Roberto Coccolo, Nostalgie di futuro

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di Marina Silvestri

 

«Vecchie canzoni tracciano scie di lumaca su una memoria esausta», scrive Roberto Coccolo, in uno dei componimenti forse più intensi di questa  raccolta intitolata Nostalgie di futuro. C’è molta musica in questa silloge, musica ascoltata e desiderata, che sorprende e ritorna, un flusso di voci e suoni fissati nella memoria, segni dell’identità e la sensibilità dell’autore. L’immagine della maestra, che «lieta e musicale saltava tra le note», dei cantastorie, di un attore «in un teatro vuoto, una domenica mattina», dei musici, che vanno «dietro la tromba d’oro dai suoni sospesi» creando un cerchio di ricordi che avvolgono gli astanti; degli artisti di strada, dai quali il poeta aspetta «incerte armonie a spargere petali di libertà ritrovate».

Le neuroscienze riscoprono oggi gli effetti della musica sul corpo e sulla mente perché capace di creare «sinfonie di neuroni», e spiegano in termini fisici e matematici, ciò di cui l’uomo è consapevole fin dall’antichità: l’emozione che essa produce e porta inconsciamente a creare legami spirituali e materiali, nonché ritrovare vissuti dimenticati, personali e generazionali. Un nesso che, da poeta, Coccolo annota: «Che aria fresca/ c’è stasera/ nella grande piazza/ tra i bianchi palazzi sale la musica/ mongolfiera magica/ finta ma quasi vera/ e le ragazze innamorate le canzoni le sanno tutte/…».

Osserva nella prefazione Enzo Santese che, come nelle precedenti pubblicazioni, dai titoli significativi, Ritagli di cielo, I giorni ritrovati, Breve infinito, Il tempo fermo, «il ricordo è ancora il perno generatore di ogni slancio delle focalizzazioni del “già visto”, la ricerca di sfumature capaci di sorprendere, le connessioni logiche fra il mondo di ieri e quello attuale. Il titolo contiene il segnale indicatore di un movimento concettuale dal passato al tempo venturo come se, andando a ritroso nei dettagli delle stagioni pregresse, Coccolo trovasse abbozzi di preludio all’avvenire». Novanta componimenti nei quali il tempo è misura interiore. Trieste è presente con i suoi chiaroscuri e alcuni squarci d’ambiente, dal coro poliglotta, allo stupore che suscitava il faro quando «la notte spalancava l’occhio di luce a lambire la piazza con un ventaglio maestoso», illuminando d’infinito il poeta fanciullo, o l’immagine di una vela che «oltre la diga passa leggera come un ricordo». Dolorosamente vive sono le radici, il sud dove il padre a dodici anni raccoglieva le olive, il riserbo della madre sulle «trame di famiglia di fatiche e silenzi” e «le parole da scambiare» quando si era riuniti a cena a tavola; ma anche «lo sventolar di fazzoletti colorati quando il Vulcania si staccò lento dal molo», poi le prime lettere di parenti emigrati in Australia, in cui «tra le righe leggevi la bugia e il rimpianto». Nella poesia di Coccolo prendono corpo il Carso, il Giardino pubblico, il Ponterosso, i caffè. Amici a cui si è legato (il volume è in memoria di Luisa Fazzini, cara amica, mia prima e preziosa “lettrice”) e dediche a creature e figure a cui si sente affine, «un vecchio gatto», «un cane dalle lunghe orecchie», un «bimbo chino sui colori», «un vagabondo» e di città che gli appartengono: Caorle, Milano, Recanati, Bologna. «Le strade nelle mie città/ dalle mille anime segrete/ sono lì ad aspettare/ la voglia travolgente/ di chi saprà sognare».

Quello che fu un tempo, rinasce e prende forma «tra fiori di sillabe/ricomposte con amore». Amore, cifra palpabile di tutta la sua delicata scrittura cesellata a filigrana. «Vorrei scrivere una poesia/ fatta quasi di niente/ come un cerchio nell’acqua/ che s’allarga a poco a poco,/ la vorrei di tenui colori/ come un timido disegno/ accennato al colore./ La sentiresti per caso/ in un mattino di neve/ ove ogni cosa prende forma/ con la lievità dello stupore./ Danzando su una nota sola/ le daresti ali sonore/ insegnandole a volare». Parole e musica. Nel titolo di questa poesia Coccolo rivela ciò che sottende la sua ispirazione: l’eterna danza del mutamento in cui passato e futuro si sfiorano.

 

Roberto Coccolo

Nostalgie di futuro

Hammerle, Trieste 2022

  1. 104, euro 12,00