Si ricomincia

| | |

di Paolo Quazzolo

 

Tempo di riapertura per tutti i teatri cittadini e non, che in queste settimane hanno dato avvio alla nuova stagione di prosa 2018/19. Primo ad alzare il sipario è stato il Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia che ha proposto, al Politeama Rossetti, una nuova versione teatrale de I miserabili. Tratto dal celebre romanzo che Victor Hugo pubblicò nel 1862, l’adattamento teatrale è opera dello scrittore e giornalista Luca Doninelli il quale, nelle note scritte per il programma di sala, ha dichiarato che «quella di portare I Miserabili sulle tavole di un teatro di prosa è un’impresa sicuramente temeraria». Come non dargli torto, dal momento che un romanzo dalle proporzioni monumentali, popolato da innumerevoli personaggi, ricco di ambientazioni e con una storia che si dipana in un arco temporale piuttosto ampio, fa molta fatica a entrare nelle dimensioni spazio-temporali finite del palcoscenico. Il risultato è quello di un testo che se da un lato ben riassume alcune linee principali del romanzo francese, dall’altro deve necessariamente fare numerose rinunce, operando tagli significativi nella storia e tra i personaggi. Lo spettacolo firmato da Franco Però può contare su un grande interprete, Franco Branciaroli, che veste in modo efficace i panni del protagonista Jean Valjean, e al cui fianco si pone Francesco Migliaccio, altrettanto convincente il ruolo del perfido Javert. Intorno a loro, in un’autentica girandola di personaggi spesso impegnati in più ruoli, i bravi attori della compagnia stabile: Maria Grazia Plos, Ester Galazzi, Riccardo Maranzana, Filippo Borghi, Andrea Germani, Silvia Altrui, Alessandro Albertin, Romina Colbasso, Emanuele Fortunati, Jacopo Morra e Valentina Violo, spesso ingaggiati anche quali “macchinisti” nei numerosi cambi-scena a vista del funzionale impianto ideato da Domenico Franchi. Lo spettacolo di Franco Però scorre via rapido, nonostante le tre ore di durata. Una curiosità: nel 1863, al nostro Teatro Filodrammatico di via degli Artisti, venne proposta una versione teatrale dei Miserabili. Nei panni della piccola Cosetta debuttava Eleonora Duse, che all’epoca aveva appena 5 anni.

La Contrada – Teatro Stabile di Trieste, che è stato recentemente riconosciuto dal Ministero, dopo l’ingiusta esclusione di qualche anno fa, Centro di Produzione Teatrale, ha aperto il proprio cartellone con l’irrinunciabile appuntamento con la drammaturgia in dialetto triestino. Basabanchi: rèpete è il titolo della divertente commedia ideata da Alessandro Fullin, che si propone quale “secondo capitolo” di una saga iniziata lo scorso anno con “Le basabanchi”. Vi sono narrate le spassose avventure di un gruppo di suore triestine alle prese con una pesante crisi economica, nonostante fuori dal convento si stia scoppiando il boom economico degli anni Sessanta. Al fine di salvare la situazione, la madre superiora ha fatto affrescare le pareti del refettorio spendendo tutti capitali a sua disposizione. Sarà Suor Camoma a proporre di affittare il convento a una produzione cinematografica jugoslava che, tuttavia, ha intenzione di realizzare proprio qui un film di dubbia moralità… Le situazioni divertenti si susseguono attraverso un ben oliato meccanismo ad orologeria che vede protagonisti acclamatissimi Ariella Reggio e Alessandro Fullin (anche regista dello spettacolo), assieme alla compagnia stabile della Contrada: Franko Korošec, Valentino Pagliei, Francesco Godina, Sara Zanni, Rossana Bubola e Leonardo Zannier. Indovinati come sempre le scene e i costumi di Andrea Stanisci.

Ultimo in ordine di tempo ad alzare il sipario è stato il Teatro Comunale di Monfalcone che ha aperto con uno spettacolo di sicuro richiamo: Massimo Lopez e Tullio Solenghi Show. Due ore e un quarto di assicurato divertimento, dove i due “ex” del celebre “Trio” Lopez-Marchesini-Solenghi, di nuovo assieme per uno spettacolo teatrale dopo quindici anni, hanno proposto una irresistibile carrellata di sketch, imitazioni e momenti musicali, con l’aiuto della Jazz Company di Gabriele Comeglio. Uno spettacolo in cui si alternano scenette nuove ad altre tratte dal vasto repertorio del “Trio”, dall’incontro tra Papa Francesco e Papa Ratzinger, al duetto tra Gino Paoli e Ornella Vanoni, dall’irresistibile Patty Pravo di Lopez all’altrettanto esilarante Amleto di Solenghi. E non è mancato un affettuoso ricordo di Anna Marchesini, per tanti anni raffinata e intelligente compagna di avventura di Lopez e Solenghi. Uno spettacolo che ha ribadito come, per far ridere, non sia necessario usare a tutti i costi volgarità e parolacce: una comicità solidamente costruita, dove la battuta divertente è il risultato di una calcolata situazione drammaturgica, ottiene gli effetti migliori e dimostra che il divertimento costruttivo e intelligente – in una società ove spesso prevale la volgarità – non è ancora tramontato del tutto.