Madrigali di Carlo Gesualdo da Venosa

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Responsoria et alia ad Officium Hebdomadae Sanctae Spectantia (1611)

di Luisa Antoni

 

La musica classica è un mondo frequentato da amanti di una dimensione artistica meno gridata e più elaborata. Chi si occupa di questo tipo di musica ha di solito alle spalle molti anni di studio musicale e un gusto raffinato dagli ascolti. Rispetto ad alcuni decenni fa, oggi il variegato mondo della musica classica si è andato erodendo e gli appassionati di questi generi sono in ulteriore declino numerico. Oltre a ciò non va dimenticato che quella che pare una dimensione monolitica e poco variegata, è in realtà uno scintillante pulviscolo di proposte e scoperte. Così dagli anni ’70 in poi si è evoluta attraverso gli studi delle fonti e dei trattati dell’epoca una parte di repertorio poco conosciuta, che rientra in quella che si definisce oggi con due parole “musica antica”. Proprio qui si è imposta la prassi storicamente informata che ha portato a (ri)scoprire nuove sonorità e nuovi modi di fare musica. Questa scia ha stimolato numerosi musicisti a elaborare nuove interpretazioni di musiche che si ritenevano poco interessanti e a dar vita negli ultimi anni a registrazioni che si possono trovare nei CD, ma anche nelle principali piattaforme multimediali.

Tra i gruppi italiani che si sono maggiormente distinti La Compagnia del Madrigale, ensemble formato da sei cantanti (i soprani Rossana Bertini e Francesca Cassinari, il contralto Elena Carzaniga, i tenori Giuseppe Maletto e Raffaele Giordani e il basso Daniele Carnovich). È un gruppo omogeneo di ottimi musicisti, formato nel 2008 e diretto da Giuseppe Maletto. Il loro ricco carnet di registrazioni è impreziosito da numerosi riconoscimenti internazionali.

Tra i compositori che hanno trovato un posto di rilievo nella interpretazione musicale de La Compagnia del Madrigale c’è Carlo Gesualdo principe di Venosa (1566-1613), compositore di altissimo lignaggio nobiliare, la cui vita è stata segnata da una truce storia di uxoricidio. Verso la fine della sua vita, nel 1611, Gesualdo ha dato alle stampe il suo capolavoro estremo, i Responsoria che sono l’Ufficio notturno del sacro triduo pasquale nei giorni di Giovedì, Venerdì e Sabato della Settimana Santa. Gesualdo aveva invitato lo stampatore Giovanni Giacomo Carlino ad esercitare nel castello avito, in cui si era ritirato a vita privata. Così videro la luce nello stesso anno due raccolte: il Sesto libro dei Madrigali a cinque voci e i Responsoria. Solo sulla seconda raccolta Gesualdo volle apporre il suo nome e i suoi titoli nobiliari, probabilmente perché i Responsoria appartengono al genere più alto di musica sacra, mentre la pratica della musica profana era sconveniente per un personaggio di alto rango. I Responsoria gesualdiano rappresentano uno dei vertici dello sperimentalismo madrigalesco in ambito sacro, sperimentalismo che le voci de La Compagnia del Madrigale mettono in luce puntigliosamente, ma con estremo gusto musicale. La registrazione di ben tre CD densi di brani si basa su una nuova trascrizione che ha fatto emergere importanti varianti del latino, rispetto al testo di riferimento del Liber usualis.

Si apre all’ascoltatore attento il mondo musicale gesualdiano di penombre, tormenti, sofferenze e morte, in cui la polifonia vocale si flette verso numerose nuances, nuances che sono rese con estrema precisione e meticolosità dalle voci degli interpreti. L’omogeneità e la coerenza di registri vocali ci fanno supporre che Gesualdo avesse pensato i suoi brani per un numero minimo di cantori, probabilmente della sua cappella privata.

Il direttore artistico del gruppo Giuseppe Maletto ha voluto intervallare i Resposoria con una serie di madrigali spirituali. L’idea è venuta dall’unico madrigale spirituale gesualdiano Sparge la morte dal Quarto libro di Madrigali, cui sono stati affiancati rarissimi madrigali spirituali di alcuni compositori dell’epoca (Giovanni de Macque, Luzzazo Luzzaschi, Luca Marenzio e Pietro Vinci).

La registrazione dei Responsoria è un prezioso cofanetto di tre CD di tre ore di musica, edito dalla Glossa e registrato alla chiesa di della Beata Vergine di Rolletto in Piemonte tra giugno e dicembre 2013.