Protagonisti, filodrammatici ed esordienti

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Sui palcoscenici di Trieste e dell’Isontino

di Paolo Quazzolo

 

Enrico IV di Luigi Pirandello è una delle opere più celebri del drammaturgo siciliano, banco di prova per grandi attori, tragedia in cui viene indagato il tema della follia. Una follia solo apparente, come accade per la gran parte dei personaggi delle opere pirandelliane, perché, come diceva l’autore, “quando si è capito il giuoco” si riesce a fuggire dalle ipocrisie e dalle soffocanti regole della vita borghese, proprio attraverso una pazzia simulata. Solo così è possibile dire e fare liberamente tutto ciò che si vuole, spesso riuscendo a cogliere quella verità che gli altri, irrigiditi nei rituali sociali, non sono più in grado di vedere. È proprio il caso celebre dell’Enrico IV, opera in cui si narra di un uomo il quale, durante una mascherata a cavallo, cade, batte la testa e impazzisce, credendo di essere realmente il monarca di Franconia di cui rivestiva gli abiti. Passano dodici anni e l’uomo – di cui non viene mai fatto il vero nome – improvvisamente rinsavisce: riacquistata la memoria, comprende che quello che a tutti apparve come un malaugurato incidente fu in verità un tentativo premeditato, da parte del suo rivale, di eliminarlo. Enrico IV allora decide di vendicarsi colpendo Belcredi ma, a questo punto, per fuggire ai rigori della legge, l’unico modo per continuare a vivere indisturbato sarà quello di fingersi pazzo per sempre. Il difficile ruolo è stato interpretato da quello che oggi può essere riconosciuto come uno dei più intensi attori della scena italiana, Eros Pagni. Grande nei monologhi e nelle scene a più voci dove il personaggio depista gli astanti con frasi che alternano pazzia a lucidità, Pagni ha offerto al pubblico una delle interpretazioni del personaggio pirandelliano più valide tra quelle viste negli ultimi anni. Lo spettacolo, coprodotto dal nostro Stabile con la compagnia “La Pirandelliana”, ha schierato un valido gruppo di attori guidati dal regista Luca De Fusco, che ha scelto la via, non del tutto con divisibile, di condensare la tragedia pirandelliana in un atto unico di un’ora e venti: ne hanno sofferto alcuni equilibri drammaturgici e la continuità del testo, di cui si sono persi molti passaggi essenziali allo sviluppo del pensiero pirandelliano.

Si è conclusa la trentunesima edizione del Festival Castello di Gorizia – Premio Francesco Macedonio, la rassegna riservata alle migliori compagnie del teatro amatoriale italiano. Il festival di Gorizia è ormai da tempo un importante punto di riferimento per le filodrammatiche del nostro Paese che qui, nell’estremo nord-est della Penisola, giungono a sfidarsi nel corso di una competizione che presenta il meglio delle produzioni non professionali. Dopo un anno in cui la rassegna, causa il covid, ha dovuto ricorrere alla formula alternativa degli spettacoli on-line, si è tornati in presenza. Sul palcoscenico del Festival, organizzato dal “Collettivo Terzo Teatro” diretto da Mauro Fontanini, hanno sfilato testi del grande repertorio e lavori contemporanei, da Le voci di dentro di Eduardo a El can de gesso di Giuliano Bozzo, da E fuori nevica di Vincenzo Salemme a Le ultime Lune di Furio Bordon. La giuria ha premiato quale migliore spettacolo Le mirabolanti fortune di Arlecchino e peripezie dei comici dell’arte, un testo di Pino Fucito presentato dal Gruppo teatrale “La Trappola” di Vicenza, in cui viene ricostruita la vita di una compagnia di comici dell’arte. La serata delle premiazioni si è conclusa con la rappresentazione della vivacissima commedia Un ladro, due matrimoni e un funerale di Mauro Fontanini, allestita con brio dal Terzo Teatro e ispirata a Er Cassamortaro di Gigi Proietti.

Ha infine avuto luogo, presso il Teatro Comunale di Monfalcone, la serata finale della quarta edizione del “FVG Talent Show”, la kermesse riservata a promettenti talenti regionali e non solo, negli ambiti del canto, della danza e del teatro. Dopo un’attenta valutazione da parte della giuria, che ha selezionato venti finalisti, i talenti, alcuni dei quali davvero molto giovani, si sono sfidati nel corso di una serata ricca di sorprese e di emozioni e sostenuta da un pubblico che ha vivacemente partecipato alle prove dei singoli concorrenti. Non semplice la scelta finale della giuria, poiché molti dei partecipanti hanno dimostrato qualità davvero molto promettenti. Il primo premio per la sezione canto è andato a Gianluca Martoriello, che ha presentato una convincente interpretazione del difficile brano Ovunque sarai di Irama, mentre il primo premio per la sezione danza è stato assegnato alla giovanissima ma promettente Carol Radivo, che ha proposto una variazione su musiche di Vivaldi. Altri riconoscimenti sono andati alle ballerine Erika Nardini e Sofia Ciardiello che hanno ottenuto delle borse di studio per degli stage, e alle cantanti Giulia Nuccio, Annalisa Dalla Mora e Martina Zerjal che avranno la possibilità di esibirsi in alcuni concerti estivi.

 

 

 

Francesco Macedonio