Lasciti di Pasolini e Dora Bassi

| |

Gradisca d’Isonzo è – non da oggi – un polo di riferimento per le attività culturali e segnatamente per quelle espositive, nel territorio giuliano, in positiva competizione con la più grande Monfalcone, stante le condizioni letargiche in cui versano le istituzioni culturali gestite dalle amministrazioni comunali dei due ex capoluoghi del territorio, compensate solo in parte da una più vivace ed attenta programmazione da parte della Regione, che ha assorbito sedi e competenze dalle deposte Provincie di Gorizia e Trieste. A Gradisca la Galleria regionale d’arte contemporanea “Luigi Spazzapan” assolve già da diversi decenni alla sua funzione di stimolante centro espositivo per l’arte contemporanea, mentre, per iniziativa del Comune, un nuovo polo culturale è stato recentemente istituito presso Casa Maccari, che ospita, in rinnovati allestimenti e con nuovi e ampliati servizi, la Biblioteca Civica, il Museo Documentario della Città, una Sala Conferenze e un’Aula Laboratorio/Spazio Giovani.

Distribuita tra tali spazi, è aperta dallo scorso 9 marzo, e fino al 16 aprile, per iniziativa del Comune di Gradisca, una piccola ma interessante rassegna “Pier Paolo Pasolini e Dora Bassi: eredità ai contemporanei”, parte di un progetto disegnato dall’Associazione IoDeposito, con la direzione artistica di Chiara Isadora Artico, che prevede una serie di eventi collaterali, ad iniziare dall’incontro con Jennifer Guerra, esperta di tematiche femministe, che ha anticipato alcuni contenuti di un suo libro sul rapporto tra Pasolini e il femminismo. Altri eventi al di fuori degli spazi dedicati alla mostra sono avvenuti il 23 marzo, nell’area adiacente all’opera della Bassi Le sentinelle delle mura, mentre in chiusura della mostra, il 16 aprile si potrà partecipare a un percorso in bicicletta guidato da Alberto Pavan, autore del volume Ciclonugae. Sui pedali tra le pagine del Friuli.

Il nucleo essenziale della manifestazione rimane tuttavia la mostra di Casa Maccari, che offre anche l’occasione per prendere visione di un piccolo drappello di opere di Dora Bassi appena riscoperte – tornate alla luce dalle collezioni private ed esposte qui per la prima volta al pubblico: si tratta di alcune opere su carta appartenenti tanto al suo periodo informale, iniziato nei primi anni Sessanta, quanto alle opere figurative della sua più tarda stagione creativa, quella sovente organizzata in cicli, tra i quali quello ispirato dalle Poesie a Casarsa, pubblicate in friulano da Pasolini nel 1942. Rilevante inoltre la presenza di due sculture a tutto tondo in ceramica, testimonianza di un prolungato ed articolato interesse dell’artista per la figurazione tridimensionale, che si espresse dall’inizio degli anni Settanta per svilupparsi poi in varie direzioni, soprattutto negli anni del suo impegno presso l’Accademia di Brera. Di Pasolini, invece, è presente un’opera cinematografica del 1969 le cui riprese hanno interessato la laguna di Grado: si tratta di Medea, che viene visualizzato a ciclo continuo in una saletta di Casa Maccari. Completano il programma espositivo quattro artisti contemporanei: Zosia Zoltkowski, che si esibirà in una performance il 30 marzo, Nathalie Vanheule, presente con un’installazione pittorica gestuale su carta vetrata industriale, la vietnamita Quỳnh Lâm, che propone un’originale rappresentazione di alcuni monumenti triestini, dipinti su un impalpabile supporto di seta e infine lo sloveno Boris Beja, che affida alla sua installazione in terracotta una riflessione sul tempo che altera gli oggetti rendendoli incapaci di assolvere la funzione per la quale erano stati pensati.