Tutti i premi Andersen 2020
agosto 2020 | Anna Calonico | Il Ponte rosso N° 59
Dai libri premiati l’immagine di un settore dell’editoria vitale e vivacemente stimolante
di Anna Calonico
Anche quest’anno, alla XXXIX edizione del Premio Andersen, sono stati premiati il miglior progetto editoriale (MinaLima Classics, edito da Ippocampo), la miglior collana di narrativa (Giralangolo Narrativa, dell’omonimo editore), i protagonisti della cultura per l’infanzia (MUSLI – Museo della Scuola e del Libro per l’Infanzia) ed è stato assegnato il premio Gianna e Roberto Denti alla libreria “Pel di Carota” di Padova.
Premiati come miglior libro mai premiato la storia dura e sincera di John della notte di Gary Paulsen, miglior scrittore l’italiano Nicola Cinquetti; miglior illustratrice un’altra connazionale, Felicita Sala. Interessanti i vincenti di categorie come miglior albo illustrato: Tutto cambia di Anthony Browne; miglior libro di divulgazione Che cos’è un fiume? di Monika Vaicenaviciené; miglior libro senza parole L’isola di Mark Janssen; miglior libro a fumetti Nera. La vita dimenticata di Claudette Colvin di Emilie Plateau. Tutto cambia fa vedere il mondo con gli occhi di un bambino, L’isola esalta la natura con immagini vivaci, Che cos’è un fiume ci spiega che può essere un viaggio, un riflesso, una strada, oppure memoria, energia, odore… insomma, “una storia senza fine”; Nera, invece, vi stupisce se vi aspettate un normale fumetto, perché ci sono poche parole, e ancor meno colori, solo bianco, nero, ocra, e marrone: di certo, le immagini colpiscono e invogliano a voltar pagina.
Poi ci sono i vincitori delle varie categorie: miglior libro 0/6 anni è Desperado di Ole Könnecke, un western divertente che gioca con i luoghi comuni del genere. Gli ingredienti per il successo ci sono tutti: i cattivi, notoriamente in nero e con i baffetti, la fanciulla in pericolo, che in questo caso è la maestra Heidi, e un giovane eroe coraggioso, Roy, che è un vero baby cowboy, con immancabile destriero. Miglior libro 6/9 anni assegnato a Emma Adbåge con La buca, basato su una storia vera che narra come spesso gli adulti, ottusi e pieni di pregiudizi, siano incapaci di comprendere il mondo dei bambini. Miglior libro 9/12 anni è Le parole di mio padre di Patricia MacLachlan, un libro breve che nasce da una storia triste e vera, ma anche poetica, perché ci fa guardare la meraviglia che a volte si nasconde nella uotidianità e parla del rapporto tra genitori e figli, della morte, della consolazione data dall’affetto di un cane, di amicizie impreviste. Forse, la trama è un po’ troppo veloce, e tutta la storia si sbriga così in fretta che non si fa in tempo ad affezionarsi veramente ai personaggi: è un peccato, credo che tra tutti rimanga in mente Declan O’Brian, ma non i suoi figli, e nemmeno il suo paziente, pur essendo, al primo apparire, il personaggio più intrigante. Il miglior libro oltre i 12 anni è Nella bocca del lupo di Michael Morpurgo: come Le parole di mio padre, è nato dalla storia personale dell’autore ma, come dice la motivazione, non si tratta tanto del racconto della vita del protagonista, quanto delle sue scelte. Sue e di tutte le persone che, festeggiando il suo novantesimo compleanno, rivede davanti a sé nonostante siano morte. Si tratta di un lungo monologo in cui Francis si rivolge a suo fratello Pieter e agli altri cari estinti, con una scrittura purtroppo piuttosto piatta, con l’unico trucco, strausato in queste pagine, delle domande retoriche rivolte al defunto. Francamente, mi è piaciuta l’idea, ma l’ho trovato piuttosto noioso e deludente, ripetitivo e pesante. Suggestive però le immagini e bella la scelta del bianco e nero perché le fa sembrare fotografie d’epoca, anche se a volte ci sarebbero stati bene i colori, perché un cielo stellato ha bisogno di blu e di luce.
