La libertà, l’amore

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Laura Ricci introduce, traduce e commenta i Sonnets from the Portuguense di Elizabeth Barrett Browning

di Sandro Pecchiari

 

Il volume presenta una nuova traduzione di Laura Ricci, con testo a fronte inglese, dei celebri Sonnets from the Portuguese di Elizabeth Barrett Browning (London, Chapman & Hall, 1850), preceduta da un saggio introduttivo che ripercorre la vicenda letteraria e umana del canzoniere, ispirato dal sorgere dell’amore sovversivo e liberatorio che la legò al poeta Robert Browning.

Elizabeth Barrett, poeta dalla cultura profondissima cresciuta nella poderosa biblioteca del padre, ritiratasi presto dalla vita sociale a causa del suo stato di salute molto cagionevole che l’aveva pian piano ridotta a condurre un’esistenza da invalida solitaria, intrattiene fitte corrispondenze con letterati e artisti dell’epoca cui Swinburne, Wordsworth, Ruskin, Poe, Hawthorne e Dickinson. Ma la sua vita, che sembrava trascinarsi ormai in binari irrimediabilmente eguali, viene stravolta felicemente e inaspettatamente: Robert Browning vi irrompe con tutta la sua prorompente vitalità. Lei, fragile, malata, romanticamente reclusa, ha quasi quarant’anni; lui, forte, avvenente, apprezzato ma ancora alle prime prove poetiche, più giovane di sei anni. Hanno in comune formazione culturale, predilezioni e moltissime qualità, che traspaiono via via dal gioco serrato delle lettere che si scambiano tra il 10 gennaio 1845 e il 18 settembre 1846. Decidono di consacrarsi l’un l’altro e di eludere con una romantica fuga d’amore verso il dolce clima d’Italia l’insormontabile divieto del padre di lei, che aveva proibito a tutti i figli di lasciare la famiglia per il matrimonio, pena il diseredarli e la cessazione di ogni rapporto.

Si sposano il 12 settembre 1846 e pochi giorni dopo la fuga notturna alla volta dell’Italia in cui si sta teorizzando e combattendo per la riunificazione: lui, lei, la cameriera e l’insostituibile cocker Flush; con pochissime cose, tra cui le lettere che si sono scambiati e i Sonnets from the Portuguese, che Elizabeth stava scrivendo in segreto in quel periodo e che erano pressoché conclusi.

Così si realizzano le sue scelte di vita: scrivere, amare, vivere, quindi diventare consapevole di quanto e cosa desiderasse, assieme all’ambizione e alla volontà di realizzarla, muovendosi nell’ambito di un diritto alla libertà, per niente scontato nei decenni in cui visse.

Elizabeth era una figura coraggiosa, evoluta, anticonformista, ma altrettanto fu lui, e altrettanto esulò dai ruoli e dai canoni maschili prescritti dal suo tempo e dalla società vittoriana da cui entrambi si discostarono.

Siamo diversi, diversi, o Cuore nobile! / Diversi nei destini e negli usi di vita. / I nostri angeli custodi con aria stupita / si guardano, quando le ali in volo mobile / si incrociano. Tu, un ospite appetibile / delle regine, della loro pompa infinita, / che ogni sguardo da occhi più brillanti invita / dei miei sempre in lacrime, a fare, abile, / da primo musicista. Perché mai guardare / me tu dovresti dalla tua grata illuminata, / me, povera stanca raminga poeta, cantare / nell’oscurità a un cipresso appoggiata? / Rugiada sulla mia fronte – a livellare / sarà la Morte – dal crisma la tua è baciata.

Robert fu colpito e affascinato proprio dagli aspetti di lei, fuori dai rigidi schemi dell’epoca. Non temette la differenza di età, la sua salute cagionevole, la maggior fama di Elizabeth che spesso gli fu garbata maestra, lanciando al mondo la sfida d’un rapporto non facile, non in sintonia con la cultura patriarcale sempre a sfavore del genio femminile.

Il fascino della straordinaria vicenda sentimentale ha offuscato ben presto il valore profondamente innovativo del dettato poetico di Elizabeth Barrett, fino a farla dimenticare per un lungo periodo. Viene riscoperta dalla critica femminista del XX secolo che, a partire da Virginia Woolf, evidenzia la qualità puramente letteraria della scrittura di Elizabeth.

Nel suo recente studio Ilaria Rizzato ha evidenziato i rimandi continui tra l’epistolario e i sonetti, come se fosse un gioco di specchi: in una trasposizione delle lettere sue e di Robert:

XXVIII

My letters! all dead paper, mute and white! / And yet they seem alive and quivering / Against my tremulous hands which loose the string / And let them drop down on my knee to-night. / This said, – he wished to have me in his sight / Once, as a friend: this fixed a day in spring / To come and touch my hand… a simple thing, / Yet I wept for it! – this,… the paper’s light… / Said, Dear, I love thee; and I sank and quailed /

 As if God’s future thundered on my past. / This said, I am thine – and so its ink has paled / With lying at my heart that beat too fast. / And this… O Love, thy words have ill availed / If, what this said, I dared repeat at last!

