Un TSFilm Festival rivoluzionario

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Vince il festival ‘Aritmija’ di Chlebnikov; premiato Rade Serbedzija

 

Come ogni gennaio, il Trieste Film Festival ha riaperto i battenti e lo ha fatto per ben due volte: al Teatro Miela il 19/1, con il Godard di Sympathy for the devil, e nella nuova sede (provvisoria) del Politeama Rossetti, dopo la chiusura della Sala Tripcovich, lunedì 22/1 con l’anteprima italiana dell’ultimo film di Tony Gatlif, Djam. Doppia anche la direzione artistica del festival, che ha raggiunto quota 29 con Fabrizio Grosoli e Nicoletta Romeo al timone e un anno intero da celebrare: il 1968. La storica kermesse dedicata al cinema dell’Est Europa ha voluto, infatti, festeggiare il cinquantenario della rivoluzione sessantottina, proponendo nella sezione Rebel 68. East ‘n’ west revolution alcune perle cinematografiche dell’epoca, come Baci rubati di Truffaut e Blow Up di Antonioni, ma anche documentari sul ’68 nei balcani e nell’ex U.R.S.S. e film ispirati dal periodo come The Dreamers di Bertolucci.

La musica, in generale, ha svolto un ruolo egemone in questo TSFF 2018 con due eventi dal vivo e un’intera sezione dedicata (Art and sound), senza dimenticare il classico concorso dei lungometraggi, vinto dal film del russo Chlebnikov Aritmija, la rassegna dei corti, che ha visto il successo del duro ma realistico 60 Kilo niczego (60 chili di nulla) del polacco Piotr Domalewski, il premio Corso Salani, vinto da L’uomo con la lanterna di Farncesca Lixi, la rassegna dei documentari, andata a Wonderful losers: a different world del lituano Arunas Matelis, il premio Osservatorio Balcani e Caucaso, ricevuto dal documentario rumeno La nazione morta di Radu Jude e un’interessante serie di opere sul Kurdistan. La giuria del Progetto Giovani del Comune ha invece segnalato come miglior film Rudar di Hanna Slak.

Il trasloco forzato dalla sala Tripcovich, dovuto principalmente ad una diversa visione politica, urbanistica e culturale della nuova giunta nei confronti dell’area sulla quale sorge, ha spostato l’asse del festival verso il Teatro Rossetti e il Viale XX settembre, marginalizzando un po’ il Teatro Miela, che ha comunque ospitato i primi due giorni del festival, le serate musicali di Shantel e Božo Vreco, oltre alle importanti sezioni dei cortometraggi e di Made in Kurdistan. Al Miela sabato 20/1 è stato, inoltre, premiato l’attore e poeta Rade Serbedzija con l’Eastern Star Award: ‘È un premio al cinema jugoslavo – ha detto Serbedzija al momento della consegna – e voglio dedicarlo ad Anna Maria Percavassi che era innamorata del nostro cinema e ha sempre cercato di creare fratellanza tra i registi dell’Est e dell’Ovest’.

 

Stefano Crisafulli