Pietro Nobile in Istria

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Un’importante mostra e il relativo catalogo illustrano i viaggi istriani dell’architetto ticinese

di Luca Caburlotto

 

Noto in ambito italiano soprattutto per aver progettato la chiesa di Sant’Antonio Nuovo, Pietro Nobile (Capriasca, Canton Ticino, 1776 – Vienna 1854), dopo aver perfezionato il proprio percorso di studi e di formazione tra 1797 e 1807 a Roma e Vienna, risedette e operò stabilmente a Trieste dal 1807 al 1818. Fu qui che venne occupato dal governo asburgico prima come assistente poi come “ingegnere in capo” della Direzione delle pubbliche fabbriche, avente giurisdizione sull’area del Litorale austriaco. Tale attività, strategicamente importante per lo sviluppo dell’area, gli diede occasione di percorrere estesamente la penisola istriana, ove accompagnò tra l’altro nel 1816 l’Imperatore Francesco I, interessato a prendere diretta conoscenza di questa parte dei domini, in una visita alle principali città.

Nell’occasione dei soggiorni istriani – dovuti soprattutto alla progettazione di strade e alla sistemazione di porti, ma che consentirono anche la progettazione del faro di Salvore e della chiesa di San Pietro a Pirano (1818) e diedero spunto allo studio e al restauro dell’Arena di Pola – egli trasse un quaderno di disegni raffiguranti edifici, paesaggi e località della penisola che, a seguito una complessa vicenda, è giunto nel 1948 in forma di cartella con fogli sciolti all’Archivio di Stato di Fiume, dove tuttora si conserva, proveniente dalla Biblioteca provinciale dell’Istria di Pola: per quest’ultima l’aveva a sua volta acquistato sul mercato antiquario, al quale era giunto per vendita degli eredi capodistriani di Nobile, lo storico Camillo De Franceschi (Parenzo 1868 – Venezia 1953).

Una selezione di circa cinquanta degli 82 disegni componenti la cartella è stata esposta prima alla Biblioteca statale Stelio Crise di Trieste con il titolo Pietro Nobile. Viaggio artistico attraverso l’Istria. Motivi istriani di inizio ottocento (7 giugno – 9 luglio) poi nelle Sale piccole di palazzo Poli a Fontana di Trevi, sede dell’Istituto centrale della grafica di Roma, col titolo Pietro Nobile. Viaggio artistico in Istria (22 settembre – 6 novembre). Oltre che dagli Istituti ospitanti, entrambi del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, e dall’Archivio di Stato di Fiume, l’esposizione è stata promossa dal Polo museale del Friuli Venezia Giulia, cui appartiene la maggiore collezione di disegni dell’architetto ticinese, con l’organizzazione della Società Umanistica Histria di Capodistria e la collaborazione del Museo storico e navale dell’Istria di Pola e della Comunità degli italiani Santorio Santorio di Capodistria, ed è stata patrocinata dall’International council of museums (Icom), che nel contesto degli studi ora in corso su “Musei e paesaggi culturali” ha considerato l’insieme dei disegni di particolare interesse proprio per la trattazione del paesaggio antropizzato che li qualifica. La mostra è stata altresì occasione di celebrare con uno spunto particolare le Giornate europee del patrimonio il 24 e 25 settembre scorsi, in prossimità delle quali l’inaugurazione romana ha visto la presenza degli ambasciatori di Croazia e di Slovenia, Damir Grubiša e Bogdan Benko, a rappresentare al più alto livello gli Stati il cui attuale territorio, sino all’italiana Muggia, Pietro Nobile percorse e raffigurò in questa serie grafica, e che idealmente i suoi disegni hanno riunito in occasione della mostra in una prospettiva europea.

