Sulla toponomastica femminile

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di Benedetta Moro

 

Una mostra e un libro di grande fascino per raccontare “la parità che non esiste”, cioè la toponomastica al femminile a Trieste e Provincia: il divario è di circa 750 tra vie, strade e giardini dedicati agli uomini contro 48 intitolati alle donne. Un gap notevole che altrove è ancora più marcato.

Per testimoniare con sensibilità e accuratezza questa realtà, la presidente di Forografaredonna, Marisa Ulcigrai, ha ideato e curato un progetto intitolato appunto “Fuori dove la parità non esiste”, che racconta attraverso una ricca sequenza di immagini fotografiche, realizzate da sedici socie e da Paola Di Bello, importante fotografa e docente e coordinatrice del biennio specialistico di fotografia all’Accademia di Brera, le vie al femminile di Trieste e della sua provincia. Di Bello ha inoltre curato nel corso del progetto, assieme a Marisa Ulcigrai, alcuni workshop di preparazione alla mostra, in cui espongono anche Nadia Sirca, Annamaria Castellan, Adriana Iaconcic, Marinella Perosa, Emanuela Masseria, Giulia Bellemo, Piera Cavenaghi, Erica Costantini, Laura Paliaga, Laura Poretti Rizman e Gianna Uxa.

Intitolata “Spazi ritrovati” e coerentemente con il tema, la rassegna è stata allestita “en plein air” in via Cassa di Risparmio nello spazio urbano attiguo a quella che fu la casa laboratorio di Anita Pittoni, suscitando grande interesse tra il pubblico e componendo un interessante e inedito itinerario nei luoghi intitolati alle donne.

Il volume intitolato, ideato e curato da Ulcigrai con la collaborazione di Sandra Grego per il coordinamento dei testi, è stato presentato nella prestigiosa sede di Palazzo Gopcevich: elegante nella veste grafica e ricco di contenuti, alterna le immagini fotografiche riprese dalle autrici di Fotografaredonna, che interpretano gli spazi pubblici di Trieste dedicati a figure femminili, a testi che narrano la vita di quest’ultime. Articolato in un percorso storico, scandito in senso cronologico, presenta in parallelo la crescita della città e la storia delle donne cui nel corso del tempo sono state intitolate vie, piazze, androne e giardini.

L’itinerario, articolato in quattro sezioni dedicate a Trieste e una riservata a Muggia, prende in considerazione la toponomastica femminile di Trieste dall’Ottocento, quando predominavano i toponimi e le poche vie con nomi femminili si concentravano nel nucleo più antico, agli anni Duemila, quando una nuova sensibilità ha portato al riconoscimento di donne triestine che si sono distinte in campo artistico, letterario, dello sport e dell’impegno politico: un atto importante per la trasmissione di modelli femminili alle nuove generazioni.

Periodi di particolare interesse sono l’inizio del Novecento, quando il porto dell’Impero asburgico dedicava le proprie vie a personaggi italianissimi, e gli anni Sessanta, quando il disegno urbanistico della città si ampliava con la creazione di nuovi percorsi. Ma nonostante ciò le dediche a figure femminili rimansero tristemente poche.

La pubblicazione riporta preziosi contributi di autorevoli storiche quali Luisa Accati, Anna Di Gianantonio, Marta Verginella, Annamaria Vinci, Silva Bon, Maria Ivašič Kodrič, ma anche di giornaliste, critiche e cultrici della materia come Emanuela Masseria, Sandra Grego, Marisa Ulcigrai, Francesca Torossi, Marina Mai ed Elisabetta Tigani Sava.

L’Associazione Fotografaredonna opera in Italia e all’estero, collaborando con enti pubblici e privati ed ha al suo attivo mostre fotografiche, pubblicazioni, conferenze, corsi di formazione e convegni (www.fotografredonna.it).