La mostra di Venezia dall’A alla zeta

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di Stefano Crisafulli

 

Andare alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia è sempre un’impresa, sia dal punto di vista logistico (vedi alla voce H come Hotel), che da quello dei trasporti (vedi alla voce V come Vaporetti). Ma continua ad essere, per fortuna, anche una bellissima esperienza per chi ama il cinema. Qui di seguito un piccolo alfabeto per chi alla mostra non c’è mai stato, ma anche per chi c’era nel primo week end (31 agosto e 1° settembre 2019).

 

A come Acqua: la Mostra del Cinema si svolge al Lido ed è circondata dall’acqua: sembra quasi una grande nave pronta a partire per gli oceani dell’immaginazione

B come Binoche: la brava attrice francese è presente al Lido come co-protagonista, con Catherine Deneuve, del film di apertura La Vérité di Kore-eda Hirokazu

C come Cinema: data spesso per moribonda, la settima arte merita un grande festival come questo, per confermare la sua specificità e necessità

D come Direttore: dal 2011 è Alberto Barbera, che può ritenersi soddisfatto per una mostra con un numero di spettatori sempre crescente e una grande varietà di film

E come Excelsior: è l’hotel dove alloggiano gli artisti e dove il prezzo di un caffè sale… alle stelle

F come Foto: al Lido sciamano i fan delle star, a caccia di una foto del divo di turno sul red carpet; alcuni si portano ombrelli per ripararsi dal sole e scale per foto… dall’alto

G come Grande: la Sala Grande è la più bella di tutte e si trova nel centro del centro della mostra, dentro il Palazzo del Cinema; la presenza degli autori e attori durante le proiezioni la rende ancora più affascinante

H come Hotel: a Venezia, durante la mostra, alzano i prezzi a dismisura, tanto che un due stelle diventa quattro e così via; al Lido, invece, sono semplicemente introvabili, oltre che costosi. Un punto debole per un festival così richiesto.

I come Illusione: del reale, vale a dire, ancora una volta, il cinema

L come Leone: è il simbolo della Mostra e di Venezia e spunta un po’ dappertutto

M come Mary Poppins: ovvero Julie Andrews, che è stata premiata con il Leone d’oro alla carriera, grazie alla formula magica ‘supercalifraglistichespiralidoso’

N come New York, New York: classico di Scorsese restaurato e proiettato alla mostra

O come Orizzonti: è la sezione, meritoria, con titoli di autori poco noti e innovativi

P come Pedro Almodovar: altro, meritato, Leone d’oro alla carriera

Q come Qiqiu: significa ‘Palloncini’ in tibetano ed è il titolo del film di Pema Tseden visto sabato 31/8 al PalaBiennale. Una storia per aprire lo sguardo su mondi altri

R come Roger Waters: non posso non citare l’ex Pink Floyd, al Lido per presentare il suo nuovo film-concerto Us+Them, realizzato assieme a Sean Evans

S come Seberg: l’altro film visto sabato 31/8, sempre al PalaBiennale, sull’ultima parte della vita dell’attrice Jean Seberg; diretto da Benedict Andrews e interpretato in modo convincente da Kristen Stewart, che si è identificata con l’attrice della nouvelle vague

T come Todd Phillips: è il regista di Joker, film vincitore del Leone d’oro, interpretato da Joaquin Phoenix

U come Umanità: varia e sorprendente, cinefila e curiosa, trasversale e appassionata

V come Vaporetti: è un altro dei punti deboli della mostra. Per arrivare al Lido ci si mette tre quarti d’ora, strizzati come sardine su mezzi e traiettorie poco consoni ad un evento del genere

W come Woman: film visto in Sala Grande domenica 1/9; diretto da Yann Arthus-Bertrand e Anastasia Mikova, è un omaggio alle donne di tutto il mondo, che parlano di sé e delle loro storie, dei problemi e delle discriminazioni subite, dei rapporti con gli uomini, con il sesso e con il lavoro

Z come Z: così si chiamava uno dei capolavori del regista Costa-Gavras, che quest’anno al Lido ha portato Adults in a room, film sulla crisi greco-europea basato su un libro di Varoufakis