Pugnali che cantano

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Le Selected Poems di Frederick Sridel

A Seidel piace smitizzare ed è una tecnica che usa ovunque e quasi automaticamente

di Charles Klopp

 

 

I poeti, si sa, sono poveri; Leopardi, Saba, Dino Campana, Sandro Penna avevano tutti problemi di soldi ad un punto o altro nelle loro esistenze. Frederick Seidel, però, è un poeta ricco, anzi ricchissimo, e lo è sempre stato. Anche se ha lavorato nell’industria cinematografica (dove conobbe e diventò amico di Bernardo Bertolucci) Seidel non ha mai avuto delle difficoltà in tutta la sua lunga vita a sbarcare il lunario. Nato nel 1936 a Saint Louis, paese d’origine di T.S. Eliot (poeta che ammira e che è riuscito ad intervistare in persona alla casa editrice dove Eliot lavorava a Londra), Seidel era figlio del proprietario di una ditta che forniva carbone e ghiaccio alle industrie (birrerie e altre) e agli abitanti della sua città sul Mississippi. Il nonno e il bisnonno che fecero la fortuna della famiglia Seidel, però, non erano nati negli Stati Uniti ma immigrati ebrei provenienti dalla Russia.

Da giovane, Seidel frequentò la prestigiosa Saint Louis Country Day School e successivamente l’ancora più prestigiosa Harvard, dove si laureò con una BA. A Harvard, fu incoraggiato dai poeti Robert Lowell e Archibald MacLeish, entrambi scrittori di importanza nazionale. Quando aveva 17 anni ed era sempre studente ad Harvard, riuscì a farsi ricevere da Ezra Pound mentre l’anziano poeta era confinato in un ospedale per i malati di mente a Washington, D.C. Pound non solo parlò a lungo con il giovanissimo poeta ma accettò alcuni suoi suggerimenti per cambiamenti delle sue traduzioni di Confucius.

Le Selected Poems, pubblicate a New York il dicembre scorso, sono la seconda antologia delle poesie di Frederick Seidel, la prima essendo le Poems 1959-2009 del 2009. Le due raccolte offrono selezioni dai sedici volumi di poesie pubblicati durante la sua lunga carriera. La nuova antologia, però, non include poesie del primo volume pubblicato del poeta, le Final Solutions (Le soluzioni finali) del 1963. Questo libro, che segnò il debutto di Seidel sulla scena nazionale, fu subito considerato tanto scandaloso che, dopo aver vinto un premio importante, non fu pubblicato se non dopo delle feroci battaglie di parole fra i giudici del premio, l’ente che lo promosse, la stampa, e varie case editrici newyorkesi. Mentre le Selected Poems non includono poesie di questo volume controverso (ma forse un po’ meno alla luce di ciò che succedette dopo nella carriera del poeta), la nuova antologia propone una ricca scelta di poesie dal periodo che seguì i diciassette anni di silenzio dopo il primo volume del 1963. Questi componimenti includono poesie dalle raccolte più recenti: Nice Weather (Bei tempi, 2012), Widening Income Inquality (La crescente disuguaglianza di reddito, 2016) e Peaches Goes it Alone (Peaches la fa da sé, 2018). Diversamente dall’antologia del 2009, dove le raccolte erano presentate in ordine controcronologico, cioè cominciando con le più recenti e terminando con quelle di Final Solutions, nella nuova antologia i singoli volumi sono rappresentati in ordine cronologico, cominciando dalle prime raccolte e proseguendo con le più recenti alla conclusione del il libro.

