Maria Teresa d’Austria e Trieste

| | |

Un’esposizione ripercorre in parallelo le vicende di Trieste e della sovrana di cui ricorre il trecentesimo anniversario della nascita

di Walter Chiereghin

 

 

Si è deciso di affidare a due personaggi che hanno acquisito ampia popolarità grazie alle frequenti apparizioni sul piccolo schermo anziché a storici studiosi del Settecento la promozione di un evento espositivo di indubbio interesse. Anticipata difatti da un affollato intervento introduttivo di Paolo Mieli lo scorso 13 maggio e seguita poi da una lectio magistralis di Philippe Daverio dal titolo, piuttosto originale, “Spaghetti versus Kartoffeln. La penisola Teresiana. Trieste- Milano- Modena-Napoli- Firenze e la nascita degli spaghetti in opposizione alle patate”, si è aperta il 7 ottobre al Magazzino delle idee di Corso Cavour a Trieste una mostra, in occasione del trecentesimo anniversario della nascita di Maria Teresa d’Austria, destinata a rimanere aperta fino al 18 febbraio 2018. L’esposizione, intitolata “Maria Teresa e Trieste. Storia e culture della città e del suo porto”, è organizzata dall’ERPaC (Ente regionale per il patrimonio culturale del Friuli Venezia Giulia), Servizio promozione, valorizzazione e sviluppo del territorio, in collaborazione con il Polo Museale del Friuli Venezia Giulia e l’Università di Trieste. Molte le iniziative collaterali organizzate nel corso della mostra che – ogni settimana – ospiterà un ciclo di incontri e convegni di approfondimento sul Settecento.

Trieste dedica questo significativo evento espositivo a una sovrana che, senza avervi mai messo piede, è giudicata in qualche modo fondatrice della città per come essa si è sviluppata fino a diventare quella che conosciamo, a partire dagli anni – e furono ben quaranta, dal 1740 al 1780 – in cui Maria Teresa resse le sorti dell’impero. Nonostante la riottosità dell’amministrazione comunale attualmente in carica a riconoscere mediante un riferimento toponomastico – quale ad esempio l’intestazione del Canale – il ruolo che la sovrana ha avuto in tale turbinoso percorso di crescita economica e urbanistica, è da dire che una vasta area del centro cittadino, nella quale è compreso anche lo stesso “Magazzino delle idee” che ora ospita l’esposizione si definisce Borgo Teresiano ricordando che, prima di Maria Teresa tale area era occupata dalle saline che, ormai in disuso, furono interrate grazie all’approvazione definitiva nel 1736 del Piano di una nuova città da edificarsi su quell’ampia area pianeggiante che costituì il primo nucleo della città moderna, al quale successivamente se ne aggiungeranno altri come il Borgo Giuseppino e il Borgo Franceschino.

Maria Teresa d’Austria nacque il 13 maggio 1717 a Vienna, figlia dell’imperatore Carlo VI e di Elisabetta Cristina di Brunswick-Wolfenbüttel. In forza della Prammatica Sanzione, un decreto imperiale emanato nel 1713 da suo padre col quale veniva modificata la legge salica di successione al trono in favore dei primogeniti del monarca regnante, sussidiariamente anche in linea femminile. In previsione della probabile successione, venne impartita all’erede al trono un’educazione di alto livello, ma non orientata alla formazione di una monarca assolutista, anche se, fin dall’età di quattordici anni, le fu consentito di partecipare alle sedute del Consiglio della Corona. Nel 1736 Maria Teresa sposò Francesco Stefano, duca di Lorena col quale diede origine al casato destinato a reggere l’Impero fino alla fine del primo conflitto mondiale e alla deposizione di Carlo I, nell’aprile del 1919.

Nel 1740, alla morte di Carlo VI, iniziò il lungo regno della figlia, che fu avversato dalle mire espansionistiche della Prussia di Federico II, appoggiata da Spagna e Francia, che non intesero, come gran parte degli stati europei, riconoscere la legittimità della successione, dando quindi luogo a una guerra destinata a protrarsi per otto anni e conclusasi alla fine con la pace di Aquisgrana, che vide riconosciuti – sia pure a prezzo di alcune non trascurabili rinunce territoriali – i diritti ereditari della sovrana. Al momento di ereditare l’Impero Maria Teresa si ritrovò con le finanze in crisi e con un esercito scarsamente equipaggiato e numericamente non in grado di far fronte a quelli delle altre potenze europee, e certo la lunga guerra di successione non l’aiutò a rimettere a posto le une e l’altro. Reggendo saldamente nelle mani le redini del potere, la sovrana attuò una politica di profonda riforma e modernizzazione dello stato, attuata attraverso la centralizzazione di alcune funzioni amministrative, un programma di risanamento finanziario, una riorganizzazione dell’esercito e della coscrizione militare. Grazie a un’accorta politica dinastica e alla disponibilità di numerosi figli (ne ebbe ben sedici!) favorì l’apparentamento con numerose monarchie straniere, a cominciare – tramite Maria Antonietta – da quella francese, il che pose le basi per un’ulteriore accentuazione della centralità dell’Austria – Ungheria nello scacchiere europeo. Anche all’interno la sua azione politica e legislativa si concretò in numerose riforme in ambito scolastico, istituzionale e finanziario, favorendo innovazioni riguardanti la burocrazia statale, quali l’istituzione del catasto e del libro tavolare, e anche sanitarie, grazie all’introduzione delle vaccinazioni, dopo che lei stessa era stata colpita dal vaiolo. Dal suo assolutismo illuminato, come e più di altri territori dell’Impero, Trieste seppe trarre una serie di benefici e di opportunità che trasformarono con un’impressionante accelerazione il piccolo borgo arroccato attorno al colle di San Giusto in una grande città di mare, fervente di traffici e ospitale approdo per genti provenienti da ogni dove, dall’Europa Centrale all’Impero ottomano, oltre che, naturalmente, dall’Italia preunitaria, costituendo alcuni caratteri ancora oggi rinvenibili nella società triestina.

Il percorso biografico di Maria Teresa si snoda in un periodo che, per Trieste, è stato di accelerazione demografica e crescita economica, due fattori che ovviamente hanno dunque avuto un diretto riscontro nell’assetto urbanistico, oltre che sociale e culturale della città, che era e che si confermava con sempre maggiore evidenza il porto più importante dell’Impero. La mostra triestina mette a confronto queste due progressioni temporali, quella della biografia della sovrana e quella del “suo” porto, a partire da una prima sezione che documenta, con una notevole serie di dipinti che ritraggono la sovrana e i membri della sua famiglia, la cura e l’attenzione con la quale la famiglia imperiale proponeva un’immagine di sé assai aderente alla realtà. ma anche tale da porre in risalto la centralità dei personaggi ritratti nella vita dello Stato.

Seguono, mappe, vedute, dipinti e oggetti dell’epoca e efficaci installazioni interattive che enucleando singoli fatti e personaggi del periodo considerato contribuiscono a offrire un’immagine quantomai vivace e interessante dell’evoluzione della città. Un catalogo opportunamente organizzato e un fitto calendario di eventi collaterali costituiscono un valido supporto didattico alla conoscenza di ciò che è stato il Settecento triestino.