Nostalgia dei cinema all’aperto

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Un’insolita guida per serate romane e amarcod di serate triestine

di Pierpaolo De Pazzi

 

Roma potresti girarla una vita e trovare sempre qualcosa di nuovo a sorprenderti. Anche per questo è sempre bello tornarci: San Sabba, i sotterranei di San Clemente, i vespri cantati dalle Monache Agostiniane dei Santi Quattro Coronati ed esaltati dall’acustica della Basilica dell’anno mille.

Roma del resto è piena di spunti anche per il turista appassionato di cinema: Cinecittà è visitabile; ma non basta, diverse associazioni turistiche accompagnano i visitatori lungo itinerari legati alle riprese di film, dai classici hollywoodiani (il giro in Vespa di Vacanze romane su tutti) all’EUR di Fellini, al Pigneto di Pasolini, al quartiere Coppedè di alcuni film di Dario Argento, al “secondo”giro in Vespa più famoso, quello di Moretti in Caro Diario (La Garbatella, Spinaceto, Casal Palocco, la Ostia del monumento a Pa’). Non c’è un angolo di Roma che non sia diventato anche un set cinematografico.

Ad un turista cinefilo che si trovi quest’estate a passare qualche serata a Roma mi sentirei di dare anch’io un paio di consigli, sulla scorta di una recente visita.

Sono almeno due i luoghi che attirano l’interesse, entrambi a Trastevere.

Il primo è il Cinema Nuovo Sacher (www.sacherfilm.eu). Si trova a Largo Ascianghi 1, vicinissimo a Porta Portese. Ventisei anni fa la Sacher Film di Nanni Moretti e Angelo Barbagallo ha rilevato una sala che era stata costruita come sede del dopolavoro Monopoli di Stato e aveva poi vissuto la stessa trafila di tante simili sale che ci sono anche nelle città di provincia: cine-teatro, cinema di prima visione, cinema di seconda visione. La nuova proprietà ne fa un luogo dedicato alla visione di film d’autore, rassegne di registi esordienti, e selezionati film stranieri in lingua originale.

La sala è grande, accogliente e silenziosa, con poltrone comodissime, un bar, una piccola libreria specializzata e un’arena esterna dove vedere d’estate i migliori titoli della stagione precedente. A quell’arena, quando si chiamava ancora Nuovo Cinema Teatro Arena, Pasolini aveva dedicato una poesia, Proiezione al “Nuovo” di “Roma città aperta” (nel poemetto La ricchezza, 1955-59, da La religione del mio tempo): «Entro nell’arena, all’ultimo spettacolo, /senza vita, con grigie persone, /parenti, amici, sparsi sulle panche, /persi nell’ombra in cerchi distinti e biancastri, nel fresco ricettacolo/…»

Vedendo che a Roma sta per iniziare la programmazione estiva, forte e irresistibile sale la nostalgia per quando anche a Trieste era attiva la bella arena dell’Ariston. Ospitava d’estate il festival dei festival, la rassegna che fino a una decina di anni fa riportava sullo schermo di viale Romolo Gessi, sulla terrazza sopra al cinema, i titoli più interessanti del precedente autunno ed inverno. Non rinuncio a una ricerca in Internet, che mi riporta alla memoria titoli di un altro tempo, come La morte sospesa, La caduta – Gli ultimi giorni di Hitler, Million Dollar Baby e con loro tutta la programmazione di quella e altre estati, con i suoni, le musiche, i sapori, i colori e le care voci di quelle lontane stagioni. Rimpiango le cene con creme e panna della vicina gelateria, il cuscino comodo portato da casa perché quelli verdi impilati in fondo all’arena non erano sufficienti ad ammorbidire le sedute delle sedie zincate. Quanti bei film visti su quello schermo, che si accendeva assieme alle stelle in cielo, dopo il tramonto del sole, e quanta malinconia quando le proiezioni dopo ferragosto venivano anticipate, evidente indizio che i giorni dell’estate stavano inesorabilmente accorciandosi.

Dobbiamo ricordare che ancora oggi a Trieste resiste valorosamente la programmazione estiva del Giardino Pubblico (con schermo recentemente rinnovato), ma un amarcord dei cinema all’aperto dovrebbe iniziare addirittura dallo Spofford, di via Rossetti. Ci può aiutare la lettura del completissimo volumetto di Dino Cafagna I cinematografi di Trieste. Storia, locali e curiosità (Luglio editore): i cinema all’aperto erano tanti e riempivano di gente i giardini, le arene, le piazze e addirittura i castelli. Infatti quello di San Giusto ha ospitato dal 1963 al 1982 il Festival internazionale del film di fantascienza di Trieste.

