“Su il sipario!” di Giuseppe O. Longo

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La stagione dei viaggi completa con le prove drammaturgiche che esulano dall’ambito scientifico l’articolato affresco che lo scrittore ha prodotto per il Teatro

di Paolo Quazzolo

 

A meno di un anno di distanza dall’uscita de La scienza va a teatro, Giuseppe O. Longo torna in libreria con un nuovo volume, ancora una volta dedicato al teatro, dal titolo La stagione dei viaggi. Edito da EUT, il nuovo lavoro completa il percorso drammaturgico dell’autore pubblicando una serie di pièce pensate non solo per il palcoscenico, ma anche per la radiofonia. Si tratta, come suggerisce il titolo del volume, di una serie di viaggi metaforici alla scoperta dell’animo umano, in cui vengono rivelati, in modo talora divertente e talora drammatico, i misteri, le pulsioni, le incertezze, le aspirazioni.

La nuova pubblicazione raccoglie dieci commedie – per lo più in un atto – e diciannove radiodrammi, ossia delle pièce pensate non per uno spazio fisico qual è il palcoscenico, ma per un mezzo ove l’azione teatrale rinuncia all’importante codice visivo puntando esclusivamente sulle suggestioni trasmesse dalle voci degli attori e da una sofisticata colonna sonora.

Dopo la silloge dedicata alla particolare forma del teatro-scienza, in cui Longo ha narrato vicende che vedono quali protagonisti scienziati, nonché gli entusiasmi e le paure per le conseguenze delle loro scoperte, i testi pubblicati in questo nuovo volume abbandonano il mondo della scienza per offrire al lettore una grande varietà di soggetti, situazioni e personaggi, in contesti per lo più quotidiani. Nonostante la loro varietà, i lavori presentati nel volume possono essere raggruppati, in qualche modo, per filoni tematici, suggerendo così alcuni motivi conduttori che percorrono trasversalmente l’intera raccolta. L’argomento che sembra essere tra i più cari a Longo è quello in cui sono presentate storie del disamore attraverso lo scontro tra uomo e donna, marito e moglie, genitori e figli. Numerose pièce di Longo, infatti, indagano uno dei temi più affascinanti dell’esistenza umana quello, appunto, dei rapporti familiari. Secondo una formula perseguita più volte dal teatro borghese europeo, Longo si concentra sul fallimento del matrimonio con l’intento di rivelare allo spettatore ciò che si nasconde dietro la facciata di ipocrita rispettabilità: tradimenti, perversioni, libertà di ogni tipo e, quando tutto ciò non è possibile, allora viene descritto il celebre “inferno coniugale”, in cui il matrimonio è visto come un’angosciante prigione che rende impossibile la vita a coloro che vi sono rimasti intrappolati. In sostanza Longo si interroga su quali possano essere le origini oscure delle insoddisfazioni e dei mali che tormentano la società contemporanea, portando sulla scena una serie di interni borghesi in cui i protagonisti sono costantemente in lite tra loro, spesso per motivi futili e inconsistenti. Si tratta di pièce per lo più divertenti, spesso sarcastiche e talora anche un po’ maligne, in cui il gioco scenico serve tuttavia a denunciare i malesseri della nostra quotidianità, a indagare i motivi di eterne insoddisfazioni, a cercare di comprendere come il rapporto tra due persone sia potuto giungere a situazioni di estrema inconciliabilità. E così il commediografo ci presenta casi tra i più disparati che vanno dal desiderio di evadere dall’inferno domestico in Ma che Australia d’Egitto!, alla difficoltà dei rapporti tra genitori e figli in Divano a banana o Domenica in famiglia. La trasformazione del rapporto coniugale in una sorta di convivenza in cui un coniuge ignora l’altro è presentata nel drammatico Il casellante, mentre l’incapacità a porre fine a una storia d’amore è narrata nel divertente Risotto con gli scampi. La rappresentazione di rapporti familiari che si complicano quando qualcuno, credendo di agire a fin di bene, cerca di intromettersi negli affari sentimentali altrui, è rappresentata in Tutto si aggiusta e in Mi fai venire l’anima verde, mentre Il fratello maggiore porta sulla scena una storia altamente drammatica, in cui odi repressi e incomprensioni familiari si mescolano tra loro in un contesto di grande tensione.