Infine, miglior libro oltre i 15 anni è stato eletto Alla fine del mondo di Geraldine McCaughrean: a mio parere, uno dei vincitori più meritevoli. Si tratta ancora una volta di una storia basata su un fatto reale, successo nel 1728, ed è interessante non soltanto perché narra una vicenda accaduta, ma soprattutto perché sembra uno di quei romanzi che hanno tanta fortuna adesso, i distopici. È una lettura avvincente, e sicuramente i ragazzi non chiuderanno il libro finché non scopriranno che cosa è successo al mondo: non credo che abbia vinto solo perché la pandemia che stiamo vivendo ha fatto tornare di moda decine di racconti che parlano della fine del mondo, credo sia davvero ben scritto e con personaggi ben caratterizzati. Ci sono descrizioni accurate così realistiche che ci sembra di stare sull’isola sferzati dal vento gelido e dalla spuma dei marosi, abbandonati dal mondo, forse ultimi sopravvissuti, bloccati nella speranza di vedere ancora una vela che si avvicina. Ci sono pagine potenti, che spiegano con quanta forza l’uomo, anche se giovane come i protagonisti, sia capace di afferrarsi alla vita, anche se la fine sembra imminente, che il mondo conosciuto non esista più, anche se tutti gli altri sembrano già svaniti per sempre. È la classica parabola che narra il passaggio dall’età dell’innocenza all’età adulta, ma qui avviene rompendo le regole classiche e tuffandosi negli istinti primitivi di sopravvivenza e nel terrore di essere abbandonati e dimenticati. Come descrizioni, poi, veniamo a conoscere un mondo affascinante anche se pericoloso, dove è una natura selvaggia e bellissima a far da padrone, con regole che se ne infischiano dei sentimenti dei ragazzini. Ci sono creature che appaiono, a noi ma anche al protagonista stremato, come dei miraggi, uccelli oggi estinti che assumono nelle pagine una valenza persino mistica: unica possibilità di sopravvivenza come fonte di cibo, di calore, di luce, e addirittura di amore, quando il povero Quilliam scambia l’avvicinarsi dell’alca impenne per la sua amata Murdina e la morte dell’animale come la fine delle speranze. Ed è brava l’autrice a collegare tutto questo con il tema della fine del mondo, che aveva già trattato in un altro testo, intitolato proprio Non sarà la fine del mondo. Nelle pagine della rivista, Alla fine del mondo viene ben recensito da Mara Pace che mette in risalto l’ambientazione scelta per questa storia: un’isola. L’isola è uno scenario perfetto per rappresentare, in piccolo, un intero mondo, e forse per questo la si trova in numerosi altri libri. Vengono subito in mente il somigliante Il signore delle mosche (che tanto spesso ha ispirato storie per ragazzi) e Robinson Crusoe, e mi sono ricordata anche del recentissimo Il muro di John Lancaster, ma, restando nella narrativa per ragazzi, ovvio pensare al rifugio di Peter Pan o dell’Isola del tesoro, o del vincitore di quest’anno per il miglior libro senza parole, ma la Pace accenna anche a due libri di Guido Sgardoli, autore amato dai giovani lettori: The Stone, vincitore dello Strega nel 2019, e L’isola del muto, che ha meritato proprio il premio Andersen appena due anni fa.
Altro trionfatore ben lodevole è Nello spazio di uno sguardo di Tom Haugomat, che si è aggiudicato il titolo di miglior libro fatto ad arte e anche il Superpremio Andersen 2020, riconoscimento intitolato alla memoria del fondatore della rivista e del premio, Gualtiero Schiaffino. Si tratta di un volume dall’originalità sorprendente, quasi senza parole ma con immagini più che eloquenti, con splendidi colori: ci fa vedere la storia del mondo, ma non soltanto con gli occhi: attraverso la Tv, una lente, un binocolo, una finestra, un oblò… Davvero un esperimento curioso, adatto a tutte le età. La prima volta che l’ho preso in mano ho pensato che fosse addirittura geniale, e ho ancora in mente alcune immagini come fossero pagine e pagine di narrazione: a sinistra l’illustrazione del contesto, con la data e il titolo dell’evento, a destra il particolare che dobbiamo assolutamente vedere. Nel video della premiazione, l’autore ha mostrato l’oggetto che ha ispirato il suo lavoro, il visore stereoscopico che apparteneva alla bisnonna: infatti, questo libro intreccia la storia personale dell’autore con fatti mondiali eclatanti quali, ad esempio, e non a caso, la spedizione sulla luna. Difficile spiegare l’emozione che possono suscitare quelle pagine, consiglio vivamente di cercarlo in libreria e sfogliarlo, sono certa che molti lo porteranno alla cassa.