La poesia di apertura delle Selected Poems proviene dal volume Sunrise (Alba) del 1980. L’ambiente della poesia è un’orgia di droghe e belle donne dove domina “a huge cake of opium” (un’enorme tavoletta di oppio) che viene consumata da personalità mediatiche e dai loro seguaci radunati a una villa nel quartiere Bel Air a Los Angeles dopo un rally a favore di Bob Kennedy. Il titolo della poesia è 1968, l’anno della morte del fratello del trentacinquesimo Presidente degli Stati Uniti, entrambi assassinati a cinque anni di distanza, dal 1963 al 1968. La giustapposizione di piaceri trasgressivi e fatti cruenti della cronaca politica è caratteristica di molte poesie di Seidel com’è pure il tono ironico, alle volte spregiudicato e sprezzante, che incontriamo in questa poesia introduttiva alla nuova antologia.

Fra le tante altre sue passioni spesso estreme e costose, il poeta americano nutre un grande amore per l’Italia. Conosce le tradizioni culturali italiane, e ha un grande rispetto per le poesie di Montale e di Dante. Le sue Cosmos Poems (Poesie del cosmo) del 2000 è un esplicito omaggio alla Commedia del grande poeta italiano. Il volume, commissionato dall’American Museum of Natural History nell’occasione della costruzione dalla parte del museo di un planetario, è in tre sezioni. La prima è un’allusione al Paradiso dantesco con trentatré poesie di trentadue versi ciascuna sulle origini e i misteri dell’universo. La seconda, l’equivalente del Purgatorio, contiene ancora trentatré poesie ed è intitolato Life on Earth (La vita terrestre). La cantica conclusiva, che porta il numero delle poesie individuali a cento come nel poema di Dante, si chiama Area Code 212, cioè il prefisso telefonico per New York City, ed è forse la parte più viva, brulicante di vita, e attuale di questa commedia/anti-commedia del poeta contemporaneo americano.

Le ultime poesie delle Selected Poems provengono dal volume Peaches Goes It Alone; sono state scritte quando Donald Trump era presidente e Frederick Seidel aveva più di ottant’anni. Le poesie in questa raccolta sono quelle di un uomo anziano che soffre dalla sua condizione fisica come pure d quella politica e spirituale del suo Paese ma rimane senza rimpianti per ciò che ha fatto in tutta una vita piena di esplorazioni geografiche, sentimentali, e poetiche. I componimenti di questo volume sono forse i più commoventi di tutta la sua produzione, magari perché la voce che dice io a questo punto è un po’ meno strafottente (anche se non meno severo nei suoi giudizi politici e culturali) di prima. In tutte le Selected Poems si sente una voce unica, sarcastica, tenera, spregiudicata, indignata e trasgressiva. “My subject has always been death and breasts and politics” (Il mio argomento è stato sempre la morte, i seni femminili, e la politica” [The Death of Anton Weber {In morte di AW}], Poems, 32). E anche in queste ultimissime poesie la presenza della morte e di argomenti politici non diminuisce l’ammirazione sboccata non sempre “politically correct” del poeta anziano per le bellezze femminili che incontra o ricorda.

Le poesie di Frederick Seidel sono poesie che lui stesso definisce “sgradevoli” per quanto danno voce a delle situazioni e delle emozioni che i suoi lettori forse preferirebbero ignorare. La “sgradevolezza” del suo poetare viene temprata, però, dai suoi entusiasmi talvolta sfrenati e dalla sua autoironia. “I’m a liar with a lyre. Kiss me life!” (Sono un bugiardo con una cetra. Vita: baciami!) dice in Pain Management (Controllare il dolore, Poems, p. 34). I temi che questo elegante e autoironico poeta “bugiardo” esamina includono il desiderio sessuale e le sue (tante) esperienze sessuali durante la vita lunga di un uomo facoltoso, spregiudicato, e avventuriere; la memoria, in particolare le memorie della sua infanzia e prima giovinezza a Saint Louis; i suoi viaggi compresi i tanti viaggi in Italia; la gioia del correre sulle sue moto Ducati; l’amore per il suo quartiere dell’Upper West Side di New York. Includono anche dei ritratti in molti casi elegiaci di amici e conoscenti; la tenerezza ai confronti di sé stesso uomo e poeta in gamba sì ma anche ridicolo e ormai forse un po’ meno in gamba; perfino la sua ricerca di un Dio in cui trova impossibile credere. Sono argomenti che esibiscono la arroganza di questo poeta, il suo cinismo, e il suo narcisismo. Ma sono testi che rivelano anche delle grandi tenerezze, in particolare quando parla di sua madre, ammalata per lungo tempo e poi lobotomizzata quando il poeta era ancora molto giovane e viveva con lei. Questa tonalità di compassione e imbarazzo si vede anche nelle descrizioni degli uomini e delle donne senzatetto che dormono nelle strade che condividono con il poeta a New York, e le sue denunce del razzismo e del colonialismo americano dentro il paese e all’estero.

