Itinerari zen nelle opere di Anna Zennaro

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è disseminato di richiami alla cultura e alla spiritualità orientale il percorso creativo e per molti aspetti anche quello emotivo di Anna Zennaro, che ora, dopo anni di lavoro appartato e silenzioso, salvo episodiche e limitate esposizioni in siti per lo più periferici, si è decisa finalmente a manifestarsi al pubblico della sua città in una mostra personale di ampio respiro che, dal 14 al 31 agosto, ha proposto le opere della pittrice triestina nella Sala comunale d’arte di Piazza Unità. In precedenza, meno riottosa di sé è stata per quanto attiene alla sua attività letteraria, che ha addentellati importanti con quella della creazione di immagini, per la quale significativi riconoscimenti le sono pervenuti in occasioni internazionali, da Montecarlo a Dubaj, che alla fine l’hanno evidentemente convinta a questa estiva epifania espositiva, tanto per smentire la massima evangelica nemo propheta in patria.

Benché avesse frequentato diverse scuole di pittura, in precedenza si è espressa in pubblico principalmente per mezzo della scrittura, pubblicando numerosi libri, in prosa e in versi, in alcuni dei quali si è anche cimentata come illustratrice. Tra questi volumi, particolare pregnanza è da annettere alla ricerca connessa alla creazione di numerosi haiku, componimenti poetici di origine giapponese, strutturati su tre delicati versi. Il passo successivo e intermedio è stato per la Zennaro l’haiga, che vede accanto alle parole di un haiku un’immagine che le illustra. è da questa saldatura che nascono opere circolari, presenti nella mostra triestina, in cui la superficie è increspata da arabeschi materici in alcuni dei quali sono decrittabili caratteri di scrittura che consegnano, in tale trasfigurata manifestazione, un testo di incantata visione poetica. I dischi di tali personalissimi haiga sono filiazione di un’altra espressione aurea, di rappresentazioni dove la circolarità del supporto si sposa spesso a quella di spirali a rilievo che suggeriscono fascinose nebulose, tempeste solari e riconducono ai cieli stellati di Van Gogh, ricoperti di foglia d’oro, o verniciati con lo stesso colore negli esiti meno recenti.

La parte sicuramente più spettacolare della mostra è quella relativa alla più recente creatività dell’artista, superfici spesso di grandi dimensioni e altrettanto spesso dominate dalla presenza del blu, connotate dalla lavorazione per mezzo di smalti sintetici e traslucidi che conferiscono a ciascun pannello un intenso, elegante e accattivante lirismo, soprattutto alle opere che non hanno riferimenti al dinamismo delle onde e quindi al figurativismo di impronta paesaggistica. In essi l’indole impetuosa e al contempo intenerita della Zennaro si manifestano con un’energia e un’eloquenza rinnovata e protesa – c’è da augurarselo – verso luminosi approdi a venire.