Mandare a letto i bambini con Sylvia Plath

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Premio Andersen per il Miglior Libro Mai Premiato

di Anna Calonico

 

Sylvia Plath amava scrivere, e immagino che molti di voi abbiano già conosciuto il suo talento leggendo i diari o le poesie, o il suo romanzo, ma in questo 2023 è arrivato per la compianta scrittrice l’ennesimo riconoscimento. Ben pochi, però, potevano immaginare che questa vincita sarebbe arrivata dal Premio Andersen.

Proprio così: Premio Andersen per il Miglior Libro Mai Premiato, riferito al volume A letto, bambini! e altre storie, che raccoglie due racconti e una lunga poesia, tutti e tre per bambini.

Si tratta di una riedizione di un testo pubblicato nel 1990 da Mondadori e ora riproposto per i sessant’anni dalla morte della poetessa, ma questa filastrocca era stata pubblicata per la prima volta in lingua originale nel 1976, postuma.

Lasciate perdere stupidi pregiudizi: niente di quel profondo male che affliggeva la Plath traspare dalle pagine di questo libro, ma vi si ritrovano la bellezza e la ricchezza della sua prosa, ornata però di ironia, leggerezza e fantasia, così ne risulta un mix delicato adattissimo dai più piccoli in su.

La traduzione è stata affidata a Bianca Pitzorno, già ben conosciuta dai ragazzini per i suoi numerosi romanzi rivolti ai ragazzini, ed è illustrato da Claudio Muñoz, Rotraut Susanne Berner e Quentin Blake. Quest’ultimo si era già cimentato nell’impreziosire la prima versione inglese dei versi di A letto, bambini! Ad arricchire ulteriormente questo volume, alla fine, è stata aggiunta anche The bed book, la versione originale della filastrocca, mentre all’inizio, oltre ad una nota della Pitzorno, si può leggere la prefazione di Frieda Hughes, la maggiore dei due figli di Sylvia Plath.

È proprio lei a rassicurarci sui contenuti e a raccomandarci la lettura di queste tre opere: «Queste tre amabili e tenere storie, adatte ai bambini più piccoli, fanno sentire il lettore al centro di un mondo felice, caldo, intimo, dove si è sempre al sicuro e dove tutto funziona per il verso giusto. C’è qualcosa di affettuoso e di confortante nel pensiero che mia madre abbia scritto queste storie in un mondo dove la realtà poteva essere tanto diversa. Mentre le poesie testimoniano il suo grande talento e le sue doti intellettuali, mentre il diario descrive la sua battaglia personale quotidiana, le sue speranze e le sue paure, queste tre storie mostrano un lato della sua personalità che desiderava un mondo semplice e felice, dove i problemi possono risolversi facilmente e dove ogni vicenda si conclude sempre con un lieto fine».

Ma veniamo alla prima storia, Folletti in cucina, illustrata da Muñoz: è ambientata nella casa della signora Mirtilla Maggiolina e del suo consorte signor De’ Ciliegis dove i folletti Sale e Pepe vigilano affinché in casa sia sempre tutto in ordine: «La signora Mirtilla Maggiolina De’ Ciliegis aveva una cucina nuova fiammante: la più splendente, la più lucente, la più ridente di tutte le cucine di via Meli Fioriti. Tutti lo dicevano allora e tutti lo dicono ancora. Dalla cucina della signora De’ Ciliegis arrivavano galleggiando nell’aria gli odori più stuzzicanti. Un giorno sentivi profumo di pollo fritto e croccante con croccanti frittelle di mirtilli. Il giorno dopo, il profumo del maiale arrosto ben rosolato si sposava all’aroma del pan di zenzero dolce e speziato». I due spiritelli, però, avranno molto da fare quando gli elettrodomestici decideranno di fare uno il lavoro dell’altro, con risultati che inorridisco nel pensare a casa mia.

Max e il vestito color zafferano è invece la storia disegnata da Rotraut Susanne Berner e parla di un bambino, ultimo di sette fratelli, che ha un grande desiderio: «possedere un vestito intero, come i grandi, un completo con giacca e pantaloni lunghi». Un giorno a casa Nulli, i genitori di Max, arriva un pacco misterioso, che avrete già indovinato cosa contiene. Il problema è che questo bel completo giallo zafferano non è della taglia di Max! e a questo punto non vi resta che leggere la storiella, scritta con la stessa struttura di tanti racconti per bambini piccoli, in cui una situazione si ripete più e più volte solo con una minima variante e procede così sino al finale.

In ultimo, viene proprio A letto, bambini! Lo potremmo definire un piccolo, ironico e fantasioso elogio al luogo dove ci adagiamo per dormire, ma non soltanto il bianco lettino «Tutto pulito, tutto ordinato,/ con il lenzuolo ben rincalzato/ e il lume acceso sul comodino!».

Sia chiaro, però, che qui non si parla di letti normali: «Ma tutti questi letti,/ a ben considerare,/ servono solamente/ per dormire e sognare./ Sono letti noiosi,/ sono letti banali./ Ci sono invece Letti-/ Veramente-Speciali!».

Insomma, ci sono letti fatti per mangiare, per giocare o disegnare, per fare ginnastica, per viaggiare… o che viaggiano essi stessi. Ci sono letti colorati, così colorati da portarci in un ambiente esotico, a vedere migliaia di uccellini diversi o su nello spazio, o giù in fondo al mare, per non parlare della groppa di un elefante! Difficile elencarli tutti, e non è certo quello che voglio fare perché vi rovinerei la sorpresa. Per scoprire quali sono i letti veramente speciali vi invito, ancora una volta, a leggere questo libro dolce come una caramella. Scoprirete che, se le favole piacciono ai piccoli, i più grandi sapranno apprezzare la maniera coinvolgente in cui l’autrice trasporta i lettori nel mondo magico della cucina della signora Mirtilla: sentiamo il profumo dei dolci appena sfornati e del bucato pulito, sentiamo il bollitore borbottare e la lavatrice che gira. Sfogliando le pagine ci mettiamo letteralmente nei panni del piccolo Max e sentiamo fremere i nostri muscoli dall’eccitazione di indossare finalmente quel bel completo con i pantaloni lunghi.

Non ci sono ombre in questo libro, e la prosa è fintamente semplice, ma senza parolette forzatamente ridicole per far ridere i piccini, piena di assonanze ed allitterazioni per aumentare la musicalità e renderla piacevole da ascoltare. È l’eredità di una mamma ai suoi due bambini che non ha visto crescere ma che ha molto amato, e di conseguenza tutto è splendido, amorevole e giocoso, senza essere sciocco e bambinesco, e forse qualche bambino felice per questo dono esclamerà le stesse parole di Max: «Troppo bello per me, troppissimo bellissimo!».

 

Plath Sylvia

A letto bambini! e altre storie

traduzione di Bianca Pitzorno

Mondadori, Milano 2023

pp.127, euro 17,00