Letture (ri)costituenti per il referendum

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di Franco Cecotti

 

 

Permane ancora grande incertezza sul referendum costituzionale d’autunno, ad iniziare dalla data del suo svolgimento. Ma vi è incertezza, ovviamente, anche sul risultato, sul quadro politico che si presenterà dopo la pubblicazione dei risultati, condizionato, quest’ultimo dato, dal tipo di risposta che l’elettorato avrà fornito al quesito referendario.

L’incertezza, del resto, è generale anche nell’opinione pubblica, rispetto ai contenuti della riforma; pochi elettori conoscono le variazioni proposte alla seconda parte della Costituzione, né sono indotti a riflettere sulle conseguenze nei rapporti tra cittadini e politica, sulla rappresentanza effettiva dei cittadini, sull’equilibrio alterato tra i poteri esecutivo e legislativo e ciò non certo per incapacità, ma per l’assenza di informazioni esaurienti, che non si limitino alla ripetitività di semplici slogan.

Giornali e televisioni, dedicano pochissimo spazio ai contenuti della riforma referendaria, dando l’impressione che si tratti di un aspetto marginale, offrendo l’immagine banale di un normale contrasto politico-propagandistico su temi irrilevanti, utilizzati dall’opposizione per screditare il governo; mentre da parte del Governo si diffondono slogan quali la semplificazione politica, il risparmio economico, la stabilità dell’esecutivo.

Comunque al silenzio quasi totale dei media si può rimediare con buone letture; infatti sono disponibili molte e stimolanti riflessioni sia sulla costituzione del 1948, sui suoi meriti e sull’efficacia dei suoi articoli, nati da una larga convergenza di idee politiche e visioni sociali anche contrapposte, sia sulle proposte di modifica a cui i cittadini saranno chiamati a votare.

Due libri a mio giudizio permettono agevolmente di penetrare i problemi posti dalla riforma approvata dal parlamento e in attesa di conferma da parte dei cittadini; li segnalo allo scopo di esercitare un voto referendario consapevole, conoscendo nel merito i quesiti che ci verranno posti e le loro ricadute sul futuro ordinamento dello Stato italiano.

Questi libri sono Sfascismo costituzionale. Come uscire vivi da un azzardo politico temerario. Una proposta liberale (Aracne editrice 2015) di Giulio Ercolessi; e Loro diranno, noi diciamo. Vademecum sulle riforme istituzionali (Laterza, 2016) di Gustavo Zagrebelsky. Entrambi gli autori sono membri del Comitato per il no e professionalmente competenti sui temi costituzionali, il primo per l’impegno nel Forum Liberale Europeo (importante centro studi internazionale) e l’altro per le cariche che ha rivestito sia come docente universitario, sia come giudice e poi Presidente della Corte Costituzionale.

I due volumi sono convincenti, convincenti per la forma di comunicazione scelta, didattica nel senso migliore del termine, affidata a domande e risposte nel libro di Zagrebelsky per smontare gli slogan con cui si sostiene l’esigenza di “questa” riforma, che sono nell’ordine: 1- aspettiamo da 20, o 30 anni questa riforma; 2- lo chiede l’Europa; 3- per la governabilità; 4- si tratta di una razionalizzazione del sistema politico; 5- non si deve aver paura delle novità; e cosi via per 15 temi caldi, tutti analizzati (e smascherati) nelmerito.

Il libro di Ercolessi titola un capitolo iniziale “Tornare all’ABC”, rivendicando i meriti del liberalismo classico nella formulazione della costituzione del 1948, e ricordando uno dei principi irrinunciabili, quello della divisione dei poteri con funzioni di controllo reciproco tra governo, magistratura e parlamento. La riforma, così come formulata, rischia di rompere proprio l’equilibrio dei controlli reciproci, favorendo eccessivamente l’esecutivo, cioè il governo. La stessa osservazione si trova in Zagrebelsky quando accenna al rischio di un eccessivo “accentramento a favore dello Stato a danno delle Regioni e, nello Stato, a favore dell’esecutivo a danno dei cittadini e della loro rappresentanza”.

Entrambi gli autori esprimono a più riprese i loro dubbi sulla consapevolezza della classe politica italiana, sulle implicazioni negative di un possibile autoritarismo, di un ulteriore allontanamento dei cittadini dalle istituzioni (e dal voto), di una complicazione (e non semplificazione) delle procedure leggislative.

 

 

Didascalie

 

Copertina :

Giulio Ercolessi

Sfascismo costituzionale.

Come uscire vivi da un azzardo politico temerario.

Una proposta liberale

Aracne editrice, Roma 2015

  1. 148, Euro 10,00