QUANDO RIEMERGE UNA CASA EDITRICE
Le Edizioni di Atlantide

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franchiSprofonda l’industria del libro: emerge una nuova, o forse antica, visione dell’editoria. Incontriamo, in esclusiva, l’artista capitolino Simone Caltabellota, demiurgo delle nuovissime Edizioni di Atlantide, veterano della piccola e media editoria tricolore, forte delle felici esperienze in Fazi ed Elliot. Simone ha deciso di fondare una nuova realtà, perfettamente autonoma e indipendente, assieme a un drappello di amici e sodali. Sentiamo.

La prima volta che hai visualizzato le Edizioni di Atlantide: dov’eri, cos’era successo, qual è stata la scintilla… racconta.

Prima è venuto il progetto editoriale. Un progetto editoriale non può che nascere dai titoli, non può nascere in astratto. I titoli creano uno spirito, un collante, un’unione: qualcosa in cui ci si può riconoscere, e a quel punto s’intravede un disegno…

E allora?

C’erano diversi titoli ai quali pensavo da tempo, che per un motivo o per l’altro non sono mai usciti o sono stati completamente dimenticati; la scintilla è stata rivederli insieme e immaginare un percorso che partisse da là. I primi titoli che andremo a pubblicare sono un romanzo, un saggio, un’opera grafica: non fanno tre collane diverse, fanno tre aspetti di un progetto.

Vai…

Romanzo: il romanzo è uno dei romanzi americani più belli del Novecento; è un romanzo fantastico, rimosso anche negli States. È fuori dal tempo. Si chiama Ritratto di Jennie di Robert Nathan e ha avuto una bellissima trasposizione cinematografica negli anni Quaranta, che ne ha fatto un classico del cinema, ed è una storia nella NY della Grande Depressione, periodo simile a quello odierno, di un artista che si sta smarrendo, che non riesce più a vedere il futuro; incontra a Central Park una bambina che gioca a campana. Rimane incuriosito perché sembra venire da un altro tempo. Lui le fa un disegno e lo vende subito a una galleria d’arte; allora torna a cercarla ma sempre invano. Passate poche settimane, riesce a ritrovarla, ma sembra cresciuta di qualche anno. Decide di farle un ritratto, ma lei, come appare, così improvvisamente va via. Parla di cose di venti, trent’anni prima. Ogni volta che la vede è come se le coordinate spazio-temporali si confondessero. Alla fine capirà che Jennie non appartiene a questo tempo. E che tra anime ci si appartiene oltre il tempo e le distanze. A libro chiuso, il finale rimane comunque aperto… e il ritratto di Jennie è diventato un caposaldo dell’arte americana del Novecento. Libro meraviglioso. Riflette sull’arte, sulla felicità, sul tempo. Completamente e ingiustamente dimenticati, sino a qua, libro e autore”.

E poi?

Saggio: Adriano Tilgher, figura importante negli anni Venti e Trenta, firmatario del manifesto antifascista di Croce, è stato l’uomo che ha rivelato Pirandello a se stesso; i due erano amici, Tilgher era più popolare e Pirandello si sentiva in soggezione, sembrava anzi fosse una sorta di sua proiezione. Tilgher è stato uno dei primi storici della filosofia comparata. Questo suo libro è un originale profilo della filosofia antica, dal buddismo al primo cristianesimo. Poco più di duecento pagine. Libro scritto negli anni Venti ma con spunti di riflessione di grandissima apertura. È una riflessione sulla nascita della nostra civiltà”.

Opera grafica?

Opera grafica. Vittorio Accornero, pittore e illustratore, autore del foulard di Grace Kelly per Gucci, negli anni Quaranta inventò il Cane Tomaso, il cane con gli occhiali; è un vero romanzo grafico ante litteram, una graphic novel di una delicatezza straordinaria. Ha un fascino singolare. È la storia di un cane con gli occhiali che viene comprato da mamma gatta come giocattolo per i gattini, ma lui vuole essere un essere vivente e quindi cerca di sfuggire. L’artista ha un tratto molto originale e riconoscibile, insieme antico e moderno.

