Istrorumeni e lingue in via d’estinzione

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I Cici o Istrorumeni e due lingue europee a rischio di estinzione sono stati l’argomento del convegno organizzato alla Scuola Interpreti di Trieste il 10 marzo scorso. Una giornata di studi, organizzata da Ljiljana Avirovic, docente e traduttrice, alla quale hanno parteciperanno studiosi provenienti da Parigi, Bruxelles, Belgrado, Fiume, e Trieste.

Ha aperto I lavori Nicolas Trifon, che nel 2005 a Parigi ha pubblicato il volume “Armãnji, il popolo che scompare”, in cui illustra una ricerca molto approfondita di questo antichissimo popolo autoctono di origine romana proveniente dal cuore dei Balcani, popolo che apparve per la prima volta nei documenti all’inizio del primo millennio. L’intervento di Nicolas Trifon, intitolato “L’Arumeno, un sopravvissuto nel contesto delle lingue romanze balcaniche” spiega che “lo spazio nord danubiano, l’attuale Romania, non appartiene in senso stretto alla penisola balcanica, né allo spazio così definito, in quanto appartenuto agli Imperi Bizantini e poi Ottomani. Anche la sua appartenenza all’Impero romano è durata meno (165 anni), che a sud del Danubio. Per estensione, tuttavia, si può sempre parlare della lingua rumena come facente parte della romanità balcanica, sebbene “orientale” sarebbe termine più adeguato”. Rispetto ai dialetti dei “Vlachs d’Istrie” e del Méglen (Repubblica di Macedonia e Grecia settentrionale), l’arumeno figura da più di un secolo come sopravvissuto. L’intervento di Trifon si è poi concentreto “sulla situazione attuale e sulle prospettive dei parlanti queste lingue e quindi dei Greci, Albanesi, Serbi o Rumeni facenti parte delle comunità Arumene che rivendicano il diritto alla loro lingua”.

Ljiljana Nikolova Petrović (Lila Cona nella sua lingua), docente all’ateneo di Belgrado di lingue romanze, che ha tradotto in serbo il volume citato di Trifon, ha svolto una relazione su «La coscienza di appartenere a un popolo la cui lingua sta scomparendo», in cui ha raccontato la propria esperienza di appartenente alla minoranza degli Armanji.

Invece i nostri vicini Cici o Istrorumeni sono stati oggetto dell’approfondimento da parte della fiumana Zvjezdana Vrzić, che insegna all’ateneo quarnerino e a New York. Čiribiri o Čiči – ha spiegato – sono noti nella letteratura specializzata dei loro vicini croati, sloveni e italiani sotto il nome di Istrorumeni. I loro villaggi sono situati nella regione istriana della Ciceria, nella parte settentrionale della penisola, a sud-est della Slovenia. Alla fine del XIX secolo erano alcune migliaia, oggi sono ridotti a poche centinaia

Le possibilità che ci sono oggi di salvaguardare la lingua degli Armanji sno state illustrate dal dottor Italo Rubino, già responsabile della dipartimento Traduzioni della Comunità Europea e formatosi alla Scuola Interpreti di Trieste, ha offerto un’ampia disamina dellanormativa internazionale rguardante kle lingue minoritarie e a rischio di estinzione, sffermandosi sulle prospettive di salvaguardia degli idiomi degli Armãnji e degli Istrorumeni.

Ha concluso Pierluigi Sabatti, di cui pubblichiamo qui a lato una sintesi della relazione sul rapporto di Trieste con i Cici.