Lo scienziato dell’arte

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Esce in edizione per ora cartacea la “Storia dell’arte in Europa” di Decio Gioseffi, uno studio incompiuto e postumo recuperato dopo 30 anni di “sonno”

di Roberto Curci

 

Se ci vogliono trent’anni di gestazione prima che un certo libro veda la luce, nulla di strano che alla fine risulti, ahinoi, un libro postumo. E ci si chiede – tanto più se si tratta di un libro importante, anzi necessario – come mai ci sia voluto così tanto tempo prima di averlo infine tra le mani, anche se per l’appunto il suo autore non è ormai più tra i viventi.

è quanto accaduto alla monumentale Storia dell’arte in Europa, che Decio Gioseffi lasciò – incompiuta – nel 1993. Dalle origini (dall’Antico egizio, greco, romano) la Storia doveva approdare quasi ai giorni nostri, invece si fermò al Cinquecento, benché già nel ’91 l’autore avesse redatto un minuzioso piano dell’opera complessiva, che si chiudeva in effetti con gli anni Cinquanta del secolo scorso. E tuttavia già la prima, lussureggiante tranche aveva una sua forte ragion d’essere. Lo si comprende adesso che la Storia è finalmente disponibile nella versione cartacea, grazie anche all’assist dell’Università di Trento e all’inserimento nella collana de I libri di XY diretta da Roberto De Rubertis. Ad essa farà seguito la versione digitale, che consentirà di visualizzare le quasi 1300 immagini cui nel testo (altrimenti “cieco”) si fa riferimento.

Trent’anni dunque, in cui il dattiloscritto è rimasto “in sonno”, nonostante alcuni generosi tentativi di ex allievi di Gioseffi di sottrarlo all’oblio. Infine è stata proprio la determinazione dei “gioseffiani” a imprimere la svolta decisiva, in occasione del centenario della nascita del maestro. Era il 2019 e ci sono voluti ancora tre anni di lavoro prima che la Storia divenisse realtà, soprattutto grazie alle tenaci e affettuose cure di due ex allieve (“scolare” avrebbe preferito chiamarle Gioseffi stesso), Giuliana Carbi Jesurun e Nicoletta Zanni.

Ora che il sospirato volume l’abbiamo in mano, e prima ancora di tuffarvisi golosamente, facciamo i conti con l’afflato “sentimentale” che ne emana: una sorta di effetto-nostalgia per gli anni in cui Decio Gioseffi, con il suo ineffabile aplomb di gentiluomo compassato ma spesso arguto e talora amabilmente caustico, fu davvero il maestro di un’intera generazione di giovani studiosi dell’arte, cresciuti non solo negli approcci metodologici alla sterminata materia, ma anche in una dimensione umana e comportamentale fatta di misura, rispetto, discrezione.

Laureatosi a Padova, divenuto allievo e assistente a Trieste di studiosi e docenti quali Luigi Coletti e Roberto Salvini, Gioseffi ha diretto dal 1964 al 1993 l’Istituto di Storia dell’arte medievale e moderna dell’Università triestina, dando alle stampe dagli anni ’50 opere destinate a suscitare vasta eco (anche polemica) a livello nazionale e internazionale, soprattutto con i suoi studi sulla prospettiva e sulla rappresentazione dello spazio nell’arte. è del 1957 il suo basilare Perspectiva artificialis, del 1960 è La cupola vaticana: un’ipotesi michelangiolesca, del 1963 Giotto architetto: testi “di rottura”, idee innovative e in qualche misura rivoluzionarie, indizio palese di una libertà di pensiero nemica delle tesi precostituite e consolidate.

«Insegno la storia dell’arte con una specializzazione per così dire di frontiera (la storia della prospettiva). Una situazione questa per cui mi sono trovato in un certo senso in bilico tra i due versanti (tecnico-scientifico e umanistico rispettivamente) di quella cultura che è una, ma che tende ad essere sempre più separata e divisa in conventicole che in genere si frequentano poco e tendono anzi ad approfondire il solco tra le scienze morali e storiche da un lato e quelle matematiche e naturali dall’altro».

Sono parole dello stesso Gioseffi, citate nell’indispensabile postfazione firmata dalle due curatrici e intitolata Un pensiero inedito di Europa. Parole che confermano quello che per Gioseffi fu sempre un punto fermo del suo pensiero e del suo insegnamento, «la curiosità pluridisciplinare in termini di arricchimento delle analisi specialistiche». «Questo sguardo a 360 gradi – scrivono Carbi e Zanni – lo aveva portato […] anche a riservare molta attenzione agli avanzamenti dell’elaborazione delle immagini tramite computer e in generale ai progressi del calcolo elettronico».

E ancora: «La Storia dell’arte in Europa si dispiega in  un ampio tessuto connettivo fatto anche di bellissime pagine che parlano di meccanica, ingegneria, tecnologie, ma anche di moda, o ancora di strategie militari o di progresso agricolo, di storia delle lingue o della storia delle storie delle famiglie dei re».

Da sottolineare che lungo il suo intero itinerario didattico l’attenzione di Gioseffi si soffermò stabilmente, in misura quasi preveggente e comunque anticipatrice, sui progressi dell’informatica e della neurofisiologia. Né va scordato che a lui si devono le voci Prospettiva e Ottica, redatte nel 1963 per l’Enciclopedia Universale dell’Arte.

Uno studioso, insomma, davvero onnivoro, o meglio uno “scienziato dell’arte” come titolò il quotidiano locale nella pagina che gli fu dedicata il giorno dopo la sua scomparsa, nel marzo 2007. Onnivoro e pure onnisciente, verrebbe da dire nel constatare la stupefacente ricchezza delle citazioni, delle connessioni, dei rimandi, dei confronti (anche audaci e imprevedibili: basti la copertina, che collega la picassiana Guernica a una miniatura dell’undicesimo secolo) nell’esplorazione dei percorsi delle arti visive nel Vecchio Continente, attraverso l’arte cristiana dei primi secoli, l’arte medievale (barbarica, carolingia, ottoniana), il Romanico, il Gotico, l’Umanesimo, il Rinascimento.

Tantissimi i nomi (di artisti largamente ignoti a tutti fuorché al certosino autore), tantissime le date e le ubicazioni: il fascino del testo non esclude un lieve senso di disorientamento , proprio di chi si inoltri in una fitta foresta solo parzialmente conosciuta. E tanto più si avverte l’urgenza di poter visualizzare on line, prima possibile,  quanto qui è affidato alle sole parole stampate.

 

Decio Gioseffi

Storia dell’arte in Europa

Università degli Studi di Trento

Il Poligrafo

  1. 429, euro 40,00