Pentothal, opera prima di Andrea Pazienza

| | |

Ripubblicate le storie «narcisisticamente autobiografiche» dell’autore pugliese

di Giovanni Graziano Manca

 

Può sembrare strano, dal momento che si tratta di un’opera prima, ma Le straordinarie avventure di Pentothal è forse la storia che rappresenta meglio, insieme a Pompeo, l’indole stilistico creativa, ma non solo, dell’artista visivo, fumettista e pittore Andrea Pazienza. Sembra essere, quantomeno, quella che allo stesso tempo riesce a incarnare in modo più verosimile ed esauriente lo spessore artistico del pugliese, le sue motivazioni più profonde e le caratteristiche più rilevanti del suo fare arte. La storia è molto articolata ed esce a puntate su Alter Alter, rivista di fumetti nata come supplemento a Linus. Alter Alter pubblica i dieci episodi in cui la narrazione si snoda tra l’aprile del 1977 e il mese di luglio del 1981. Quelli che appartengono alla mia generazione ricorderanno certamente quel periodo come uno dei frammenti della storia italiana più recente più bui e densi di problematiche sociali e politiche. La tensione degli anni di piombo si consolida man mano e passa anche, tanto per esemplificare, attraverso le uccisioni di appartenenti alle forze dell’ordine e di uomini di stato, e non basta. L’agente di Polizia Settimio Passamonti, lo studente Francesco Lorusso, il presidente della DC Aldo Moro e gli uomini della sua scorta, Fausto e Iaio, due diciottenni che frequentano il Leoncavallo di Milano, e Mino Pecorelli, direttore del settimanale OP, sono solo alcuni tra i tanti che persero la vita in quegli anni difficili. Guido Rossa viene ucciso il 24 gennaio del 1985, mentre al 2 di agosto del 1980 risale la strage della stazione di Bologna. Sul piano politico, a seguito dell’uccisione dell’agente Passamonti, il 22 aprile del 1977 il ministro dell’interno Cossiga vieta le manifestazioni pubbliche fino al 31 di maggio; il 28 di agosto una grande manifestazione contro la costruzione della centrale Enel di Montalto di Castro fa nascere il movimento anti nucleare in Italia. Quarto governo Andreotti e attuazione del compromesso cosiddetto “storico” che consiste nell’affievolirsi dei contrasti tra la Democrazia Cristiana e il PCI. Ancora, sul piano culturale: la DC e la Santa Sede chiedono la sospensione delle otto puntate televisive dell’opera teatrale di Dario Fo Mistero buffo, muore a Memphis Elvis Presley, inizia le pubblicazioni la rivista Il male, che ospiterà spesso lavori di Andrea Pazienza. In breve, il clima di quegli anni è un susseguirsi denso di avvenimenti epocali e di forti cambiamenti culturali e sociali. Il mondo della scuola e dell’università sono in fermento; le contestazioni studentesche di piazza e i provvedimenti repressivi contribuiscono a delineare le caratteristiche di quei pochi anni di grande instabilità. Gli avvenimenti che abbiamo sinteticamente richiamato si collocano sullo sfondo, rispetto a quanto Andrea Pazienza racconta in Pentothal. L’opera si cala perfettamente nel clima disordinato degli anni a cavallo tra i Settanta e gli  Ottanta. La temperie è intrisa da un lato di tutti gli stimoli ambientali esterni che un artista può cogliere anche nella Bologna di quegli anni (in questa città Pazienza è di casa: vi frequenta infatti il Dams, corso di laurea che abbandonerà a pochi esami dal conseguimento del titolo), dall’altro da una molteplicità di elementi che scaturiscono direttamente dal più profondo sentire, dalla fervida fantasia e dalle influenze culturali e artistiche del fumettista–narratore pugliese. L’inventiva incontenibile di Andrea, peraltro, va anche posizionata anche all’interno di un generale contesto di evoluzione e di rinnovamento di varie espressioni artistiche, una fra tutte il fumetto. Andrea Pazienza è dotato di talento e creatività non comuni. Vincenzo Mollica ha scritto che raccontare Andrea Pazienza non è facile, è come cercare di raccontare i fuochi d’artificio o un quadro di Picasso. Pazienza è completamente assorbito dalla sua arte e quest’ultima si nutre degli aneliti e dei rigurgiti esistenziali dell’artista. Lo stesso Andrea scrive: «Amo. Al di là ed oltre, è un mare di pennarelli, ed il mio amore per i pennarelli è secondo solo all’amore che nutro per me stesso. Pennarello è bello, e se sai usarlo, se lo ami, sa darti soddisfazioni, diventa te, diventa tuo istmo […]». Ritroviamo, in Pentothal, molte delle vicissitudini intime che si susseguono nella vita quotidiana del nostro. Gli intrecci autobiografici pazienziani, per altri versi, intersecano anche fatti politici e culturali di quegli anni. Arte e vita in Pazienza diventano sinonimi: emozioni e inquietudini, allegria e trasgressioni, la droga, di cui pure Andrea Pazienza fece uso e che causò la sua morte nel 1988. Ancora Mollica scrive che nessuno come Andrea ha saputo fare della vita una fiaba da raccontare nelle notti in cui ci viene la voglia di riannodare il bandolo della matassa. Stefano Benni, dal canto suo, ha definito Andrea Pazienza un maestro del disegno e della scrittura moderna. Come osserva anche il giornalista Luigi Di Fonzo, «A Pazienza resterà sempre quel senso di inadeguatezza nei confronti del Movimento e della situazione politica in cui viveva: tra la voglia di sentirsi artista, al di sopra di certi meccanismi, e quella di raccontare le vicende del Movimento e quindi, inevitabilmente, fare una scelta di campo». Di Fonzo è autore dell’interessante volume monografico Andrea Pazienza – Il mio nome è Pentothal, dove le storie «narcisisticamente autobiografiche» del personaggio pazienziano Pentothal vengono riassunte e commentate episodio per episodio. Coloro che volessero avvicinarsi all’arte del Nostro e sapere qualcosa di più sui tempi in cui egli visse troveranno il libro un utile strumento di conoscenza e di approfondimento.

Luigi Di Fonzo

Andrea Pazienza

Il mio nome è Pentothal

Ianieri, Pescara 2016

  1. 168, euro 15,90