Parole nel vento di Christian Antonini

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Un libro curato nei particolari, ed è un altro dei suoi tanti pregi, ma il primo, e più importante, rimane la storia, piacevole e piena di speranza

di Anna Calonico

 

Christian Antonini, milanese che vive nella Valsassina, scrive libri per ragazzi e, pur se con un minore successo di pubblico, per adulti. Le trame spaziano tra storia, fantastico e avventura e l’autore, appassionato di libri, videogiochi e fumetti, è riuscito a lavorare in varie case editrici come traduttore, recensore, curatore, ideatore di giochi di ruolo, collaboratore di videogiochi… Nel 2007 ha pubblicato il suo primo libro, nel 2010 ha fondato la rivista digitale per narrativa fantastica Altrisogni, nel 2017 ha trionfato nel concorso Bancarellino, e da allora si è imposto nella letteratura per ragazzi vincendo molti premi con i romanzi I ribelli di giugno, Una lettera coi codini, Fuorigioco a Berlino, Gli smeraldi di Sumatra. Infine, ha pubblicato Parole nel vento, fresco di stampa, ambientato nel Kentucky della Grande Depressione, delicato e svelto da leggere proprio come una folata d’aria, ma tutt’altro che sciocco e banale.

Narra della quindicenne Lucy May, uno spirito ribelle di origine pellerossa, che vive in una fattoria circondata da boschi e da povertà. Lucy May riesce ancora a frequentare la scuola, a differenza di suo fratello Jim Bob che ha dovuto lasciare gli studi per andare a lavorare in miniera e portare a casa qualche soldo; sogna di diventare insegnante, ama i libri e le parole e una delle cose per lei più preziose è il dizionario, che legge abitualmente. Un giorno, però, il padre le porta una notizia terribile: non ci sono più soldi in casa, bisogna risparmiare in tutti i modi, e questo significa dover vendere l’altro grande tesoro di Lucy May, la sua puledra appaloosa. La ragazza non è disposta a perdere Brezza di luna, così scappa di casa. Dopo aver incontrato tre sconosciute a cavallo, nel suo rifugio conosce Peter, un misterioso ragazzo ferito e danaroso.

Con questi personaggi Antonini non soltanto crea una storia avvincente, ma anche sposta l’attenzione su alcuni grandi temi dell’America degli anni Trenta, come la malavita e i giovani criminali, e come le bibliotecarie a cavallo, istituite nel 1935 dal governo americano di Roosevelt per portare la cultura nei territori più desolati, offrendo libri e riviste a persone indigenti che altrimenti non avrebbero potuto avvicinarsi alla pagina scritta.

Questo libro, un vero inno alla lettura, ha una bellissima presentazione iniziale: Galoppo china sul collo di Brezza di luna, cercando di farmi leggera più che posso. I suoi zoccoli colpiscono la terra soffice con una raffica di tonfi ovattati, veloci e sicuri. Quel suono mi riempie le orecchie e sorrido: ha lo stesso ritmo del mio cuore. Per la centesima volta realizzo che vorrei essere una giovane cavalla come lei per sfrecciare in mezzo alle querce. Per fiutare il vento e giocare a chi è più veloce. Ma sono solo Lucy May Walton, di quasi quindici anni. (p.4) e prosegue con pagine altrettanto semplici e deliziose, in cui descrizioni affascinanti di paesaggi boscosi e corse sfrenate al galoppo si alternano a invocazioni d’amore per i libri: Con lei può andare dove vuole, nel letto dei torrenti dalle acque azzurre come zaffiri o in cima alle colline dagli alberi dorati, attraverso rovi, rocce e cespugli, fino alla sommità dei monti… alla ricerca di una vita tanto grande da richiedere nuove parole per esprimerla. Rinunciare a Brezza di luna sarebbe come vivere usando solo alcune pagine del suo dizionario. (p.58)

La conoscenza appare come un modo per essere liberi, perché i libri fanno volare Lucy May oltre la contea che le si stringe addosso con i suoi problemi troppo reali per il suo animo selvaggio, e ancora oltre, più in alto delle cime delle montagne. È Jim Bob, quando la aiuta a scappare invece di trattenerla, che glielo spiega: Puoi cambiare la tua vita. L’hai sempre fatto, in realtà. Guarda le cose che sai e che hai imparato. Già questo ti rende migliore di me. Più libera (p.60).

