Poeti italiani negli States
Il Ponte rosso N° 43 | marzo 2019 | poesia | Sandro Pecchiari
Nelle realtà globalizzate e transnazionali in cui viviamo il numero degli autori che scelgono una lingua ‘altra’ per le loro opere poetiche è in continua crescita
di Sandro Pecchiari
NeMLA (North-east Modern Language Association) è una organizzazione culturale con sede amministrativa all’Università di Buffalo, che accoglie studiosi affermati e emergenti con lo scopo di guidare e supportare le nuove generazioni, interpretare e approfondire la storia, il territorio e l’identità, riconoscendone inoltre i complessi processi della transculturalità che arricchiscono e a volte complicano la nostra modernità.
La sua presenza quest’anno nella capitale degli Stati Uniti le permette di avere un ruolo importante nello studio della trasformazioni della storia sia nazionale che internazionale, affrontando le sfide di un mondo che deve approfondire e perfezionare i valori delle diversità, correttezza, scolarizzazione e giustizia.
NeMLA celebra il suo cinquantesimo anniversario con una Anniversary Convention al Gaylord National in Washington DC, dal 21 al 24 marzo del 2019. Il tema che verrà sviluppato nella convenzione è “Spazi transnazionali: Intersezioni di Culture, Lingue e Popoli”. Nell’ambito della Convention, vi sarà un incontro riservato alla Poesia italiana transnazionale che avrà luogo il venerdì 22 marzo, 11.45-13.00, Eastern Shore 3, Gaylord National Resort Center, Washington.
Verrà inoltre stampata una pubblicazione speciale nella sezione degli Studi Italiani, Journal of Italian Studies, dal titolo Scrivere in una Lingua Diversa: Poesia italiana translazionale, curata da Alessandro Canzian (Samuele Editore) e Simona Wright (the College of New Jersey, presidente del NeMLA).
Nella pubblicazione, NeMLA, volume XL, 2018, saranno presenti autori non inglesi, ma che hanno scelto la lingua inglese per le loro produzioni poetiche: Ilaria Boffa, Moira Egan, Monica Guerra, Allison Grimaldi Donahue. Baret Magarian, Sandro Pecchiari, Brenda Porster e Rachel Slade.
Ogni poeta è introdotto da un saggio critico: Ilaria Boffa dal saggio di Simona Wright, Translingual Peripheries: Ilaria Boffa’s Practice of Everyday Poetry, Moira Egan dal saggio di Victor Xavier Zarour Zarzar, A Strange Geometry, Allison Grimaldi Donahue da Cristina Perissinotto, The Depths of Love and Sorrow in Allison Grimaldi Donahue’s Poetry, Monica Guerra dal saggio di Ernesto Livorini, Visiting a Strangely Familiar Country: Writing in Another Language, Baret Magarian da Andrea Sirotti, Magarian’s Poetic Beasts, Sandro Pecchiari dal saggio del poeta canadese Al Rempel, Innovation and Invention in “Kidhood”: When a Poet Writes in a Different Language, Brenda Porster da Alessandro Canzian, The Body as Home, the Home as World, Rachel Slade dal saggio di Loredana Magazzeni, The Immense Structure of Happiness: Rachel Slade and the Metamorphical Poetry of Apocryphal House.
Nell’introduzione della pubblicazione viene evidenziato come scrivere in una lingua ‘altra’ sottintenda dimestichezza con la letteratura, o, meglio, le letterature, con le tradizioni orali e scritte di entrambe le lingue. La lingua dei partecipanti è strettamente collegata alla vasta esperienza del passato dell’Italiano che vanta una tradizione letteraria importantissima. Da una parte questa tradizione serve come fonte di ispirazione perenne per rielaborare e ripresentare temi, dando loro una nuova vita e un nuovo aspetto, ma dall’altra parte questa ricchissima eredità può diventare un peso che condiziona gravemente le voci emergenti.
Questa contraddizione ha sviluppato e sviluppa sperimentazioni, ben riconoscibili nella ricerca letteraria dell’intero secolo scorso attraverso tutta la storia sicuramente travagliata, contradditoria e spesso deludente del paese.
Va inoltre sottolineato che nelle realtà globalizzate e transnazionali in cui viviamo il numero degli autori che scelgono una lingua ‘altra’ per le loro opere poetiche è in continua crescita. Si giunge a tale decisione per varie ragioni: la più comune riguarda una personale esperienza di spaesamento, di migrazione o di trasferimento e con diversi gradi di ambivalenza, di disagio o di aspettative. Esplorare e confrontare un altro sistema linguistico significa, di fatto, aprirsi a un laboratorio dove la propria lingua è esaminata, analizzata nelle sue componenti e sfidata. L’inglese è divenuto, per questi autori, uno spazio creativo all’interno del quale il superamento dei confini produce contaminazioni originali e (questo è l’auspicio) nuove forme d’espressione poetica.
Questo gruppo di autori, scrivendo in Inglese, si lancia in una sfida coraggiosa poiché la lingua inglese non è molto diffusa nel paese né parlata correttamente. Nella loro esplorazione e confronto con un sistema linguistico differente, questi autori hanno aperto un laboratorio dove la loro stessa lingua viene esaminata, smontata, rimontata e sfidata. L’Inglese per loro diventa quindi uno spazio creativo dove l’andare oltre i confini può produrre impollinazioni inaspettate e sperabilmente nuove forme di poesia. Questa operazione ha come obiettivo il raggiungimento di un livello di autenticità che è la diretta conseguenza di un incontro/scontro linguistico e culturale in uno spazio transnazionale sconosciuto.
Questo e molto altro sarà discusso da Ilaria Boffa, Monica Guerra e Sandro Pecchiari che saranno presenti in rappresentanza della casa editrice Samuele editore e degli altri poeti impossibilitati a partecipare alla convention nella sessione “Transnational Italian Poetry”.
Le schede bibliografiche e alcuni testi esemplari in lingua inglese di questi tre poeti sono leggibili sul sito del Ponte rosso all’indirizzo:
https://www.ilponterosso.eu/2019/03/31/poetiitaliani negli States/