A Seidel piace smitizzare ed è una tecnica che usa ovunque e quasi automaticamente. Se le Cosmos Poems sono un omaggio serio a Dante, in “Dante’s Beatrice” dal volume Ooga-Booga del 2006 (il titolo allude ad un presunto linguaggio incomprensibile) descrive non una bella donna gentile e onesta vista con stupore mentre passeggia per le strade della Firenze dugentesca, ma l’attuale oggetto del proprio desiderio: una costosissima motocicletta Ducati descritta in termini molto carnali e presentata come sostituto di una donna almeno temporaneamente perduta:

 

I bought the racer / To replace her. / It became my slave and I its. / All it lacked was tits. /All it lacked / Between its wheels was hair. / I don’t care. / We do it anyway.

(Ho comprato la moto / per sostituirla./ Sono diventato il suo schiavo e lei la mia. / Le mancavano solo le tette. / Le mancavano fra le ruote solo i peli. / Me n’infischio. / Lo facciamo [il sesso] comunque).

 

In questa poesia anche la forma è una parodia (di rime baciate semplicissime adesso sì e adesso no) della poesia seria. Ma mentre questo è il caso per molti altri componimenti in questo volume, l’antologia contiene anche molti sonetti e Seidel ha confessato di ammirare moltissimo i sonetti del poeta religioso del Seicento, John Milton (1608-1674), uomo altamente serio. E accanto a delle poesie con rime ovvie e spesso banali che adopera spesso per fare beffa della poesia, del poeta, del poetare stesso, ci sono altre poesie di forma raffinata. Oltre ai sonetti, queste includono poesie basate su monorime, cioè con la stessa rima per tutto un componimento di, in un caso 35 versi, in un altro di 30, quest’ultima con il titolo in italiano di Sia romantico, Seidel, tanto per cambiare. Ma bisogna dire che da un certo punto di vista, Seidel è sempre romantico anche quando è più acerbo e cinico. «I like poems that are like daggers that sing» (Mi piacciono le poesie che sono come pugnali che cantano) ha confessato in un’intervista nella Paris Review. Ed anche, nella stessa intervista, «If I didn’t write, I would disappear» (Se non scrivessi, scomparirei.) Ma non è scomparso, non finora. Per nostra fortuna questo poeta che alcuni considerano la più importante voce poetica in America e altri, più amaramente, la voce poetica che meritiamo in questi tempi caotici e difficili, continua a creare i suoi pugnali. Eccone un brano finale, da una poesia intitolata come il volume in cui figura, Sunrise:

I wake beneath my hypnopompic erection, / Forty stanzas, forty Easters of life, / And smile, eyes full of tears, shaking with rage. (p. 21)

(Mi risveglio sotto la mia erezione ipnopompica / Quaranta stanze, quaranta Pasque di vita, / E sorrido, occhi pieni di lacrime, tremante di rabbia.)

Sorrisi, lacrime, rabbia politica e esistenziale: sono gli attributi straordinari di questo poeta ricco non solo di sostanza ma anche di umanità.

 

Frederick Sridel

Selected Poems

Farrar, Straus and Giroux, New York 2020

  1. 290, U.S. dollars 30,00