Importante contributo alla conoscenza del patrimonio architettonico e del paesaggio istriano fino a ben oltre la metà dell’Ottocento (considerato che i primi cambiamenti importanti vi si manifestano non prima della seconda metà del secolo) e rilevante testimonianza per la storia della tutela dei beni culturali nella penisola, i disegni a lieve tratto di matita, talvolta ripassata a china, raccontano di un’Istria che è stata, e che forse ancora in qualche modo è tuttora, e che si riconosce talvolta immutata in questi fogli: nei suoi edifici – il palazzo comunale e il tempio di Augusto di Pola, la chiesa di Santa Eufemia e la Riva grande di Rovigno, il castello Soardo Bembo di Valle, il castello di Pisino, la cinta muraria di Fianona, la fontana di Visinada -; nelle sue piazze – quella del Duomo di Capodistria, quelle della chiesa parrocchiale di Sanvincenti, di San Francesco di Pisino, della parrocchiale di Montona, dell’Ascensione della Vergine di Umago, l’attuale piazza Tartini di Pirano, allora mandracchio -; e soprattutto nei profili delle sue città, tra cui spiccano il bellissimo foglio con la chiesa di S. Giorgio di Pirano sui poderosi archi di sostegno e, fra gli altri, i disegni raffiguranti da maggiore o minore distanza in una prospettiva e in un contesto paesaggistico sempre di grande suggestione le località di Rovigno, Antignana, Valle, Parenzo, Muggia, Albona e ancora Isola, Buie, Montona, Orsera.

Un settore particolare della cartella è quello dedicato all’Arena di Pola: fu proprio l’attenzione di Pietro Nobile, e la somma messa a disposizione da Francesco I su richiesta dell’architetto ticinese, a costituire il primo atto di salvaguardia dell’importantissima testimonianza dell’antichità: Nobile fu il primo a dedicarsi con attenzione sistematica ai monumenti antichi di Pola, redigendo resoconti sul loro stato e presentando all’amministrazione austriaca soluzioni che furono via via adottate in buona misura anche dopo il suo definitivo trasferimento a Vienna nel 1818, dove fu consigliere aulico dell’Imperatore Francesco II e direttore della Scuola di architettura dell’Accademia di belle arti. Se altre prove anche di molto maggiore rilevanza – si pensi allo splendido disegno acquerellato dell’Archivio di Stato del Canton Ticino a Bellinzona, illustrato nel volume che accompagna la mostra – esprimono al meglio l’impegno di Nobile per l’Arena di Pola, i disegni della cartella ora a Fiume segnano però la cura e l’attenzione, ben al di là dei compiti professionali assegnatigli ma connaturati al suo ruolo di architetto di indirizzo neoclassico formatosi sulle antichità di Roma, per ogni aspetto del monumento da salvaguardare: le parti pericolanti e l’interramento delle arcate inferiore che Nobile descrive graficamente non sono infatti rappresentate con gusto rovinistico romantico, ma come precisi strumenti di intervento nonché di sollecito alle autorità governative.

All’inizio dell’occupazione francese nel 1809, come ricorda Rossella Fabiani nella postfazione al volume che accompagna la mostra, in cui viene delineata con precisione la personalità dell’architetto ticinese, “Nobile sottoporrà subito la richiesta al governo napoleonico di intraprendere alcuni scavi a Trieste, a Pola, ad Aquileia e in Dalmazia e di intervenire sui monumenti già in luce (…). Nel 1813 presenta al governatore generale dell’Illiria, conte Bertrand, il suo progetto per la valorizzazione dei monumenti antichi della zona, auspicando la redazione di un catalogo dei beni, interventi di restauro e la conservazione dei reperti nei musei”. I disegni “istriani”, data l’importanza che vi emerge di Pola, esprimono questo aspetto meno conosciuto ma non meno importante dell’attività di Nobile.

Il volume che correda la mostra, curato da Dean Krmac della Società Umanistica Histria con un approfondito studio di Marijan Bradanović dell’Università di Fiume, la presentazione di Robert Matijašić e la postfazione di Rossella Fabiani, illustra l’intera cartella di 82 disegni designata Viaggio artistico attraverso l’Istria, ed è pubblicato in edizione trilingue dalla Società Umanistica Histria di Capodistria quale quinto volume della serie “Histria Documentum” (pp. 168, col., € 35; www.histriaweb.eu).