Straordinario viaggio nella mente di Dostoevskij

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Disegni e grafia dello scrittore russo in una pregevole edizione

di Alberto Brambilla

 

Dopo le pionieristiche intuizioni di studiosi come Contini e di De Robertis, si è aperta in Italia una fervida stagione filologica che ha posto un’attenzione sempre più vigile ed intelligente ai cosiddetti “scartafacci”, ossia agli scritti autografi degli autori, di solito destinati ad essere cestinati dopo la stampa. Spesso infatti i fogli manoscritti sopravvissuti, materiali poveri e in apparenza destinati solo ad un culto feticistico, possono rivelarsi fondamentali perché documentano i tormenti e le scelte degli scrittori, provando che un testo non è il frutto di un’improvvisa illuminazione, come molti ancora immaginano, ma piuttosto di un lavorio continuo, di redazioni diverse, cancellature, sostituzioni. Travaglio che a volte può produrre anche opere che lasciano l’autore insoddisfatto e dunque necessitano di profonde revisioni od integrazioni che perdurano nel tempo. Esemplare è in questo senso la lunga gestazione dei Rerum vulgarium fragmenta o dei Promessi sposi, oppure le continue aggiunte apportate da Proust sulle bozze della sua Recherche.

In alcuni casi gli autografi o le bozze sono arricchiti a margine di annotazioni che servono a meglio comprendere alcuni passaggi testuali, oppure ci riportano alla vita privata degli autori, rivelandoci anche aspetti insoliti. Non mancano anche esempi più suggestivi, nei quali la scrittura è accompagnata da disegni o semplici schizzi, come testimoniano molte pagine leonardesche diventate oggetto di venerazione. Ma ugualmente sono da tener presenti autori a noi più vicini come per esempio Victor Hugo, non solo geniale poligrafo, ma anche straordinario artista, in grado di utilizzare in maniera originale i più umili materiali, come ad esempio il caffè, da cui è capace di far sorgere, con tecnica quasi dadaista, esseri misteriosi ed affascinanti. Insomma, quasi sempre la visione diretta delle carte degli scrittori costituisce non solo una curiosità, ma un’esperienza conoscitiva di grande fascino e suggestione. Ma ovviamente si tratta di un privilegio concesso a pochi fortunati, a professori o studiosi che possono accedere direttamente alle carte degli autori, conservate in Archivi e Biblioteche; mentre al lettore curioso rimane la possibilità di viaggiare in rete per cercare qualche isola preziosa, ad esempio quelle presenti nel sito della Bibliothèque Nationale de France.

Per fortuna da qualche anno è aumentata la sensibilità da parte degli editori che non disdegnano di riprodurre gli autografi degli scrittori, dandoci così la possibilità di esplorare con lo sguardo e di toccare con mano dei prodotti di alto valore culturale ed estetico. Nel ricco panorama editoriale italiano queste vere e proprie leccornie sono non di rado dovute all’iniziativa di piccole ma raffinate case editrici. Tra le ultime uscite spicca il poderoso e magnifico volume Disegni e calligrafia di Fëdor Dostoevskij, opera di Konstantin Baršt, esperto di letteratura russa (la traduzione è di Giorgia Pomarolli). L’opera, pubblicata dalla Lemma Press di Bergamo, è introdotta da una puntuale nota di Stefano Aloe e si offre come una vera chicca per bibliofili, ma può anche diventare un regalo prezioso per lettori esigenti. Per la prima volta sono infatti riprodotti, in dimensioni originali e con totale fedeltà cromatica, i taccuini di Dostoevskij, pagine vergate dal grande scrittore ora con meditato impegno calligrafico, ora con la fretta di chi vuole a tutti i costi fermare sulla carta l’ispirazione; oppure ancora fogli torturati da riscritture, cancellature e varianti. Pagine preziose dal punto di vista letterario, e insieme di grande effetto estetico, spesso ricoperte di ritratti, architetture, arabeschi e prove calligrafiche. Il prezioso volume offre dunque la possibilità di visitare non solo lo scrittoio di lavoro di Dostoevskij, ma anche di penetrare, per così dire, nella sua mente creativa, quasi osservando l’evoluzione delle idee e la loro trasformazione in immagini e parole. A fungere da Virgilio in questo viaggio avventuroso che attraversa i mari ed i continenti delle grandi opere dostoevskiane è lo studioso Konstantin Baršt, massimo conoscitore dell’autore russo. Egli, armato di erudizione e di filologia, pazientemente interpreta, decodifica e spiega con cura e passione i segreti della scrittura e del tratto grafico del russo, proiettandoci in una dimensione forse inconsueta rispetto alle normali letture, ma ricca di straordinarie suggestioni che consentono anche di leggere con maggiore consapevolezza le opere del grande intellettuale russo.

 

 

Copertina:

 

Konstantin Baršt

Disegni e calligrafia di Fëdor Dostoevskij.

Dall’immagine alla parola

introduzione di Stefano Aloe,

traduzione di Giorgia Pomarolli,

Lemma Press, Bergamo 2016

  1. 468, euro150