Palcoscenici a Trieste

| | |

Tra il Politeama Rossetti e il teatro Bobbio

di Paolo Quazzolo

 

Un momento difficile, proposto al Politeama Rossetti dallo Stabile di Catania in coproduzione con lo Stabile del Friuli Venezia Giulia, è l’ultimo testo di una trilogia drammatica scritta da Furio Bordon, composta da Le ultime lune e La notte dell’angelo. Si tratta di un progetto sviluppato nell’arco di alcuni anni, che lo stesso autore ha voluto definire come una “trilogia delle età indifese”, poiché i tre testi mettono in scena vicende familiari che ruotano attorno al mondo dell’infanzia e della vecchiaia, ossia gli anni in cui l’essere umano risulta, appunto, più vulnerabile e indifeso, e per questo esposto a violenze e umiliazioni. Le ultime lune è la storia di un anziano costretto ad andare in una casa di riposo; La notte dell’angelo affronta il tema di un’infanzia segnata dall’indifferenza e dal disamore. L’ultimo testo della trilogia, Un momento difficile, ci riporta alla vecchiaia e al momento estremo del trapasso, ove un figlio, ormai stanco ed esasperato, combatte inutilmente contro la demenza senile della madre. In una narrazione che sovrappone il momento presente al ricordo del passato, l’immagine desolante della madre inferma a quella dei genitori ancora giovani, Bordon ci invita a meditare, in un finale carico di commozione, che la scomparsa di un genitore porta via con sé un intero mondo di affetti e che quell’universo di tenerezze e sentimenti potrà continuare a vivere fintantoché saremo noi a conservarne il ricordo. Lo spettacolo, diretto con garbo da Giovanni Anfuso, ha avuto in Ariella Reggio e Massimo Dapporto due intensi interpreti che in un’alternanza di momenti drammatici ad altri più leggeri, hanno ritratto con affetto e partecipazione i due personaggi principali. Al loro fianco, delicate ombre evanescenti, Debora Bernardi e Francesco Foti nei ruoli dei genitori di un tempo.

Festoso ritorno sul palcoscenico del Rossetti per la compagnia dei Momix, che qui hanno proposto, subito dopo il debutto nazionale di Roma, la loro ultima straordinaria creazione: Alice. Il gruppo, che ormai conta ben 38 anni d’attività, approdò sul palcoscenico del Rossetti già nel 1989 con un sensazionale Momix Show, uno spettacolo con cui si rivelava al pubblico uno stile teatrale allora assolutamente inedito. Oggi la compagnia propone l’ennesima creazione capace di stregare autenticamente il pubblico, attraverso l’uso di immagini incantate, in cui i corpi degli attori-ballerini, le luci e le proiezioni si fondono in gioco meraviglioso, che consente alla fantasia di correre libera attraverso le misteriose profondità del palcoscenico. La storia di Alice è narrata attraverso singole immagini che servono al creatore dello spettacolo – e direttore della compagnia – Moses Pendleton, a dare libero sfogo alla sua inventiva. Ne viene fuori uno spettacolo ricco di poesia in cui il corpo atletico dei ballerini è posto al centro assoluto di un palcoscenico ricoperto esclusivamente da quinte e fondali neutri sui quali si disegnano i fantastici giochi illusionistici delle proiezioni.

Il palcoscenico del Teatro Bobbio ha ospitato, per la stagione di prosa della Contrada, Regalo di Natale, commedia tratta dall’omonimo film di Pupi Avati, adattata per la scena da Sergio Pierattini e proposta dalla compagnia La Pirandelliana. Quattro amici di lunga data, con alle spalle un’esistenza difficile, si ritrovano la notte di Natale per una partita a poker. Ospite dei quattro è un quinto giocatore, un misterioso quanto svampito avvocato, uomo ricchissimo, ma anche noto per essere, al tavolo di gioco, un perdente cronico. Nel corso della serata, tuttavia, il gioco si fa sempre più duro sia perché l’avvocato si rivela essere tutt’altro che uno sprovveduto principiante, sia perché in ballo per i quattro amici c’è il difficile bilancio di una vita costellata da fallimenti, inganni, e sconfitte. Ambientata originariamente negli anni Ottanta, la commedia è stata trasposta al 2008, anno in cui ha avuto avvio quella crisi globale che ha così duramente segnato la società europea ed italiana. Quella di Avati è una commedia estremamente cruda e graffiante, in cui vengono messi a nudo i tormenti di cinque uomini che dalla vita, probabilmente, non si aspettano più nulla. Il gioco d’azzardo costituisce per loro l’ultima spiaggia, l’unico modo rimasto per provare delle emozioni a fronte del vuoto totale che sembra ormai circondarli. Bravi interpreti di una commedia che passa dai toni disimpegnati e a tratti comici della prima parte a momenti di grande cupezza e tensione, Filippo Dini, Giovanni Esposito, Valerio Sartoro, Gennaro Di Biase e Gigio Alberti, quest’ultimo molto credibile negli inquietanti panni del misterioso avvocato.