 

Lettere! candida carta che sembra tacere! / ma mute non sono fra le mie mani tremanti / e parlano nella mia notte vive e vibranti / mentre dal nastro al ginocchio le lascio cadere. / Una diceva – come amica mi vuole vedere: / per venire a sfiorare le mie mani palpitanti, / un’altra di primavera giornate alitanti / sceglieva… un nulla, ma ho pianto di piacere! – / Cara, ti amo… tenue la carta scandiva; / e caddi, come se divino futuro furore / tuonasse sul passato. E quel, Sono tuo – sbiadiva / a lungo tenuto al battito rapido del cuore. / E questa… questa sarebbe stata vana missiva / se osassi ripetere le tue parole, Amore!

 

ma anche in eco con versi e metafore da altri poeti, come ad esempio in un sonetto dei più avvincenti e giocosamente sviluppati: il XIX, ad esempio, allude al dramma shakespeariano Il mercante di Venezia e a quanto Browning, citando Shakespeare, aveva affermato in un’altra lettera. Anche in questo caso con grande ironia, libertà e innovatività: perché oltre all’ardire dell’amata, che si pone su un piano giocoso di parità chiedendo “ciocca per ciocca”, la ciocca dell’amato non ha nulla a che vedere con le classiche ciocche dorate dei canzonieri petrarcheschi, ma: “è così nera, amore!”.

XIX

Ha il Rialto dell’anima i propri venditori; / ciocca con ciocca baratto a questo mercato / e al cuore giunge, dalla fronte del mio amato, / un ricciolo che supera di Argo i tesori – / di scura porpora, come quella che agli albori / Pindaro cupa vide nelle brune purpuree / trecce delle Muse dal bianco incarnato. / Dunque… suppongo ancora indugi, degli allori / l’ombra, sul tuo ricciolo, è così nero Amore! / Con un nastro di amoroso respiro dolcemente / annodo l’ombra e la ripongo in cuore: / al sicuro, perché non debba volteggiante / svanire, sul mio petto, perché calore / ne prenda fino alla morte raggelante.

Il volume di Laura Ricci recupera ed evidenzia, sia nel saggio che nel compito traduttivo, e restituisce con un’impostazione di colta, appassionata e ironica modernità l’intenzione e lo stile dell’opera originale. La sua traduzione opera una vera ricreazione di questo celebre canzoniere tenendo ben presente quanto, in esso, l’amore venga cantato a voce alta per esprimere sia il valore salvifico e il lieto fine della storia sentimentale, sia la libertà che la poetessa si prende, in piena epoca vittoriana, nel superare e rinnovare in modo estremamente personale e moderno la tradizione letteraria dei canzonieri d’amore, fondendo con maestria e armonia un enorme bagaglio culturale con il sentire dionisiaco che la pervade. I suoi testi vanno ben oltre l’epoca e l’esperienza personale, diventando un archetipo senza tempo della forza rigeneratrice dell’amore.

Laura Ricci ha desiderato tradurre Elizabeth Barrett da poeta a poeta e sa offrirci in questa nuova versione l’immediatezza del suo canzoniere in modo più modernamente fruibile, pur prestando somma attenzione al registro elevato della poeta vittoriana, alle istanze di adempiere sia alla realizzazione dell’amore sia a quella delle proprie tensioni ideali che nel canzoniere si combinano e si completano l’un l’altra.

XLIII

Come ti amo? Lascia che i modi conti. Ti amo / fino alla profondità, al respiro, all’altezza / che l’anima mia sa raggiungere, quando anela / ai confini dell’Essere e dell’ideale Grazia. / Ti amo nella quieta necessità di ogni giorno, / alla fiamma del sole e della candela. Ti amo / nella libertà, come chi lotta per la Giustizia; / nella purità, come chi dal Plauso rifugge. / Ti amo con la passione che consumavo / nei miei antichi affanni, con fede di bambina. / Ti amo con quell’amore che perduto credevo / con i miei perduti santi – Ti amo col respiro, i sorrisi, le lacrime di una vita intera! – e / se vorrà Dio, meglio dopo la morte ti amerò.

 

Di libertà e d’amore.
Elizabeth Barrett Browning
Sonetti dal Portoghese
Introduzione, cura e

traduzione di Laura Ricci

Vita Activa Edizioni, Trieste, 2020
pp. 184, euro 14,00