Monna Lisa rubata

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Un’opera lirica di Severino Zannerini racconta in musica il furto della Gioconda

Quando, nel 1503, Francesco del Giocondo, mercante fiorentino commissionò a Leonardo da Vinci il ritratto della moglie, Lisa Gherardini, non avrebbe potuto immaginare che l’opera non gli sarebbe mai stata consegnata né, tantomeno, che il dipinto sarebbe diventato, a partire da tre secoli più tardi, l’opera d’arte probabilmente più famosa e celebrata al mondo, fino ai giorni nostri, quando dieci milioni di visitatori ogni anno si accalcano davanti al piccolo dipinto (77×53 cm.), magari voltando incuranti le spalle agli oltre duecento capolavori della pittura italiana che condividono con la Gioconda gli spazi della Grande galleria del Louvre. La ragione per la quale il ritratto non venne mai consegnato ai committenti vanno ricercate, in primo luogo, nel perfezionismo di Leonardo, che, in particolare su quell’opera, si esercitò per anni, completandola soltanto nel 1507, ma continuando in seguito ad apportarvi continui ritocchi, almeno fino al 1513, e portandola con sé ad Amboise, in Francia, nel 1517, allorché fu chiamato a lavorare come pittore di corte presso il re Francesco I. Due anni più tardi, dopo la morte dell’artista, il dipinto entrò a far parte delle collezioni reali francesi, per essere trasferito in quelle del Louvre durante la Rivoluzione francese.

Ad accrescere la celebrità del ritratto, oltre gli indiscutibili meriti artistici della sua esecuzione e il riferimento che esso rappresentò per gli artisti di ogni epoca successiva, fu la bizzarra vicenda del furto della tavola perpetrato da un artigiano italiano, Vincenzo Peruggia, che, nella notte tra il 21 e il 22 agosto del 1911, riuscì a trafugare il prezioso dipinto celandolo sotto il soprabito e riuscendo ad allontanarsi indisturbato dal museo. Il ladro fu determinato a compiere il clamoroso furto per ragioni “patriottiche”, sulla base dell’errata convinzione che il ritratto fosse stato sottratto all’Italia da Napoleone Bonaparte. La Gioconda rimase in possesso del Peruggia fino al 12 dicembre 1913, quando l’ingenuo artigiano pensò, con l’intermediazione di un mercante d’arte fiorentino, Alfredo Geri, di consegnarla al direttore degli Uffizi, Giovanni Poggi, il quale, accertatosi dell’autenticità di quanto gli veniva proposto dall’improbabile personaggio, lo denunciò alle autorità, che naturalmente recuperarono il dipinto, che ovviamente fu restituito alla Francia ed arrestarono il Peruggia, in seguito condannato a Firenze ad un anno e mezzo di detenzione.

La singolare vicenda di quel clamoroso episodio ha ispirato al maestro Severino Zannerini libretto e musica di Gioconda rapita e alfin ritrovata, opera giocosa da camera in un atto, parte del progetto musicale “Musica senza senso” elaborato dall’Istituto musicale “Antonio Vivaldi” di Monfalcone.

L’azione scenica, più dettagliatamente illustrata dall’autore nell’articolo seguente, si svolge all’indomani del ritrovamento del capolavoro leonardesco nel parigino Teatro dell’Opéra Italien, dove si prova l’opera buffa di Donizetti Il campanello dello speziale, quando irrompe in sala la notizia del ritrovamento della Gioconda, avvenuto il giorno prima a Firenze, che naturalmente provoca la sospensione della prova.

La struttura dell’opera di Zannerini è dunque un esempio di teatro nel teatro, ambientato nella Belle epoque, il che, presumibilmente, fornirà all’estro del compositore toscano (ma triestino d’adozione) il pretesto per spaziare tra ambiti musicali diversi ed eterogenei.

L’opera verrà proposta in prima assoluta il 25 novembre, alle 20,30 presso il Teatro Comunale di Monfalcone e sarà replicata il 2 dicembre, sempre alle 20,30 al Teatro Comunale di Gradisca d’Isonzo.

Questi i personaggi e interpreti: Regista e direttore del palcoscenico: Roberto Ferretti (attore ) – Prefetto di Parigi: Louis Lèpine (baritono) Hektor Leka – Amarilli Etrusca (Poetessa e cantante popolare toscana) Flavia Quass – Direttore del Louvre: Michelle Homande (tenore) Luca Dordolo – Vincenzo Peruggia, ladro della Gioconda (tenore) Francesco Paccorini. – Gioconda: (soprano) (Mariana Prizzon) – Serafina (personaggio del Campanello dello speziale di Gaetano Donizetti) (soprano) Nadia Gorian. COSTUMI di Silvia Bartole. Coro dei “Giocosi di Trieste” e Orchestra

dell’Opera Giocosa del Friuli Venezia Giulia. Direttore M° Severino Zannerini