Pietro Spirito narra ancora di abissi

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di Anna Calonico

 

 

Ma la memoria è anche un debito, c’è sempre qualcosa da pagare a qualcuno.

Pietro Spirito, Un corpo sul fondo

 

 

Nei suoi libri Pietro Spirito parla spesso di storie del passato, ambientate in zone di frontiera, oppure in montagna, o sul mare. Il mare è certo un ambiente molto vissuto dall’autore, sia come uomo, subacqueo e speleosub associato all’AIOSS, sia come scrittore: viene in mente subito Squali!, ma anche Un corpo sul fondo, L’ultimo viaggio del Baron Gautsch e L’antenato sotto il mare. Questi ultimi due, in particolare, si legano alla sua ultima pubblicazione, I custodi degli abissi. Piccolo trattato sui naufragi del tempo: un librino denso di notizie e di emozioni, un viaggio nel tempo che ha come protagonista il fondo del mare.

«Il mare è pieno di storie. Le custodisce gelosamente, le tiene nascoste, celate alla vista e alla memoria. Ma se lo interroghi, il mare risponde» (p.10). Pietro Spirito interroga il mare e ci racconta le risposte partendo da una sua scoperta nella laguna di Grado, passando da Damien Hirst e la sua provocatoria mostra del 2017 a Palazzo Grassi sui tesori del relitto dell’Apistos, proseguendo con la storia del “Mercurio”, brigantino da guerra del regno italico, e poi via via con altre vicende, spesso dimenticate, di ogni epoca. Il fascino del libro è quell’eco che sentiamo arrivare da lontano, quella memoria perduta in un tempo remoto che dalla carta stampata giunge direttamente a noi: in meno di cento pagine veniamo a sapere di eccezionali scoperte che a volte affiorano per caso dalla sabbia dei fondali marini per poi aprirsi agli occhi dei sub come fa uno scrigno esibendo il suo tesoro. Solo che il mare non regala soltanto ricchezze materiali, ma anche storie affascinanti.

Come quella del “Baron Gautsch”, per esempio, e del suo carico di vita che ha trovato la morte e l’oblio nelle profondità, o come quella del bombardiere B24 dell’Air Force americana, pilotato da Howard Hanson e precipitato in mare il 28 febbraio del ’45. Di ogni relitto si possono leggere le cronache sino all’affondamento e poi la narrazione del suo ritrovamento, ma anche le vicende del suo equipaggio e delle persone che si trovavano a bordo al momento dell’incidente che ha decretato la fine di tutti: «I nomi aggiungono identità e significati ad ogni storia sepolta sul fondo del mare. Il relitto del Mercurio, con i suoi frantumi e il giacimento sepolto nella sabbia, racconta la sua vicenda agli storici, agli archeologi, e a chi lo può visitare. Ma conoscere i nomi di chi era a bordo dà un’altra prospettiva. Per ognuno di quei nomi potremmo seguire il filo di un destino e, come sempre, è un destino che può arrivare fino a noi. Ogni nome legato a un relitto è un messaggio lanciato nei corridoi del tempo, e ogni relitto è una nave che continua a viaggiare nel tempo» (p.45).

Queste righe spiegano benissimo il senso dell’intero libro: riportare in vita i fantasmi, tornare a far navigare tra le onde i vascelli, trasportare il loro tempo ai nostri giorni, o condurre noi alla loro epoca. È un’opera affascinante, anche per chi conosce il mare accontentandosi di un bagnetto a Barcola nei mesi estivi, e molto interessante perché ricca di storia di secoli differenti. Leggere le pagine di Spirito è un po’come trovarsi al cinema a guardare tante versioni di Titanic, nella speranza, assurda dato che conosciamo bene il finale, che quella nave e quel carico di personaggi arrivino a destinazione. Quando l’autore ci racconta del ritrovamento di questo o quell’altro relitto sappiamo già che il film finisce male. Eppure ci troviamo, riga dopo riga, a desiderare che quel naufragio non sia mai successo e ci coglie un brivido al pensiero di cosa si palesa davanti agli occhi degli scopritori, così come ci si stringe il cuore leggendo del ritrovamento di corpi e di oggetti della vita di qualcuno che è esistito lontano nel tempo ma che ora sentiamo vicino a noi. È proprio, come giustamente ricorda l’autore, come la scena finale di Titanic, in cui Rose, già molto anziana, sogna di tornare sul transatlantico e spalanca le porte della grande sala, scoprendo ai suoi e ai nostri occhi una folla di gente viva, elegante e felice, e luci e cristalli e vassoi portati da camerieri in divisa. E Jack, naturalmente.

 

 

Pietro Spirito

I custodi degli abissi.

Piccolo trattato sui naufragi del tempo

Ediciclo editore, Portogruaro (VE) 2019

pp 93, euro 9,50