Incisioni di Ossi Czinner alla Saletta

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“La Saletta” di Hammerle editori in Trieste ha ospitato, dal 18 febbraio al 7 marzo un’interessante rassegna di incisioni di Ossi Czinner, artista di valenza internazionale, una ventina di opere provenienti da un’importante collezione privata.

Ossi Czinner, – Rosetta per l’anagrafe – nacque a Vienna nel 1924, figlia di un banchiere ungherese e di una nobildonna austriaca, nipote del grande regista espressionista Paul Czinner, allieva di Marcello Mascherini, nel 1969, dopo circa vent’anni passati in parte a Trieste, in parte a Roma, aveva acquistato Villa Antonini Belgrado a Saciletto di Ruda, in provincia di Udine e, assieme al pittore triestino Federico Righi, che fu anche suo compagno di vita, vi aveva fondato il “Centro internazionale di grafica” inaugurato il 20 settembre del 1970. Il Centro, nel cui direttivo figuravano personalità di spicco come Marcello Mascherini ed Emilio Vedova, si qualificò come luogo pratica, l’apprendimento, l’esposizione e in generale la cultura grafica contemporanea, in cui furono ospitate tra le altre opere di autori quali De Chirico, Picasso, Mirò e Vedova, sotto la direzione di Righi. Con lui, negli ultimi anni, i rapporti si erano incrinati. Dopo la morte dell’artista triestino, avvenuta a Saciletto nel 1986, in seguito al ritrovamento di una sua donazione a Righi, iniziò con gli eredi del pittore una lunga e complessa battaglia legale per la proprietà di Villa Antonini Belgrado, che alla fine vinse lei, con lo stabile che si era però ridotto in stato di semi-abbandono, anche stante la necessità di affrontare le ingenti spese legali per la controversia giudiziaria (v. articolo seguente di Viviana Novak). Ossi Czinner si spense a Saciletto il 28 agosto 2014.

Come indicato dal titolo dell’esposizione della “Saletta”, “Paesaggi urbani”, le opere esposte, in prevalenza litografie, esplorano con aggraziato tratto grafico e mediante un misurato uso di tonalità pastello alcuni scorci urbani oppure ricostruiscono anche facciate e impianti architettonici i quali sembrano oscillare tra un’esigenza realistica di presentazione oggettiva che sulla carta si miscela tuttavia con una reinterpretazione attinta dalla memoria, di modo che il risultato finale propone invece un’immagine di sapore onirico di accattivante lirismo.