Rina bianca e verde

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di Roberto Dedenaro

 

Ti ricordi libretti verdi (quasi una canzone di Marcella Bella)? Nel 2006, Battello editore pubblicò alcuni libretti completamente verdi, in una collana diretta da Matteo Moder, Luigi Nacci e Ugo Pierri. Fra i primi titoli c’era Crolli di Rosaria Lo Russo, non ci si meraviglierà, allora, se dopo tutti questi anni, la collana rinasce con lo stesso nome, con le pagine bianche e non verdi, ma il primo autore pubblicato è sempre lei. Curato da Beatrice Achille e Carlo Selan, esce così Rina, novello libretto verde, in realtà bianco-verde, come detto, e altri sono annunciati. La collanina induce a usare il diminutivo perché i libretti sono piccoli di formato e piuttosto smilzi: Rina ha 28 pagine, dovrebbe rappresentare, credo, un assaggio della poesia di punta per come la vedono i curatori e l’associazione di appartenenza, la piuttosto nota ZufZone. Sono annunciati tre titoli e cioè, oltre a Rina, Guida di Giuseppe Nava, uscito in questi giorni e Inconvertendo di Gino Scartaghiande, autori ben conosciuti, dunque; Scartaghiande è nato all’inizio degli anni ’50, Lo Russo ha una decina d’anni di meno, e Giuseppe Nava è un autore quarantenne e, diciamo così, locale. Cerco di raccogliere informazioni, perché in Rina, che credo sia un ipocoristico di Caterina, non c’è una nota di nessun tipo e l’unica informazione che ci viene data è che il suo contenuto è una sorta di microantologia, che raccoglie testi già editi in raccolte precedenti da Rosaria Lo Russo, piuttosto, pure, lontane nel tempo. È perciò un mistero, almeno per me, capire i criteri della scelta in generale degli autori e in particolare dei testi presenti in Rina, il che non è una critica ma una pura descrizione dell’oggetto che abbiamo in mano. Le poesie raccolte appartengono infatti alla prima raccolta pubblicata dalla Lo Russo nel lontano 1987, a cui si aggiunge Il sogno di Titina tratto, invece, da Comedia di una decina d’anni dopo. Il filo rosso che unisce il libro è rappresentato da Rina, appunto, zia dell’autrice prematuramente scomparsa, presente come una sorta di alter-ego nei testi scelti, che possono essere, per chi non conoscesse la Lo Russo, anche un’occasione per avvicinarsi a un’autrice che è sicuramente uno dei “grandi”, per  dir così, autori contemporanei, poeta, lettrice-performer, traduttrice, saggista, voce recitante, attrice e insegnante di letteratura e lettura di poesia ad alta voce, allevatrice di pappagallini, forse questo non lo dovevo dire. Rosaria Lo Russo è avvicinabile a quella che è stata, è, una concezione della scrittura poetica legata alle avanguardie novecentesche, che ha teso a considerare la poesia soprattutto per la sua radice fonica, sonora. A metà strada fra teatro, performance e lettura, i suoi libri spesso accompagnati da cd, quasi a dire che non è possibile vi sia solo carta nella scrittura, ma anche, in realtà tanta scrittura, raffinatissima, con un dialogo serrato e ironico con la tradizione letteraria, come si può osservare anche solo nei titoli di alcune sue raccolte come Comedia o Lo Dittatore Amore, per altro non basterebbe un numero di Ponte rosso a riflettere su più di trent’anni di carriera letteraria, ma vorrei ancora nominare, almeno, il suo lavoro di traduttrice e di diffusione in Italia della poesia di Anne Sexton. Rina certamente non dà ragione di tutta la complessità di questo lavorio, quello di Rosaria, intendo, ma da un lato testimonia l’acutezza dei curatori e di Beatrice Achille in particolare, a cogliere la centralità della figura omonima per l’autrice e dall’altro testimonia anche in modo così miniaturiale, alcuni temi ricorrenti in Lo Russo, l’identità, la femminilità e il rapporto con il sacro, e della sua scrittura, Il sogno di donna Titina, presente nel libretto è, ad esempio, un testo meta-teatrale, o se mi posso spiegare meglio, a personaggi e con annotazioni per la sua rappresentazione.

Alla fine, mi pare, che un merito sicuro di questi libretti bianco-verdi e dei loro curatori sia quello di accendere un’attenzione anche dalla periferia dell’impero, cioè da Trieste, sulla contemporaneità, annotazione banale, ma non tanto, se a questo aggiungiamo il valore specifico degli autori pubblicati capirete come in primavera la nostra libreria, in accordo con la stagione, si colori di bianco-verde.

 

 

Rosaria Lo Russo

Rina

a cura di Beatrice Achille

e Carlo Selan

Battello stampatore, Trieste 2021

  1. 32, euro 12,00