Inoltre, la conoscenza è anche speranza, e, in un certo senso, vero e proprio cibo per l’anima e per la testa: agli occhi delle bibliotecarie a cavallo, Rosalinde, Elizabeth e Barbra, il loro compito è quello di chi porta da mangiare a cuori e menti vuoti, affamati di storie: molte persone, una su tre in Kentucky, non sa leggere, e comunque non può permettersi di andare in cerca di libri, sia per mancanza di soldi, sia per la distanza tra le abitazioni e le biblioteche, oltre che per le strade difficili da percorrere con pioggia, maltempo e neve.

Sicuramente sono in molti a non conoscere l’ormai perduta istituzione delle bibliotecarie a cavallo, e ben venga, allora, un libro che ne parla, anche se si tratta “solo” di opera di fantasia, anche se è destinato “solo” ai ragazzi.

Comunque, le realtà storiche raccontate in questo testo vengono romanzate senza eccessi; gli avvenimenti di Lucy May e della contea di Salleville a volte vengono interrotti da brevi capitoli che narrano una vicenda più vecchia, quella dell’antenato pellerossa della protagonista, il guerriero kiowa Vento di luna che si sacrifica per mettere in salvo la sua donna Grano che non si piega e il loro nascituro. Senza contare che in queste pagine veniamo a sapere anche i fattacci di Peter e dei manigoldi suoi compagni di banda. Ce n’è per tutti i gusti, e persino una storia d’amore, forse un po’ scontata, ma così lieve da non infastidire nemmeno i più duri.

Lucy May Walton è un gran bel personaggio: assolutamente realistico, con i suoi piccoli grandi dolori di adolescente e di membro di una famiglia povera, ma così adorabile da apparire come una vera e propria eroina, quasi come i supereroi, ogni volta che vola al galoppo con la sua puledra; riesce a farsi amare dagli altri personaggi e anche dal lettore, che potrebbe quasi paragonarla alla sempre solare Pollyanna di Eleanor Porter; e naturalmente riesce a risolvere la situazione nel migliore dei modi!

È un libro ben scritto, e non ci si poteva aspettare altro da chi sostiene che le parole sono importanti: Con le parole giuste posso raccontare tutto, tutta la vita. E se uso i termini esatti allora chiunque può capire quello che devo dire. Con le parole possiamo fare del bene oppure ferire. Una parola è come un’etichetta. Pensa a cosa succede se dici in giro che qualcuno è un ladro. O invece se dici che è malato. La tua parola diventa la realtà nel pensiero di un altro. E tu riempi la figura di questa persona nella mente di chi parla con il significato di quello che hai detto e generi nuovi pensieri. Devono essere usate con cura le parole. (p.136)

Parole nel vento si presenta bene anche come aspetto: la copertina sull’azzurro evoca sogni e ricordi, il giallo che contorna il libro e la cavallerizza illumina i pezzi più importanti, e, all’interno, ogni capitolo prende il titolo di una parola del dizionario, con il suo significato. Ogni parola è quindi l’argomento del capitolo, e i paragrafi sono separati tra loro dal disegno di una piuma che volteggia nell’aria e ricorda la penna d’aquila che Lucy May ha legato alla criniera della sua Brezza di luna. È un libro curato nei particolari, ed è un altro dei suoi tanti pregi, ma il primo, e più importante, rimane la storia, piacevole e piena di speranza: come dicono le tre cavallerizze, la lettura è una speranza.

 

 

 

Christian Antonini

Parole nel vento

Giunti, Firenze 2020

pp.204, euro 14,00

età +11