Grazie al cinema questi luoghi sono diventati magici scenari di uno dei riti sociali più belli delle estati in città. Rito sociale, perché è vero che il film si guarda da soli, ma a vedere un film in un’arena non si andava mai da soli, e potevi sempre trovare qualcuno con cui commentare quello che avevi visto e con cui scambiare opinioni e consigli su quel che la programmazione avrebbe offerto nelle prossime serate. La sala piena, o una piazza dove la gente accorre portandosi la sedia per assistere assieme ad un film: poco può far percepire meglio il senso di una comunità. Lo aveva sentito Umberto Saba, dopo la prima guerra mondiale, quando lavorava a Trieste al Cinema Teatro Italia, gestito dal cognato Enrico Wölfler, scrivendo versi promozionali per i film in programmazione. La folla che si assiepava nella sala gli aveva ispirato il Canto dell’amore (una domenica dopopranzo al cinematografo): «Amo la folla qui domenicale,/ che in se stessa rigurgita, e se appena/ trova un posto, ammirata sta a godersi/ un poco d’ottimismo americano//Sento per lei di non vivere invano,/ di amare ancora gli uomini e la vita./…»

Ma torniamo alla Capitale, in Trastevere vicino a Porta Portese e lasciamoci alle spalle l’ex Cinema Nuovo, ora Nuovo Sacher di Moretti; proseguiamo con la nostra flânerie da turisti appassionati lungo il dedalo di viuzze e vicoletti così tipici di questo rione, attraversiamo viale Trastevere e raggiungiamo la grande Piazza San Cosimato. È questo il secondo posto che suggerirei al turista cinefilo: questa bella piazza infatti ospita una rassegna cinematografica, dal primo giugno al primo agosto, gratuita, sopravvissuta a mille traversie giungendo così alla terza edizione. Tutto questo grazie all’entusiasmo coinvolgente di un gruppo di ragazzi riuniti nell’associazione Piccolo Cinema America.

L’Associazione nasce dall’esperienza dell’occupazione del Cinema America, storica sala di via Natale del Grande a Trastevere, attraversa uno sgombero, il trasferimento provvisorio nei locali di un ex forno, accanto al cinema, per arrivare all’assegnazione di un’altra sala storica del rione romano, la Troisi (ex cinema Induno). Sala che deve essere messa a norma, prima dell’apertura, ed è per questo che invitiamo chi passasse da quelle parti a fare una donazione, che si può fare anche on-line (http://www.cinematroisi.it/). Ma questa è un’altra divagazione, torniamo al festival estivo Trastevere Rione del Cinema.

Il nome della rassegna è Il sopravvissuto e questo ci dice che anche nella Capitale il clima non deve essere il più favorevole. Ma intanto il festival tiene duro, e i ragazzi che lo organizzano hanno molta voglia di lottare per difenderlo dalle innumerevoli insidie che sempre vanno a sbarrare il passo a iniziative di questo tipo.

Il programma (https://trasteverecinema.it/ ) è molto interessante, con retrospettive dedicate a Kubrick, Lynch, Farhadi, Antonioni e Luigi Magni, e con serate Disney e Pixar al sabato per i più piccoli. Dopo lo spettacolo per loro, avvicinandosi l’ora fatidica della mezzanotte, la proposta diventa quella di un classico dell’horror. Così a Wall-E, Ratatouille, Alladin e Alla ricerca di Nemo succedono insidiosamente Suspiria, Non aprite quella porta, Demoni, L’esorcista, Halloween, La notte dei morti viventi, La casa, Nightmare. Insomma, lo schermo si riempie di diavoli, zombi, pazzi con la motosega e fanciulle possedute. E i residenti, si lamenteranno per le urla e i rumori granguignoleschi provenienti dalla piazza? I giovani organizzatori sanno come vanno le cose e la sezione è stata battezzata (speriamo con abbondante acqua santa) Midnight’s Silent Horror: radio trasmittente il sonoro e cuffie tuteleranno la giusta quiete pubblica e di coloro che abitano nella grande piazza.

Quindi, sogni d’oro!