A Fiume poi si poteva ancora ascoltare in quegli anni l’ungherese e il tedesco parlati dalle persone più anziane e talvolta perfino una strana lingua parlata da qualcuna delle numerose famiglie ebree che vivevano in mezzo a noi». La lingua negata irromperà durante la guerra sui muri delle case «diventati la grande lavagna di un nuovo apprendimento, i volantini, nuovi libri di testo, le riunioni clandestine, la nuova scuola». Commenta: «Tutta quella cultura “superiore” (la cultura italiana n.d.r.) aveva portato a questo risultato, la tempesta della storia non faceva troppe distinzioni, strappava imparzialmente le foglie dei rami e le disperdeva nella polvere del mondo. Si ripartiva da zero».

Gino Brazzoduro ha pubblicato quattro raccolte di versi: Confine (Genova 1980); Oltre le linee (Pisa, 1985); A Itaca non c’è approdo (Pisa, 1987); Tra Scilla e Cariddi (Pisa 1989), uscito postumo. Un percorso poetico e filosofico che lo ha portato, sottolinea Camuffo, alla necessità di sconfinare, all’erranza. «In ognuno è il confine/nitido contorno/che nell’aria incide/l’orizzonte/linea impercettibile/che l’ora sfuggente divide/il giorno dall’ombra/silenzio e suono/memoria e annunciazione/morte e vita/unico fiore». Ha collaborato con la rivista  Most, di Trieste firmando alcuni interventi su autori e pagine di storia con lo pseudonimo di “Illyricus”; inoltre La Battana, Panorama, Primorska, Srecanja, Sodobnost, Nasi Razgledi. Affascinato dalla poesia di Srečko Kosovel che tradusse in italiano, rilevò invece nel Mio Carso di Slataper la mancanza della voce “dell’altro”.

Camuffo applica all’analisi dei lavori di Brazzoduro le categorie interpretative del Border Studies, nota Cristina Benussi nell’introduzione; della frontiera traspaiono nel libro la vita di relazione e le contraddizioni. In una lettera a Tomizza, Brazzoduro scrive: «Prima o poi si arriva alla necessità di decidere “binariamente”. All’illusione alla speranza del “et-et” si sostituisce la ferrea e spietata logica del ‘”aut-aut”». A Santarcangeli, rispetto ai giudizi di filo-slavismo, ribatte: «Basta così poco di obiettività storica per essere considerati tout-court dei “filo””?» Un destino, che obbliga a schierarsi pro o contro. Di grande attualità.

 

Pericle Camuffo

Gino Brazzoduro.

Per una moderna

cultura di frontiera

prefazione di Cristina Benussi

Luglio Editore, 2022

con il patrocinio dell’IRCI

  1. 178, euro 13.00