Cerchiamo una sintesi…

Ci sono dei libri che ogni tanto riemergono come da delle acque profonde, improvvisamente; il loro destino è influenzare al momento giusto i lettori e definire la loro epoca. La letteratura vera, del resto, è fuori dal tempo. Questi tre libri sono fuori dal tempo e però portano delle istanze che sono tuttora contemporanee. L’idea del nome Atlantide nasce da questo: un continente apparentemente perduto che riemerge, inatteso, nei momenti più disparati. Atlantide è stata associata a diverse terre, dalla Sardegna a Santorini, dal Lazio al Nord Europa. È un topos della psiche, non soltanto occidentale, che periodicamente riemerge, in luoghi inaspettati. Ci sono libri che sono destinati a non perdersi mai veramente. Escono quando possono parlare di nuovo.

Quanti libri pubblicherete? Come saranno distribuiti?

Pubblicheremo dieci, dodici libri l’anno, in tiratura limitata, numerata. Saremo distribuiti soltanto in librerie indipendenti, direttamente e senza intermediari di nessun genere; inoltre, venderemo tramite abbonamento, offrendo dai tre ai dieci titoli. Venendo da una storia decennale nell’editoria sappiamo che è finito un modello culturale e industriale che durava da cinquant’anni. Non c’è vera rivoluzione che non guardi al passato… noi puntiamo al modello di certa editoria degli anni Trenta, caratterizzata da un legame diretto con le librerie e con i lettori. L’ambizione è quella di creare un tessuto che leghi i libri ai lettori, e i lettori ai libri.

Non si rischia il settarismo?

No, non credo, anzi. Non bisogna essere ovunque. Non bisogna essere facilmente reperibili. È inutile essere ovunque. Bisogna trovarsi i lettori: dobbiamo essere cercati dai nostri lettori. Questo non si fa con i vecchi numeri. Quei numeri non sono più possibili…

Chi c’è nelle Edizioni di Atlantide?

Nella brigata ci sono degli amici e dei soci: degli amici che sono tutti nel mondo dei libri. Abbiamo una visione comune. C’è Francesco Pedicini, ex direttore di produzione Fazi e Fanucci, ci sono due scrittori come Flavia Piccinni e Gianni Miraglia. Lavoriamo tra Roma, Milano e Lucca. La sede è il salotto di casa mia, a Roma. Le riunioni le facciamo via skype. Due a settimana. E poi ci vediamo una volta ogni tanto tutti insieme, in una delle tre città. Il nostro territorio è l’Italia.

Chi fa i libri?

Io faccio il direttore editoriale, ma tutti collaboriamo ai libri, alle proposte, a ideare… l’ambizione è creare un modello di comunicazione differente, andare nelle case delle persone, fare degli house-show e portare casa per casa anche i pochissimi autori contemporanei che avremo. Ognuno di noi mette del suo, ci confrontiamo su ogni aspetto. La grafica sarà massimalista: zero immagine, tanto lettering. L’autore e il titolo sono centrali; l’art director è Francesco Sanesi, già in Fazi e Fandango. Nel logo il lettering è Atlantide: si vedono le lettere che emergono dall’acqua, dal basso.

Prossima tornata di uscite?

Prossimi titoli saranno Colin Wilson, The Outsider e poi la sua autobiografia, scritta pochi anni prima di morire, post-esistenzialista o meglio neo-esistenzialista; Sibilla Aleramo, Amo dunque sono; Flower Phantoms di Roland Fraser, storia di una giovane studiosa di botanica che s’innamora di un fiore e non si sa se è una fantasia o no ma quel fiore diventa un uomo. È una storia di libertà, e di metamorfosi

Come saranno i libri di Atlantide?

I primi libri saranno in cartoncino, mentre la graphic novel è cartonata. Posso soltanto promettere una grande cura tipografica. Non è vero che la tecnologia del libro è finita. Ha solo una consistenza diversa, ma rimane centrale. Noi punteremo molto sull’oggetto libro. Naturalmente non saremo su Amazon, almeno inizialmente.

E poi si vedrà. A Trieste dovreste trovare i loro libri alla Libreria Minerva, per cominciare; provate ad andare a curiosare in via san Nicolò. E per avere altre notizie, per abbonarsi o per curiosare navigate nel sito internet ufficiale, edizionidiatlantide.it – completo di recapiti e contatti, lista delle librerie, catalogo con rassegna stampa e qualche altra inattesa primizia per lettori fortissimi, e antichi.