OLTRE IL VISIBILE E L’INVISIBILE IMMAGINI DELLA LUCE TRA ORIENTE E OCCIDENTE

Horiki   Katsutomi "Itaca" Particolare

Horiki Katsutomi
“Itaca” Particolare

di Graziella Atzori

Tolmezzo – mostra di Riccardo Guarneri e Horiki katsutomi

La Carnia, con i suoi monti azzurri stagliati contro il cielo, i paesi ritagliati ai piedi, sui fianchi o addirittura sulla vetta delle montagne austere e in apparenza invalicabili, quasi una sfida dello spirito umano contro le asperità della natura e del destino, diventa metafora del limite e in contemporanea del suo superamento. Ben si presta quindi ad ospitare una mostra intitolata “Oltre il visibile e l’invisibile – immagini della luce tra Oriente e Occidente” di due artisti di grande spessore e fama internazionale quali Riccardo Guarnieri  e Horiki Katsutomi, che offrono una riflessione per immagini sul significato della “soglia”. Intesa questa, secondo il senso esplicitato dal filosofo Salvatore Lavecchia, uno dei due curatori (l’altro è Fabrizio Deotto, art advisor), come ciò che manifesta ed unisce visibile ed invisibile.

La mostra si tiene a Tolmezzo a palazzo Frisacco  dal 15 giugno al 2 agosto, tutti i giorni escluso il martedì, dalle 10 alle 12,30 e dalle 15,30 alle 19.

La soglia dunque, un passaggio obbligato, è il momento dell’arrestarsi stupito, non predeterminato, libero da impedimenti, per conseguire nuova consapevolezza e proseguire investiti da una rivelazione che la luce dona senza riserve. La luce, un infinito bene, è soglia, risveglio ed apertura. L’Io in questo istante inatteso e gratuito accoglie e si concede, rompendo ogni divisione tra Io e l’altro, interiore ed esteriore, mondo, natura e spirito. Tanto può compiere l’arte quando si pone su un terreno che ingloba ma trascende le umane contingenze, e si manifesta attraverso una luminosità che è catarsi, pacificazione. 

Entrambi gli artisti, ognuno con i suoi particolari mezzi espressivi, raggiungono gli stessi traguardi. In entrambi il materiale usato – sia visto come tela, colore, spazio, ritmo e segno, sia inteso in senso psicologico come elemento esperienziale – è mezzo per esprimere  una realtà atemporale. 

Riccardo Guarneri, "Luminoso"

Riccardo Guarneri, “Luminoso”

Guarneri raggiunge risultati mirabili per trasparenza e impalpabilità in opere in cui il visibile è ridotto a linee, quasi sempre verticali, nelle quali il bianco è appena differenziato da un celeste da prima alba del creato, o il giallo  delicatissimo ricorda quell’oro filosofico che i saggi ricercano come Sommo Bene. La luce, come lo stesso artista dichiara in un pannello esplicativo, nasce dall’interno del quadro per effondersi e raggiungere il nostro occhio, come una melodia. 

Riccardo Guarneri è uno dei cinque artisti, selezionati su centoventi autori, che parteciperanno alla Biennale di Venezia 2017.

Il giapponese Horiki Katsutomi sceglie di ripercorrere il cammino iniziatico di Ulisse. Il ritorno ad Itaca è uno svelamento della propria compiuta umanità. Nei suoi quadri ciò che accade dentro/fuori nel viaggio per mare e nella coscienza è raccontato con l’uso del colore. Quanto Guarneri è rarefatto e lineare,  quintessenziato, tanto Katsutomi è denso e intenso nel cromatismo, pastoso, curvilineo. Coglie una realtà doppia che si specchia nell’acqua, come nella rappresentazione dell’isola di Ogigia, una sagoma ovoide ripetuta nel mare.  Qui, nell’isola incantata, Ulisse si fermò sette anni, un numero misterico indicante un periodo compiuto. Qui, sedotto dalle grazie della ninfa Calipso, sarebbe rimasto per l’eternità, divenendo un dio, ma senza il concorso di meriti propri, senza sua volontà, innalzato allo stato divino solo grazie alla ninfa. Per questo forse, o certamente, nei commenti splendidi dei curatori possiamo leggere: Ciò che desidera apparire ultimo vela il viaggio che guida verso un autentico inizio. Iniziare è meraviglia di ogni istante, non ha fine, è autentica creazione che avviene se l’Io veglia libero da altro e da se stesso. (Lavecchia)

Oltre che evento artistico, per il visitatore la mostra rappresenza dunque un’occasione meditativa, svelamento del rapporto dialogico tra sé e il mondo, dialogo privo di prevaricazine, nel quale ciascuna parte dona e ugualmente riceve nella luce del Bene.

È fattibile un discorso agatologico (dal greco agathon, il Bene), etico, nell’ambito dell’arte? Grande interrogativo, nel nostro tempo tormentato e relativistico, a cui alludono i due maestri sulla tela, a cui risponde il filosofo che illumina attraverso la parola. Parola e luce costituiscono un binomio inscindibile.

A ciascuno il suo sguardo e il suo intendimento nel visitare una mostra che è un gioiello, unificazione di bellezza formale e significato, un Bene/Bello fecondante l’anima che vede.