Non Bombe Ma Solo Caramelle

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Storia di una ONLUS anomala

di Silva Bon

 

Il 24 marzo 1999, quando i primi aerei hanno cominciato a decollare da Aviano verso la Jugoslavia, mi son detto: “No, basta! Non posso assistere senza prendere posizione”. Non ho trovato di meglio da fare che andare in Piazza Sant’Antonio a Trieste dove … tutti i pomeriggi si radunavano persone che erano contro quell’aggressione … Le posizioni erano le più svariate, unite però dalla volontà di condannare i bombardamenti e di opporsi alla guerra”.

Nasce da qui l’impegno umanitario, che continua tuttora, di Gilberto Vlaic, docente di Chimica all’Università di Trieste, ideatore e condirettore della Scuola nazionale di luce di sincrotrone, responsabile di progetti di ricerca presso i laboratori Elettra, nonché presidente dell’Associazione “Non Bombe Ma Solo Caramelle”. L’impegno nasce in risposta alla prima domanda di aiuto di alcuni rappresentanti del Sindacato autonomo della Zastava, l’importante fabbrica metalmeccanica di Kragujevac (sita a centocinquanta chilometri a sud di Belgrado), che dava lavoro a 36.000 operai, bombardata dalla NATO il 9 e il 12 aprile 1999.

Sostiene Gilberto Vlaic: “Quando si distruggono i luoghi del lavoro c’è la volontà di distruggere un popolo e il suo Paese, negargli il futuro”. Certamente la Serbia del dopoguerra presenta prima una situazione di assoluta emergenza e successivamente una situazione di fortissimo disagio: la popolazione, soprattutto a Kragujevac, ma anche a Belgrado, vive in condizioni di estrema povertà, basti pensare a tutte le famiglie afferenti alla fabbrica Zastava bombardata, che perdono il lavoro e conducono un’esistenza precaria, giorno per giorno, senza prospettive, senza futuro. Ma mancano, o sono cadute in estremo degrado, tutte le strutture pubbliche, scuole, ospedali, ambulatori, e le infrastrutture, strade, collegamenti viari, ecc.

In nome di un forte senso di fratellanza e di solidarietà internazionale tra lavoratori e popoli, ha inizio la serie continuativa (ogni tre mesi circa a partire dal giugno 1999) di viaggi umanitari di italiani, persone tutte contrarie alla guerra, legati a sindacati, a movimenti operai, a partiti politici che si erano opposti ai bombardamenti, ma anche persone singole e/o gruppi di persone coinvolte in organizzazioni religiose, mediche, sociali.

Le prime forme di aiuto concreto sono date dagli affidi a distanza, “certamente l’aiuto più valido all’interno di un progetto che stabilisce, sulla base di un rapporto politico tra sindacati, chi gestisce e chi è il referente. È il sindacato locale che in base ai bisogni prepara le liste e decide a chi vanno destinati gli affidi a distanza”. Gilberto Vlaic ricorda con emozione la cerimonia pubblica della consegna degli affidi: la cerimonia si svolge davanti ad una folta assemblea di operai convenuti e partecipi, che assistono alle chiamate nominali individuali; questo procedimento costituisce un momento trasparente di aiuto alle singole persone, con le quali si stabilisce nel tempo futuro un legame di amicizia, quasi di familiarità tra chi aiuta e chi è aiutato.

E certamente i rapporti umani, l’incontro con donne e uomini solidali, pieni di dignità, sensibili ai bisogni degli altri, è una delle gratificazioni più forti, che portano i dirigenti e gli associati alla ONLUS “Non Bombe Ma Solo Caramelle” a intraprendere e a rinnovare negli anni i viaggi faticosissimi; a guidare il pulmino di notte, per risparmiare sui giorni di ferie a disposizione; a percorrere strade spesso dissestate; a incontrare una realtà dura, non facile, fatta di miseria, di degrado, a volte di malattia.

Ma l’Associazione decide di andare oltre gli affidi: e il primo intervento è a favore della gente ammassata in un campo profughi, gente disperata e deprivata di tutto, a cominciare dal lavoro; poi vengono gli aiuti agli asili infantili, che partono a volte dal rendere possibili i servizi igienici degradati; i microprogetti di artigianato; i progetti di odontoiatria sociale; gli interventi nelle scuole di campagna e in quelle ricche di storia di Kragujevac; gli interventi nella sanità; le rampe per il superamento delle barriere architettoniche; gli aiuti ai bambini down…

“I progetti sono in fieri, il nostro impegno procede finché ne avremo la forza”, pertanto le conclusioni sono assolutamente provvisorie, perché “importa creare relazioni tra gruppi sociali … per una solidarietà materiale che renda il più possibile dignitosa la vita delle persone”.

In conclusione va ricordato l’impegno di tanti, che hanno contribuito con lavoro volontario alla riuscita collettiva dell’azione della ONLUS. Tra questi soprattutto Mariella Grande: lei ha partecipato fisicamente ad un recente viaggio umanitario in Serbia; ha messo a punto l’intervista a Gilberto Vlaic e ha reso concreta e possibile la scrittura di questo libro/testimonianza.

copertina:

Mariella Grande

(a cura di)

Non bombe ma solo caramelle

Storia di una ONLUS anomala

Intervista a Gilberto Vlaic

Edizioni Kappa Vu, Udine 2016

  1. 206, euro 14,00

 

 

Didascalia:  La fabbrica della Zastava dopo i bombardamenti NATO dell’aprile 1999