Le commedie di Giuseppe O. Longo raccolte in questo volume tuttavia non propongono solo l’“eterna lite” tra moglie e marito: vi è anche un secondo filone caratterizzato da un forte senso del mistero con una serie di drammi che spaziano dal caso poliziesco a quello in cui l’inquietudine e la suspense giocano un ruolo preponderante. Anche in questo caso emergono le due anime di Longo, quella che cede al divertimento del gioco scenico e quella che viceversa guarda al drammatico. Alla prima tipologia appartiene Duetto, singolare storia dell’anziana Anita che riceve la visita del proprio vicino il quale, un po’ alla volta, assume le fattezze dell’assassino, salvo poi a divenire lui stesso vittima dell’amabile vecchietta. Nella vena drammatica si collocano invece La piccola Inge, autentico caso poliziesco; l’inquietante e a tratti sconvolgente Sulla rotta di Città del Capo caratterizzato da una vaga atmosfera horror; il tenebroso La casa sul canale, caso poliziesco in cui l’ambiente e le atmosfere giocano un ruolo decisivo; Il cavaliere insonne e Fornace vecchia, in cui predominano elementi fantastici e surreali.

In tale contesto, uno dei drammi più avvincenti è sicuramente Treno di notte, storia di un viaggio da incubo, in cui il protagonista incontra una misteriosa viaggiatrice che sotto i suoi occhi assume imprevedibilmente gli aspetti più diversi e raccapriccianti.

Un terzo tema che circola attraverso i drammi de La stagione dei viaggi, è la paura verso lo straniero e l’imperscrutabilità del destino che ci aspetta. Lo ritroviamo in Prove di città desolata, ove gli ultimi superstiti di una civiltà rimasta vittima del suo eccessivo sviluppo tecnologico stanno cercando di difendersi da invasori che vivono secondo modelli molto più rudimentali. In Molossi alla frontiera viene invece presentata una società ormai anziana e poco prolifica accerchiata da invasori giovani, forti e spavaldi, che riescono ad avere il sopravvento sugli autoctoni.

Un osservatore attento della psiche umana qual è Giuseppe O. Longo, non poteva tralasciare uno dei grandi temi dell’esistenza, ossia la pazzia. Numerosi tra i suoi personaggi presentano comportamenti bizzarri che se da un lato sono testimonianza di forti egocentrismi, dall’altro dimostrano come la nostra società sia caratterizzata, in molte delle sue espressioni, da atteggiamenti giustificabili solo attraverso lo squilibrio mentale. A questo argomento sono dedicate alcune commedie piuttosto divertenti ma al tempo stesso inquietanti, come Lo spinato dev’essere grande, in cui un’apparente normalità si rivela essere invece la realtà di un manicomio; Era una roccia, il colonnello, delirante monologo di una vedova che nell’esaltare i pregi del defunto marito ne finisce per descrivere tutte le deformanti manie.

Il volume trae il titolo da un radiodramma scritto nel 2000, La stagione dei viaggi, appunto, che appartiene a un gruppo di lavori dal carattere più meditativo, in cui prevale un’atmosfera melanconica e il dolore per ciò che si è definitivamente perduto. Ma nella raccolta trovano posto anche un dramma storico, Il mandarino di Dio, in cui viene rievocata la storia del missionario gesuita Martino Martini, e un lavoro del tutto particolare, La città interiore, in cui si narra di un viaggio iniziatico di tre pellegrini verso un imprecisato Oriente, un difficile percorso verso la conoscenza che può essere conquistata solo da colui che ha saputo affrontare sino in fondo il lungo cammino.

Se ai lavori contenuti in questa pubblicazione accostiamo quelli appartenenti al filone del “teatro-scienza”, raccolti nel precedente La scienza va a teatro, otteniamo il ritratto artistico di un autore estremamente versatile, capace di affrontare tematiche tra le più diverse, abile nel passare con agilità da un genere all’altro, efficace nel creare per la scena personaggi portatori di tematiche sempre interessanti. Una drammaturgia che nelle sue molteplici articolazioni diviene, ancora una volta, specchio incisivo del mondo che ci circonda e spunto di riflessione sugli atteggiamenti della società contemporanea.

 

Copertina:

 

Giuseppe O. Longo

La stagione dei viaggi

A cura di Walter Chiereghin

Con un saggio di Paolo Quazzolo

EUT, Trieste 2018

  1. 750, euro 16,00